Part five-

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Quando tornarono il campeggio era immerso in un silenzio tombale, Marzia avanzava verso la sua tenda quando si voltò verso di lui e con un sorriso leggero gli disse:"Devi darmi ancora il tuo numero di telefono"
Elio si avvicinò, portò il suo braccio sui fianchi della ragazza e le sussurrò:"Domani a mezzanotte" andando nella sua tenda per dormire, o quasi.
Guardava la sua bottiglia d'acqua aspettandosi che ella s'animasse e gli spiegasse perché continuava a pensare a quei baci dati a quella ragazzina figlia del suo vecchio amore.
L'estate del 1983 gli era stata impossibile ma forse quell'inverno gli sarebbe stato fatale.
Si portò le dita all bocca, Marzia sapeva di gioventù e di territori inesplorati; forse Oliver doveva sentirsi così la prima volta che si baciarono.
Chissà cosa avrebbe pensato, avrebbe invidiato la figlia? Del resto anche lui quando decise di possederlo era più grande di lui e l'età con la passione non aveva mai avuto importanza, chissà se Oliver ricordava com'era fatto Elio sotto quei vestiti.
Quelle tante domande lo fecero crollare totalmente tra le braccia di Morfeo.

La luce filtrata dalla tenda fu abbastanza forte da svegliarlo, balzò fuori dalla tenda e faceva incredibilmente freddo per stare semplicemente in pigiama.
Oliver lo notò in piedi e lo fece quasi morire di paura quando gli diede il buongiorno.
"Non ti ho sentito rientrare ieri" Aveva detto quasi in tono paterno.
"Avevi paura che scappassi?" Gli aveva detto in modo tagliente.
"Non scapperesti mai da me" Disse riservandogli un occhiolino.
Elio non riuscì a rispondergli, forse aveva fin troppo ragione, pur volendo non sarebbe riuscito a negare quel sentimento che giaceva ancora dentro di lui.
Erano circa le dieci del mattino quando iniziò la sua sessione di pesca con Oliver.
In quel momento erano completamente soli e Oliver gli parlava in italiano, come se desiderasse che a capirlo fosse solamente lui.
Il vento che gli scompigliava i capelli lo rendeva sempre più simile ad un divo di Hollywood, se ne stava lí con gli occhi chiusi a godersi quella brezza in totale relax.
"Ti vedo teso"Gli disse il più giovane.
"Sei venuto nel momento giusto, avevo bisogno di una distrazione" Gli aveva detto sorridendo leggermente.
"Rimarrò sempre una distrazione per te, non è vero? La scappatella italiana e adesso sono la distrazione dalla moglie e dai figli? Dio mio, Oliver! In tutti questi anni sei scomparso e io ho continuato a crederci, non mi hai mandato una lettera, non sai quanto é stato brutto per me essere contattato da tua moglie e non da te! Ma tu questo non lo capisci, questo fastidio, questo mio dolore non lo vedi perché sei sempre eternamente occupato a far finta che tutto vada sempre benissimo!" Aveva detto sbroccando Elio lasciandolo solo e in un certo senso anche sconvolto ed amareggiato, un comportamento del genere non era da lui.

Nel fumo di quella sigaretta Elio ci vedeva tutte le sue speranze, vedeva la voglia di credere in Oliver svanire.
Si era stancato di sentirsi la seconda scelta, i suoi non erano sentimenti di seconda mano e finché Oliver non l'avrebbe capito lui sarebbe stato in disparte.
Aveva passato anni a rimpiangere il suo tocco, a sentire il suo letto vuoto, anni a fissare le pesche della sua casa in Italia e pensare a lui ma non serviva a niente se quando lui poteva tenerlo stretto a sé gli diceva che era soltanto una distrazione.
Voleva solo distrarsi quando lo aveva baciato?
Era sempre distrazione la sua premura? E la sua camicia? L'aveva lasciata a casa sua per distrazione?
Pioveva leggermente come quando lasci scorrere per sbaglio l'acqua nella doccia ed Elio non curante di ciò leggeva seduto su una sdraio.
"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo un metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."
Così Vladimir Nabokov iniziava il suo libro più famoso:"Lolita"
Quel libro lo faceva pensare all'amore, a Oliver, alla vecchia Marzia e alla Marzia di quel momento...
Ma quel libro lo faceva anche immergere nel gran numero di errori che sapeva di aver commesso in quegli anni e leggere qualcosa di così potente e risonante a livello emotivo lo destabilizzava sembrava che l'autore conoscesse a pieno le sue paure e le sue sventure.
"Perché mai speravo che all'estero saremmo stati felici? Un cambiamento d'ambiente è la tradizionale premessa fallace in cui ripongono le loro speranze gli amori e i polmoni condannati."
Quella frase gli era rimasta incisa, il suo amore per Oliver era condannato cosa sperava che cambiasse andando in America?
Pensava forse che avrebbe mollato tutto per lui? Che avrebbe smesso di essere il padre e il marito che era per vivere una vita di stenti nascosto dai pregiudizi con lui?
"Ci amavamo di un amore prematuro, segnato da quella ferocia che così spesso distrugge le vite degli adulti. Io ero un ragazzo forte, e sopravvissi; ma il veleno rimase nella ferita, la ferita non si rimarginò più."
La ferita rimaneva sempre lì, a un centimetro dal suo cuore.
Il cuore malconcio e annerito cercava solo qualcuno che lo facesse funzionare di nuovo anche per poco, anche se non era vero amore voleva solo tornare a battere.
E così per questo suo desiderio, per quella necessità meccanica del suo cuore, provava a riempirsi il letto con chiunque riuscisse a fargli vivere un emozione diversa dalla malinconia.
Iniziò a piovere troppo per starsene lí a leggere ancora e tornó in tenda.
Marzia gli aveva lasciato un biglietto:"Mancano solo dieci ore" sotto a quel pezzo di carta colorato c'era una mascherina nera:"Ti servirà dopo" questo bastò ad accendere immediatamente la sua curiosità.

