Capitolo 1

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"Il famosissimo serial killer noto come Nightmare non colpisce da più di due settimane, la popolazione..."
Zap
Spengo la televisione del bar, così quasi istintivamente, la clientela mi inizia a guardare con aria perplessa, io non ci faccio caso.
"Hey Lisa! Stavamo ascoltando tutti!" Mi dice Alice, lei è la mia migliore amica, la guardo e le faccio cenno di stare in silenzio.
Forse ho sbagliato ma non mi va di sentire queste cose, sembra come se i giornalisti fossero dispiaciuti che quel pazzo abbia smesso di uccidere e far scomparire dei poveri innocenti.
Li odio.
"Lisa, i clienti aspettano." Sento chiamarmi da dietro, è Robert il mio capo, ha ragione non posso perdermi nei miei pensieri, sono ancora a lavoro.
"Scusa Rob non sono in forma." Gli dico mentre afferro un bicchiere e inizio a lucidarlo per bene.
"Per me un Martini."
"Per me un Aperol"
"Un po' di Scotch"
Le persone sono così monotone, chiedono sempre le stesse cose, ripetono le stesse azioni e alle volte riescono a dire una cosa più di un milione di volte, la mente umana è come un complicato labirinto da cui nemmeno l'uomo più intelligente sulla terra riuscirebbe ad uscire.
* * *
C'è un cliente che mi incuriosisce più degli altri, è un poliziotto credo ordina sempre un caffè americano, non mette zucchero e si siede sempre nello stesso posto, davanti la grande vetrata del bar e guarda fuori come se cercasse qualcosa o meglio qualcuno.
"Ecco a lei il solito!" Gli dico mentre mi avvicino e gli porgo la tazza di caffè "Grazie mille! Lisa?" Mi chiede lui mentre legge il cartellino sulla mia camicia "Si, e tu saresti?" Rispondo io sorridendo "Mi chiamo Alexander Carter." Alexander, bel nome; ci guardiamo per qualche secondo lui mi sorride "Puoi sederti, tanto non aspetto nessuno!" Bel modo per rimorchiare una ragazza, comunque accetto l'invito e mi siedo di fronte a lui.
Alexander inizia a bere il suo caffè "Scusa, stai lavorando, forse non dovresti stare qui o il tuo capo potrebbe richiamarti." mi dice sentendosi quasi in colpa "Chi Rob? Tranquillo il mio turno è quasi finito." Lo rassicuro con un sorriso.
* * *
È passata circa un'ora e abbiamo fatto un po' di conoscenza, è davvero simpatico non è per niente come me lo aspettavo; mi ha detto che è un detective e lavora per la squadra omicidi della polizia di Los Angeles, era il mio sogno, diventare poliziotta intendo, ma purtroppo sono finita a lavorare in questa topaia in uno dei vicoletti più orrendi di Los Angeles.
"Io vado! Ciao Alice, Rob ci vediamo domani."
Il mio turno è finito, meglio rientrare a casa, la notte qui non è bello girare da sola; casa mia si trova a pochi isolati dal bar e per questo vengo sempre a piedi. Durante la mia passeggiata notturna penso alla chiacchierata avuta con Alexander, quel tipo è davvero bello, è alto, i suoi capelli perfettamente pettinati lo rendono davvero sexy e quegli occhi, di un blu intenso sono magnetici.
Sono contenta che ci siamo conosciuti, domani spero di poterci parlare di nuovo.
* * *
Entro in casa e come sempre mio fratello sta giocando con la PlayStation "Mark! Abbassa il volume!" Urlo prima di poggiare la borsa sul tavolo; Mark è un ragazzino ha diciannove anni e vive con me da quando mamma e papà sono morti, è stato orribile mio fratello aveva solo quindici anni mentre io ne avevo diciotto; ricordo quella notte come se fosse ieri, io ero ad una festa, avevo litigato con i miei perché volevo ancora rimanere, ma loro hanno insistito per venirmi a prendere dato che il giorno dopo saremmo dovuti partire per New York e mentre erano in macchina un tir è andato contro di loro, sono morti sul colpo.
Ogni volta che ci penso mi sento uno schifo, è stata tutta colpa mia, maledizione non sono mai riuscita a scusarmi né tantomeno a salutarli.
Vado in camera mia, mi tolgo il cappotto e lo getto sul letto, prendo un elastico e vado in bagno mentre cerco di raccogliermi i capelli, il mio riflesso nello specchio è sempre uguale; vedo una ragazza di ventidue anni triste, stressata e stanca i miei lunghi capelli biondi non sono più mossi come prima, i miei occhi verdi smeraldo non sorridono più da molto tempo ormai. Mi sento così vecchia, non so che cosa fare. Mi lavo il viso, l'acqua mi rinfresca e mi libera di tutti i pensieri negativi che mi annebbiano la mente; mi lego i capelli e torno in salotto "M cosa vuoi per cena?" Chiedo a mio fratello che si è messo a giocare con il suo telefono "Non lo so, pizza?" Mi chiede lui "Approvato, adesso chiamo".
Ordino due pizze una margherita e una salame piccante.
Ogni volta che guardo mio fratello penso che sia un fallito, lui ha la possibilità di studiare ma non lo fa, pensa solo a farmi disperare questa settimana è la seconda volta che devo pagare una sua multa. Se non vuole studiare deve lavorare glielo dico sempre!
Purtroppo non posso lasciarlo per strada è pur sempre mio fratello e nel profondo gli voglio un mondo di bene ma non può attaccarsi al mio conto in banca come una sanguisuga.
Driiiin
Ah finalmente! La cena.
Prendo le pizze, pago il fattorino e lo ringrazio.
"Mark, muoviti!" Urlo mentre metto le pizze sulla tavola "Arrivo, arrivo calmati" non si rende conto della situazione in cui si trova? Non credo.
Iniziamo a mangiare, io ho già finito, avevo una fame da lupi.
"A lavoro tutto bene?" Chiede mio fratello con un'intera fetta di pizza in bocca "Ho conosciuto un ragazzo, della mia stessa età pensa." Rispondo io ripensando ad Alexander "Attenzione! Lisa Stage si sta facendo degli amici!" Urla Mark per  farmi innervosire "Sta zitto razza di idiota!" Gli dico mentre gli spettino amorevolmente i capelli.
Stiamo bene insieme lui ed io, è sempre stato così, Mark c'era per me ed io c'ero e ci saròsempre per lui.
Devo dire che ha ragione però, non ho molti amici a parte Alice, lei è la migliore di tutti la adoro è una ragazza solare e divertente, non perde mai il sorriso, è il mio raggio di sole in questa vita buia e triste.
23:49
Ho sonno, tanto sonno forse è il caso che io vada a dormire "Buonanotte Mark" "Notte Lisa"
Metto la sveglia alle 06:00 già la sento suonare, vorrei non dovermi alzare.
Indosso il pigiama e mi infilo sotto le coperte calde e morbide che quasi mi avvolgono in un abbraccio.
Chiudo gli occhi e mi addormento subito.

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