La porta cigolò dolcemente nel chiudersi, così silenziosamente che Emmanuel non sentì nulla e rimase immobile, a dormire placidamente, il petto nudo che si sollevava e abbassava con un ritmo regolare e calmo. Axelle si avvicinò lentamente e scostò le coperte dal letto per salirci sopra. Nel movimento Emmanuel mosse la testa nella sua direzione, ma senza svegliarsi. Né lo fece nel momento in cui sua sorella si distese accanto a lui nello spazio a disposizione. Quando si fu sistemata e si girò a guardare il bel viso di suo fratello, due grandi occhi verde brillante la stavano fissando, assonnati e dolci. Le si spezzò il cuore nel vedere la dolcezza che ancora serbava per lei nonostante il trattamento che aveva ricevuto quella sera da lei.
- Em – sussurrò, la voce strozzata e gli occhi che le si inumidivano; gli pose una mano sul viso, sfiorando delicatamente la sua mascella pronunciata – Mi dispiace davvero per come ti ho trattato ieri sera... non so cosa mi sia preso, io- continuò appena le fu tornata la voce, ma era ancora flebile e Em decise di interromperla perché non soffrisse ancora per una cosa così insignificante e involontaria.
- Shhh – la zittì, poggiando una mano su quella di lei, ancora ancorata alla sua guancia – Va tutto bene Elle, eri stanca e capisco benissimo che non te la sei davvero presa con me, non pensarci più, okay? –
Ciò sembrò peggiorare la situazione: le lacrime che le si erano formate negli occhi si accrebbero e scivolarono bruscamente sulle gote della ragazza, ma l'unica cosa che mugugnò fu un okay poco convinto, prima di seppellirsi nel petto del fratello.
- Ehi, ehi – le disse lui – perché piangi adesso? Non sono arrabbiato con te, non potrei mai esserlo – la strinse tra le braccia e le carezzò la schiena per rassicurarla. Elle bofonchiò qualche cosa, che fu però smorzato dal contatto col fratello.
- Che cosa? – le disse con un sorriso leggero abbozzato sulle labbra; le prese il viso tra le mani e fissò quei paffuti occhi blu, arrossati dal pianto, che ora più che mai gli ricordavano l'oceano della loro casa estiva, dove andavano ogni estate quando ancora avevano dei veri genitori.
- Sei troppo buono con me e non credo di meritarlo – gli disse.
- Non dire certe cose, sai che non è vero. Sei questa stupenda persona, la più bella e tenera che conosca e non potrei essere più felice di averti come sorella –
- Davvero? – gli chiese lei con gli occhi enormi per lo stupore e la contentezza.
- Davvero – concluse lui dandole un bacio sul naso. Elle sorrise e si strinse nuovamente tra le sue braccia, in un caldo e rassicurante abbraccio che la fece sentire amata come non sentiva più da ormai tanto, troppo tempo.
Quell'episodio, partito da un litigio e conclusosi in una serena e più forte riappacificazione cambiò repentinamente e quasi inconsciamente il loro rapporto. Non solo Axelle ed Emmanuel erano più uniti di quanto lo fossero mai stati, ma senza che lo sapessero il loro rapportò si consolidò e assunse una forma più delineata. I giorni in cui non si parlavano erano ormai lontani e dimenticati e avevano ceduto il posto a chiacchere continue, segreti mormorati di notte quando nessuno poteva sentirli e serate passate in compagnia, sentendosi a loro agio. Amavano trascorrere tutto il tempo possibile insieme e si separavano solo durante le ore di lezione, vedendosi se possibile durante gli intervalli tra una lezione e l'altra, e durante gli allenamenti, se avevano allenamenti contemporaneamente. Non capitava raramente che Emmanuel andasse a vedere le sue lezioni di danza, che finalmente aveva ripreso dopo qualche giorno di riposo (giorni che Em aveva trascorso insieme alla sorella per non farle pesare il fatto di non poter danzare) o che Axelle vedesse i suoi allenamenti e le sue partite, accompagnata da qualche amico. Anche gli amici erano ormai condivisi: non staccandosi un attimo l'uno dall'altra, non c'era modo di vedere solo gli amici dell'uno o dell'altra e anche Emmanuel divenne amico degli amici di Axelle, mentre quest'ultima, che già conosceva gli amici di Em per altri motivi, saldò con questi amicizie vere e sincere.
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Un amore impossibile
RomanceMi chiamo Axelle. Ho diciotto anni, frequento l'ultimo anno di liceo, sono una ballerina classica. E ho un segreto. Provo dei sentimenti per una persona con cui non potrò mai stare. È disgustoso, lo so. Ma questi pensieri non svaniscono. Penso di...