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– Cosa intendi dire? – chiese Harry sbarrando gli occhi. Ron sembrava aver capito, assunse un'espressione turbata alle mie parole.

– È una lunga storia... Magari una volta arrivati ad Hogwarts ve la racconto. –

– Mi sembra di aver capito che anche la tua vita è in pericolo. Perché frequentare Hogwarts? - chiese Hermione.

– Perché non farlo invece? – ribattei.

– Ho vissuto undici anni della mia vita all'oscuro di tutto e la mia vita non è mai stata in pericolo. Ad un certo punto vengo a sapere delle mie capacità e mi viene proposto di frequentare. Da allora, io non so più cosa sia trascorrere una vita normale o con la propria famiglia; non che io ne abbia avuta una normale ma per quanto spregevoli potessero essere nei miei confronti mi mancano a volte, condurre una vita normale è più bello di quanto tu creda. – spiegò Harry.

– Durante quegli anni di vita normale – sottolineai duramente – Non hai mai desiderato una scappatoia? Ti è stata data, sii grato. –

– Vale lo stesso per me. – rispose Hermione – Per quanto noiosa potesse essere, la vita babbana mi manca a volte. Era tutto cosi tranquillo. –

– Avrà la sue motivazioni per pensarla diversamente. – commentò Ginny – Magari lei non sa nemmeno cosa significhi vivere undici anni tranquilli. –

– Qui ha già trovato degli amici e qualcuno che possa capire la sua storia, vi sembra poco ragazzi? – chiese Ron deluso dalle parole dei ragazzi – Harry, non ti abbiamo giudicato per le tue scelte. Ti conosciamo da tre anni e abbiamo rischiato di lasciarci le penne per proteggerti tantissime volte e non te lo sto rinfacciando, lo rifarei ancora. La tua storia non sembra differire dalla sua, perché non capisci cosa prova? –

Il discorso breve ma intenso di Ron lasciò tutti a bocca aperta, me in primis.
Non seppi cosa rispondere ma ero colpita dal fatto che qualcuno potesse capire la mia situazione così in fretta.

La vista mi si appannò, abbassai il capo per non darlo a notare.
Delle mani afferrarono le mie: era Harry, piegato su un ginocchio davanti la mia figura seduta. Feci in modo di non lasciar cadere nessuna lacrima, mi ero promessa che non avrei pianto e mi trovavo già sull'orlo di infrangerla.
Accennò un lieve sorriso e poggiò la mano destra sulla mia spalla come per consolarmi.

– Giudicarti o ferirti non erano assolutamente le mie intenzioni. È la superficialità che mi fa parlare in questo modo: non sono uno che si dà meriti per quello che ho fatto, tendo a sminuire la realtà per continuare ad andare avanti. So esattamente cosa provi. Anzi... Qualcosa mi dice tu abbia sofferto per tutta la tua vita e farò in modo, anzi faremo in modo, che tu ti senta al sicuro qui. Mi perdoni? –

– Certo che si. –

Sorrisi e lo abbracciai forte a me. Dietro le spalle di Harry potei notare Ron asciugarsi le lacrime, che tipo adorabile.

– Sono qui ad Hogwarts per imparare e farmi degli amici. Non ho mai avuto la possibilità di farlo. A differenza vostra io ho dovuto subire conseguenze che non mi spettavano e nascondermi da tutto e tutti sin dalla nascita. Se sono qui adesso è perché ero stanca di condurre una vita come quella. Non potrò contare sulla protezione dei miei per sempre e devo poter affrontare ciò che mi ha riservato il destino. –

– Conseguenze che non ti spettavano? – chiese confusa Hermione.

– Premetto: sono fiera di essere figlia di due genitori che non mi hanno mai fatto mancare niente, ma l'essere figlia loro comporta un peso grosso da sopportare. Mia madre è riuscita a rifarsi una vita dopo tutto quello che ha passato ma mio padre... Lui è stato risucchiato dall'oblio ed è rimasto dannato. Io devo subirne le conseguenze perché... è morto. –

Harry Potter & Hurelle Gaunt: Le Profezie Mortali.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora