Finalmente è arrivato il mio tanto agoniato giorno libero, tuttavia mi sono sempre svegliata presto.
Non mi capita più di alzarmi dal letto alle undici, non ricordo neanche l'ultima volta che mi è successo.
Mi preparo, non so bene cosa voglio fare e magari mangiare qualcosa può aiutarmi a pensare meglio; dopo essermi lavata e vestita vado in cucina, dove trovo la tavola apparecchiata per la colazione, che Mark sia impazzito? Sembra proprio di sì.
Mi siedo e inizio a mangiare con gli occhi tutto il cibo che c'è in tavola, già ne pregusto il sapore.
Mi fiondo subito sui pancakes con burro e sciroppo d'acero, ingurgito un po' del mio cappuccino e poi prendo una fetta di pane tostato e vi spalmo sopra la marmellata alla fragola.
Non facevo una colazione decente da mesi, ormai la mattina era diventata monotona, caffè e pane tostato, pane tostato e caffè.
Adesso con lo stomaco pieno anche la mia mente si riempie di idee per la giornata; potrei andare a fare shopping al nuovo centro commerciale oppure potrei proseguire la passeggiata di ieri che è stata bruscamente interrotta da Mark.
L'opzione uno mi attira di più.
Prendo il giacchino e la borsa, chiamo velocemente un taxi ed aspetto fuori dal portone il suo arrivo, impaziente.
Dopo qualche minuto vedo una macchina nera avvicinarsi, non c'è il cartellino taxi, ma bensì l'autista ha un cartellino ed un documento che attesta e verifica la sua professione.
"Oramai sono tutti così." Dice l'uomo senza distogliere lo sguardo dalla strada "Non ci sono più i classici taxi gialli, il progresso lo chiamano!" Continua accennando un sorriso sarcastico.
Il tassista è un uomo abbastanza anziano, ha superato la sessantina, e mi chiedo come possa ancora lavorare, indossa un paio di occhiali le cui lenti potrebbero benissimo essere scambiate per due fondi di bottiglia.
Non riesco bene a vedere il suo aspetto fisico ma sembra che da giovane abbia svolto parecchi lavori pesanti.
"Per dove signorina?" Vengo risvegliata dalla calma e piatta voce dell'autista, cerco di ricordare il nome del centro commerciale e poi rispondo alla sua domanda "Al Big Hall Market."
Il viaggio è stato tranquillo, niente traffico, niente trambusto, tutto è filato liscio come l'olio.
Arrivata a destinazione scendo dall'auto e pago il servizio all'uomo che mi risponde con un sorriso ampio con qualche buco qua e là, solo adesso ho notato che gli mancano almeno quattro denti.
Sorrido di rimando per poi vedere la vettura nera allontanarsi e imboccare nuovamente la strada che porta al centro città.
Entro nel grande centro commerciale, nonostante siano le nove passate è già gremito di persone intente a guardare le vetrine, tutti quanti concentrati sul modo migliore per buttare i loro soldi.
Odio i posti pieni di gente, mi sento soffocata da tutta quella marea di persone, ognuno che si muove nella sua direzione, senza badare a quello che gli succede intorno.
Faccio un respiro profondo, sembra che io debba andare in guerra.
Inizio a farmi un giro per le vetrine, non c'è nulla che mi attiri particolarmente.
Non so bene cosa sto cercando, un bel vestito magari, o un paio di jeans o anche un paio di scarpe, so solo che oggi voglio seguire la massa e buttare all'aria il mio stipendio in qualcosa di materiale.
Un paio di décolleté in velluto nero catturano improvvisamente la mia attenzione, non compro spesso scarpe con il tacco, anzi non credo di averne mai indossata una; per le donne sembra che questo sia come un rito di iniziazione, il passaggio da ragazzina ad adulta formata. Decido di entrare, devono essere mie ad ogni costo.
Una commessa si avvicina e con gentilezza e cortesia si offre di aiutarmi, io le indico fiera le scarpe da me scelte e chiedo per un trentotto.
La donna scompare nel retro in cerca delle scarpe, mentre io la aspetto seduta su una di quelle sedie che ti permettono di provarti le scarpe.
Dopo qualche minuto la vedo tornare con una scatola dorata senza alcun tipo di scritta o disegno sopra.
"Ecco a lei!" Mi dice passandomi il mio piccolo tesoro.
Eccomi, sono qui con indosso queste meravigliose scarpe, adesso il problema è alzarsi.
Mi sollevo dalla sedia, per ora tutto a posto, faccio un passo in avanti nel modo più sgraziato possibile.
Barcollo un po' e poi torno a sedere, trattengo a mala pena una risata, non so neanche camminare con i tacchi, pazzesco.
Devo riprovarci, mi alzo di nuovo e rifletto bene su quello che devo fare, è come imparare di nuovo a camminare.
Faccio un passo in avanti immaginando di indossare le mie solite vans, e devo dire che la situazione è migliorata, sarebbe stato difficile peggiorare pensandoci.
La commessa mi guarda, i suoi occhi brillano di una luce strana, felice "Le calzano a pennello!" Mi dice complimentandosi.
Io abbozzo un sorriso, farebbero di tutto pur di vedere un paio di scarpe.
Mi rinfilo le mie vans old skool logore e poi mi dirigo alla cassa per coronare il mio sogno.
•••
Esco dal negozio e adesso più che mai mi sento motivata a comprare altro, strano per una come me.
Mentre sono impegnata a scrutare per bene le altre vetrine in tasca il mio telefono inizia a vibrare insistentemente, lo afferro e con aria scocciata leggo il nome del mittente.
"Alexander Carter"
Che cosa vorrà mai da me? Non so se rispondere o meno, la mia mano trema.
Mi faccio coraggio, in fondo è solo una persona.
"Pronto?" Chiedo con cautela.
"Lisa?" Risponde una voce titubante dall'altra parte, sono sicura è Alex.
"Sì, Alex a cosa devo il piacere?" Dico di nuovo aggiungendo una terza domanda alla nostra catena.
"Ero in giro e ti ho pensato.." dice il detective con la sua solita voce piatta che non fa traspirare alcuna emozione.
"Ti andrebbe di prendere un caffè?" Chiede improvvisamente, non me lo sarei mai aspettato da un tipo come lui, ma dopotutto i poliziotti sono tutti impulsivi, la stoffa è quella.
Rifletto per un secondo sui miei eventuali impegni, ma la mia agenda mentale è vuota così accetto con entusiasmo l'offerta di Alex.
"Alle 11 davanti al 'New Avenue'"
"D'accordo, a dopo." Rispondo prima di agganciare.
Sbircio l'orologio e vedo che ho ancora del tempo da dedicare al mio shopping, direi un'abbondante quarantina di minuti, tanto il New Avenue si trova proprio dietro l'angolo, strano che non abbia scelto un bar in centro città, quelli sono così pieni di gente, forse anche a lui non piace stare in mezzo a troppe persone.
Per alcune cose siamo molto simili.
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•LOVE KILLS•
Mystery / Thriller-COMPLETATO- Lisa lavora in un bar, qui conosce Alex un brillante detective, la loro storia d'amore procede a gonfie vele fin quando un giorno Lisa si risveglia in una cella senza saperne il motivo o meglio senza ricordarlo...