Part thirteen--

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Per Oliver il tempo era passato diversamente, quei dieci anni di differenza con Elio erano evidenti poiché mentre uno costruiva il suo futuro, l'altro si impegnava ad essere il padre che non era stato.
Dopo due anni dal loro addio Oliver divenne nonno.
Aveva impiegato diversi anni per rendersi conto di cosa significasse essere padre e già si ritrovava nonno, Marzia aveva conosciuto un ufficiale della Marina con intenzioni molto serie.
Dedicò alla sua nipotina Alice tutte le sue energie, era diventata la sua priorità, aiutava Marzia che nel frattempo aveva iniziato l' Università e studiava giornalismo.
La mattina quando non era a lavoro non mandava la bambina al nido e stava tutto il giorno a cantare con lei, a prepararle la pappa e a cambiare quei pannolini che gli sembravano una difficilissima opera di ingegneria.
Con Martha il divorzio era ufficiale, e per quanto si sentisse libero da quella catena che gli stringeva il collo era molto dispiaciuto per Marzia.
Quando era iniziata la separazione e Oliver era tornato dall'Italia la madre non sopportava che la sua unica figlia femmina passasse così tanto tempo con il padre e decise per questo motivo di allontanarla e avere la custodia esclusivamente dei gemelli.
Marzia quell'assenza l'aveva vissuta in malo modo durante la gravidanza, avrebbe voluto condividere tutte le sue paure e le sue perplessità con la madre, avrebbe voluto gioire con lei nello scoprire il sesso del bambino, le avrebbe dato persino il suo nome se l'altra glielo avesse chiesto.
Ma niente, non si presentó nemmeno al parto, si limitó a chiedere ad Oliver telefonicamente se fosse maschio o femmina ma da quel momento in poi di lei non si ebbero notizie.
I gemelli avevano detto alla sorella che la madre era spesso ubriaca e che aveva smesso di lavorare per via del suo nuovo compagno, un tipo presuntuoso e maschilista che la voleva a casa a cucinare piuttosto che lasciarla libera di guadagnarsi la sua indipendenza.
Ovviamente più passava il tempo più i ricordi di Elio si insinuavano nella sua mente, da dopo l'Italia non volle nessuno al suo fianco, aveva abbassato le difese solo per la sua piccola nipotina ma non lasciava che altri potessero entrare nel suo cuore così facilmente.
Gestí la situazione Elio-Marzia con quanta più cautela possibile, in un primo momento decise di farle un discorso aperto ma più passava il tempo e più si preoccupava per una possibile gravidanza e quindi finí col farle una sgridata di proporzioni epiche.
La conversazione fu piuttosto accesa, lei continuava a ribadire che non era colpa sua se lui aveva portato il suo amico più giovane ed interessante con loro in campeggio e Oliver si sentiva tremendamente a disagio nel parlare in quel modo di Elio con sua figlia, lo turbava sapere che altre persone lo ritenevano affascinante quando solo lui pensava di esserne in diritto.
D'altronde Marzia non lo conosceva così bene come lui, lei aveva visto solo il lato conquistatore ed ammaliante e non mancarono le occasioni in cui lei chiese al padre di raccontargli qualcosa di più sulla loro amicizia.
Il padre si limitava a dire che dopo l'accaduto non poteva esserci alcunché e cambiava sistematicamente argomento.
Marzia che però, come si era già capito, era una ragazzina fin troppo sveglia voleva indagare su quell'amico misterioso che era apparso nelle loro vite in un momento così delicato: il tempismo di Elio nella separazione non le passò affatto inosservato come non passò inosservato il comportamento eccessivamente scontroso del padre dal rientro in America.
Inizialmente non sapeva come fare per passare inosservata e poi casualmente una sera lo vide.
Oliver aveva iniziato a scrivere  delle lettere ad Elio quando era triste e lo pensava, le teneva tutte nel cassetto della sua scrivania sotto ai libri dell'Università.
Un giorno, verso inizio Aprile del 2003, chiese al padre di portare la piccola a fare una gita al lago e quando accettò ebbe tutta la casa per sé e inizió a leggere in ordine cronologico le lettere.
"Amare ti distrugge, ho amato i miei figli, il mio lavoro e la mia fede in questi anni ma mai niente supererà la delusione che amare te ha provocato in me.
Ogni volta che ci siamo avvicinati ci siamo fatti del male, consapevoli.
Ignoravamo le conseguenze dei nostri stessi giochi e abbiamo rischiato col fuoco bruciandoci fino all'ultimo.
Siamo corrotti io e te, corrosi dalla fiamma di un'amore che non é potuto essere.
Sono un uomo adulto e questi sentimentalismi da ragazzino mi fanno sentire terribilmente fuori posto certe volte, ma tu sei quella parte della mia gioventù che continua a perseguitarmi.
Sei quell'esperienza che chiede di essere vissuta, quell'errore che brama di esser commesso.
Ci stavo cascando, sai?
Stavo cedendo, non avevo più uno scopo senza di te ma la vita mi ha dato una bellissima bambina da poter vedere crescere e che sicuramente tratterò come avrei dovuto trattare già la madre.
Non é stato facile parlare di te con Marzia, vivevamo due versioni distinte di Elio, una parte di me ti disegnava come il cattivo affinché lei dimenticasse ma l'altra parte di me avrebbe voluto dirle tutto di te.
Della tua gentilezza, del tuo talento, della tua splendida famiglia, degli alberi e del sole d'estate che colpisce la tua pelle facendone risaltare la delicatezza....
Ho taciuto fino all' ultimo grido di dolore che avevo per te eppure non pensavo che amare un uomo sarebbe stato così intenso, chi pensa che l'omosessualità sia puro erotismo sbaglia.
C'è tanta armonia e sofferenza quanto qualsiasi relazione etero, anzi, se permetti noi soffriamo anche di più.
E lo so che darmi etichette era ciò contro la quale avevo lottato tutta la mia vita ma non credo di volere altre donne al di fuori di quelle che la vita mi ha già dato.
Ti scriverò altro nei prossimi giorni,
tanto non lo saprai mai.
-Oliver"

Marzia posó il foglio incredula.
Le sue pazze teorie per una volta avevano un senso.
Quella lettera era il pezzo che completava il puzzle.
Andò alla lettera successiva, che era più recente rispetto alla prima che era datata 13 Febbraio 2001.
Non sapeva cosa altro aspettarsi, avere la conferma che il proprio padre sia effettivamente omosessuale non é facile da metabolizzare e forse un po' si sentiva tradita e sciocca ad aver scelto anche lei Elio.
"Oggi ti ho pensato, Alice ha ormai 4 anni e mezzo ed ama tantissimo la frutta, sai penso che le sarebbe piaciuta tantissimo tua madre con la sua devozione per la natura.
Pensando a lei mi auguro per Marzia la stessa vecchiaia felice, ma questo ce lo dirà solo il tempo...
Mi fa ridere che nonostante tutto io ti coinvolga seppur marginalmente senza che tu lo sappia nella mia vita, scriverti é un modo per non portarti rancore e tenerti vicino senza sapere cosa tu ne abbia fatto della tua vita e della tua carriera.
Malinconicamente,
-Oliver"
La lettera, scritta il 26 Dicembre 2002 aveva acceso in Marzia la curiosità di cercare Elio e impicciarsi un po' della sua vita.
Negli anni del boom di internet quasi tutte le università avevano un computer di ultima generazione, ma Marzia non sapeva da dove iniziare e alla fine dovette consultare un suo amico che faceva l' investigatore privato.
Scoprì così che si era trasferito in Inghilterra e che alla fine era riuscito ad avere un discreto successo come pianista e che lo avvistavano spesso in compagnia di un uomo, un editore con il quale pareva stesse lavorando ad un romanzo romantico.
In quel momento pensò subito che il padre poteva essere il soggetto dell'opera, con tutto il rispetto per la vita sentimentale di Elio, anche lei aveva intuito che tra di loro era stato importante.
Mentre si torturava pensando se dire o meno al padre cosa stesse scrivendo Elio, decise di leggere un'altra lettera.
"Oggi ti ho pensato.
Non che ieri o l'altro ieri non l' abbia fatto, ma oggi un po' di più.
Sfogliavo un lavoro di un mio studente sulla civiltà greca e toccando quei fogli ho sentito una sorta di connessione tra me e la carta, ciò che aveva scritto mi ha travolto la mente.
Non credo tuo padre ti abbia mai parlato di pederastia greca ma ci proverò.
La pederastia era un tipo di rapporto che si instaurava tra un giovane "eròmenos" (l'amato) e un adulto erastès (amante) ed era in moltissimi casi un rapporto che superava l'amicizia o la stima reciproca.
Era un rapporto basato sull'intesa, la fiducia, l'erotismo e sopratutto la protezione.
Se mai leggessi questa lettera ti chiederesti perché io voglia parlare di protezione, ne parlo perché sento di averti deluso sotto quel punto di vista.
Diventando nonno ho capito che dovevo darti qualcosa di più, avrei dovuto proteggerti da me stesso quando potevo e avrei dovuto aiutarti in questo viaggio alla scoperta di te stesso ma ho deciso di salire su quel treno e non farmi sentire più.
Forse in quel momento non realizzavo quanti forti fossero i miei sentimenti ma é solo dopo aver visto la sofferenza che ti ho causato che ho capito che come erastès faccio schifo.
Ho letto più volte saggi di alcuni storici che ritengono che questo tipo di rapporto passionale o molto stretto si fosse instaurato anche tra Achille e Patroclo, una "coppia" storica che io adoro tantissimi.
Condividono una delle storie di amicizia e di unione in battaglia tra le più commuoventi e sincere, come Alessandro ed Efestione uno dei due (puntualmente la spalla, il braccio destro) muore lasciando l'altro solo e furioso.
Io sono ancora vivo ma credo che se hai fatto a quel che hai fatto è anche perché io con le mie azioni ti ho spinto a desiderare una vendetta non necessaria.
Sono le due del mattino e ho tanta paura di essere il tuo Achille, colui che sogna il proprio ex compagno e brama un contatto con ciò che era solo un'ombra del suo sogno, nell'opera di Omero mai Achille potrà sfiorarlo, mai abbracciarlo o tenerlo a sè.
Potrà solo esaudire i desideri del morto, e inconsciamente lo sto facendo, ho deciso di non scrivere più...
So che non vorresti che io facessi qualcosa del genere, tu ti sei sentito in colpa e non credi di meritarmi ma in realtà é il contrario.
Ti ho rubato la spensieratezza dei tuoi anni migliori, nella notte mi sono insinuato nella tua anima succhiandone la linfa vitale e quando il tempo cancellava la traccia di me dalla tua mente io ti ho attratto a me e alla mia vita, infelice e piena di doveri senza pensare a quanto la tua umanità sarebbe stata esposta.
Ti auguro veramente di vivere da ora in poi una vita più tranquilla, fatta di musica, la tua musica.
Non dimenticherò mai la leggiadria delle tue mani su quel pianoforte e spero tu possa suonarlo sempre.
Concludo con una citazione da uno dei miei film preferiti, é uscito da poco, si chiama "Alexander"
"Io penserò sempre
a te come al Sole,
Alessandro, e
prego che il tuo sogno
illumini tutti gli uomini."

Call me by your name: Sixteen years laterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora