- NON REVISIONATO -Eseguì un altro passo, una piroetta. Le scarpette di danza avorio immacolato fluttuavano sul pavimento liscio e dorato.
Axelle guardò quell'essere graziato e talentuoso muoversi leggiadro in una serie di passi di danza. Le ciocche rosso ciliegia svolazzanti, non più costrette in uno chignon ora allentato. Il tutù color panna sul corpo snello, un cardigan bianco, aperto e cadente sulle braccia, le lasciava scoperte le spalle diafane. Calze color carne sulle cosce marmoree, un paio di scalda muscolo ambrati si estendevano dai talloni fin sopra le ginocchia.
Axelle rimase seduta a massaggiarsi i piedi doloranti. Osservava Camille, deliziata dal sua delicatezza nel danzare. Era un'inspirazione. E un po' invidiava la sua possibilità di indossare vestiti spesso nuovi, sempre immacolati, e così ben assortiti.
Le scarpette da ballo di Axelle erano consunte e, nonostante nei loro giorni migliori fossero state rosa pallido, erano ora d'un grigio rosato poco attraente.Axelle non era povera, benestante a dire il vero, ma i suoi genitori, avari e avidi di denaro, lavoravano strenuamente e accumulavano i loro risparmi senza spenderli in sciocchezzuole, nella qual categoria si collocavano i vestiti e di conseguenza l'occorrente per danza.
- Avanti, Camille! – fu la voce del maestro a distogliere Axelle dai suoi pensieri. I suoi occhi cobalto si scontrarono col verde stagnante di quelli di Camille. Non c'era odio tra loro, forse un po' di irritazione, ma anche ammirazione reciproca. Erano da poco compagne di corso, non si conoscevano, non avevano mai tentato di approfondire la loro conoscenza da quando Camille si era trasferita lì, qualche settimana prima.
Axelle si alzò in piedi e andò alla sbarra. Iniziò ad allungarsi: quel giorno eseguire ulteriormente salti e passi vari le costava fatica; si sentiva invece in grado di fare spaccate, slanci e uno stretching approfondito.
Quando fu il tempo di andarsi a cambiare Axelle andò nello spogliatoio maschile. Hayden era nella toilette, spaziosa, la porta non era chiusa a chiave e aspettava palesemente, appoggiato al muro con le braccia nelle tasche dei pantaloni, qualcuno.
Faceva hip hop nello stesso edificio, ma Axelle non aveva riserve nel scegliersi gli uomini: che facessero danza classica o break dance, se erano attraenti o affabili non c'erano problemi. Axelle aveva molti amici maschi, non solo perché era espansiva, ma anche per i vari contatti che aveva con loro. Perlopiù contatti sessuali – una sola volta a persona - nonostante la sua persona non suggerisse nulla che lo lasciasse a vedere. Era estroversa, ma aveva l'aria di una brava ragazza, una di quelle che si applicano nello studio, nello sport, in qualsiasi attività si presenti loro.
Axelle considerava il sesso una cosa naturale, che non c'è bisogno di nascondere; non per questo andava a sbandierare ai quattro venti il numero di persone con cui era stata. Sapeva che agli occhi di altri sarebbe stata una cosa negativa. Entrata nella stanza, chiuse la porta a chiave e si tolse il top; non danzava col tutù, o si sarebbe rovinato al pari delle scarpette. I capelli dorati sparsi sulla schiena e sui seni nudi, si avvicinò al ragazzo, ora febbricitante, e mentre si spogliava del resto, lo baciò.
La porta di casa si richiuse flebilmente.
Dal colonnato dell'ingresso comparse Axelle, il borsone di danza in spalla; profumava di sapone e aveva ancora i capelli chiari umidi per la doccia.
Emmanuel era chino sulla scrivania del soggiorno, un libro di chimica avanzata sotto agli occhi. Aveva un anno meno di Axelle, ma seguiva molti corsi avanzati vista la sua bravura a scuola fin da bambino.
- Ehi – disse distogliendo lo sguardo dai libri – hai fame? Ti ho lasciato la cena sul tavolo –
Axelle gli fece un cenno e un sorriso e si sedette in cucina a cenare.
La serata trascorse in tranquillità; terminati i compiti entrambi i ragazzi andarono a dormire.
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Un amore impossibile
RomanceMi chiamo Axelle. Ho diciotto anni, frequento l'ultimo anno di liceo, sono una ballerina classica. E ho un segreto. Provo dei sentimenti per una persona con cui non potrò mai stare. È disgustoso, lo so. Ma questi pensieri non svaniscono. Penso di...