Martha era entrata nella tenda di Elio preoccupata perché aveva saltato il pranzo.
"Tutto bene?"
"Scusa Martha oggi non credo di sentirmi molto bene" Aveva detto fingendo un mal di pancia.
"Ho un po' di brodo di pollo se ti va, magari ti mando Marzia con il brodo se lo vuoi"
Nel sentire il nome di Marzia improvvisamente decise che forse poteva mangiare qualcosa.
"Si grazie" Si limitò a dire sorridendole.
Ed eccola che arrivava, la sua figura sempre più sinuosa coperta da quei vestiti pesanti e lunghi lo intrigava in un modo che non riusciva a comprendere, era attrazione fisica o una vendetta nei confronti di Oliver?
"Hey"Aveva detto appoggiando il termos con il brodo sul tappetino.
"Enfin!"
"Adoro il tuo francese ma se usassi parole della mia lingua te ne sarei grata" Disse ridacchiando.
"Ho detto, finalmente! Mi mancava vedere questo visino, che hai fatto sta mattina?"
"Pianificavo"
"Cosa?"
"Non fare finta di non saperlo, siamo soli adesso"
Si avvicinò ad Elio e piano piano gli mordicchiò le labbra.
"Questo ti aiuta a capire cosa stessi pianificando?"
"Perfettamente, ma se fai così non so se riuscirò ad arrivare a mezzanotte"
"Sono venuta a portarti solo il brodo non fantasticarci troppo, ci vediamo dopo" Aveva detto uscendo dalla tenda.
Martha entrò più volte in tenda per assicurarsi che stesse bene, gli sembrò una donna gentile e amorevole in fine dei conti e forse non si meritava di sentirsi così sottovalutata dal marito.
Gli aveva persino accarezzato la testa quando si era fatto trovare dormiente nel tardo pomeriggio e gli aveva lasciato un panino e del brodo nel caso gli venisse fame.
Oliver aveva chiesto a Martha almeno sei volte come stesse Elio quel pomeriggio e avrebbe tanto voluto entrare in quella tenda e farlo ridere, chiedergli scusa anche se lui con quel genere di cose sentimentali non era mai stato bravo ma ci avrebbe voluto provare.

Dormì tantissimo, si svegliò che erano appena le undici e decise di mangiare quello che gli aveva lasciato Martha e darsi una sistemata prima di incontrare Marzia.
Uscì dalla tenda per andare al bagno e lo vide lí, bello come sempre.
"Come stai?"
"Meglio" Aveva detto schivandolo andando verso la doccia.
Da profumati anche il bagno di quel campeggio sembrava una reggia ma doveva darsi una mossa perché era già passata mezz'ora.
Corse sperando di arrivare in tempo e la grotta era ancora vuota.
Sentì una voce in lontananza
"Mettiti la maschera"
Era Marzia, finalmente..
Sentiva il rumore che solitamente producevano i tacchi a spillo e già il pensiero gli faceva venire voglia di levare quel velo che si poneva tra di loro e saltarle addosso.
"Ora puoi levartela, Elio"Aveva detto con una voce molto più grave di quella che aveva di solito.
Elio rimase estasiato e colpito da ciò che si trovava davanti.
Marzia era in piedi, tacchi alti neri, una pelliccia lunghissima le copriva il corpo mentre sul viso aveva un rossetto rosso sgargiante e indossava una parrucca lunghezza carré nera.
"Alla tua età non é da persone educate stare così in silenzio a guardare una ragazzina come me"Aveva detto.
Lasciò cadere la pelliccia bianca a terra mostrando quel corpo nel pieno della sua bellezza.
Una lingerie di pizzo nero, un classico per qualsiasi donna ma quella ragazzina dove aveva potuto trovare quelle cose?
"Marzia, apprezzo molto quello che hai fatto ma io voglio stare con te non con qualsiasi persona tu stia facendo finta di essere adesso" Disse guardandola con sincerità.
Allora sfilandosi la parrucca i capelli biondi le caddero sulle spalle e il suo sguardo si fece via via sempre più innocente.
Si sedette sulle sue gambe con il fare di una bambina che cerca le carezze del padre.
Iniziò baciandole quei nei piccoli e perfetti, quella scia così umida la fece rabbrividire.
Elio era intenzionato a commettere qualcosa di cui già sapeva che si sarebbe pentito e così iniziò a baciarla, spogliarla; iniziò a venerarne la forma e mentre il suo sesso andava con fermezza dentro di lei i due si abbracciavano per combattere il freddo.

Call me by your name: Sixteen years laterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora