Capitolo Quattordicesimo

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Non durò a lungo. Emmanuel la baciò per pochi istanti prima di allontanarsi di scatto e incontrare il suo sguardo, gli occhi spalancati dallo stupore di quello che avevano appena fatto. Dinanzi a lui Axelle era rimasta ferita e lo osservava in attesa.

- Perché l'hai fatto? – chiese allora, ancora sconcertato, Emmanuel.

- Perché credi? – gli rispose lei solennemente.

Lui non disse nulla, la fissò, la mascella serrata, un'aria contrita in volto che mal si sposava con la luce di cui gli si erano infuocati gli occhi, benché a sua insaputa.

- Non deve risuccedere. – sostenne poco dopo, con un tono gelido che avrebbe potuto ghiacciare la stanza.

- Perché no? – gli chiese lei, ma accorgendosi che non avrebbe ricevuto risposta aggiunse:

- Dimmi che non hai provato niente e non lo farò più. –

Lui scosse la testa e non cedette – Non succederà più, chiaro? –

Elle non proferì più parola. Ancora tremendamente ferita, distolse solo lo sguardo e annuì, prima di alzarsi dal letto e portare via il vassoio in silenzio.



Non furono settimane facili. Per la prima volta nella sua vita, Emmanuel ignorava Axelle completamente, accentuando così il sentimento di abbattimento  che provava lei. Sbriciolatosi in niente il tempo che passavano insieme, svanite le serate trascorse spaparanzati sul divano a guardare Netflix, evaporati nel nulla i pomeriggi passati a chiacchierare o giocare al XBOX, così come le colazioni, i pranzi e le cene insieme. 

A scuola non si parlavano quasi mai, se non per mantenere le apparenze, neanche a pranzo; scambiavano parole con i loro amici, ascoltavano in silenzio, tutto ciò che avrebbero fatto se fossero stati in stanze differenti, lontani. Non si dicevano più una parola gentile dopo l'altra. Non dormivano mai nello stesso letto, non sedevano neppure sullo stesso divano. 

Emmanuel voleva annientare i suoi sentimenti, dissolverli crudamente così come erano arrivati. Lo uccideva dentro non avere nessun tipo di contatto con sua sorella, ma era risoluto. Doveva essere così.

Axelle era affranta, anche se tentava di non darlo avedere. Dormiva quasi sempre, mentre suo fratello aveva ripreso a uscire, ilpomeriggio con gli amici o i compagni di basket, la sera, andando di discotecain discoteca. 

Lei invece dormiva, per ignorare la sua esistenza, per nonricordare i bei momenti che non avrebbe più trascorso con Em, per dimenticare l'amore che provava per suo fratello; dormiva e non sognava quasi mai. Uscivadi nuovo con i ragazzi, a scuola e a danza, perlopiù per distrarsi dalledelusioni che stava affrontando quotidianamente. 

Anche a danza sembrava averperso anche ogni ispirazione. Mancava d'emozioni. D'altronde, le sembrava dinon avere più sentimenti, di averli rigettati tutti le prime serate dopo ilbacio, quando si era sciolta in lacrime ancora e ancora, ripetutamente,piangendo quello che aveva perso per l'impeto di un momento. 

Non avreidovuto farlo. Si ripeteva tra sé e sé tra una lacrima e l'altra, quasisoffocando per il nodo che le si era formato in gola. 

Continuava a chiedersicome fosse possibile passare dall'avere la cosa da lei più agognata in vita aperdere tutto, così, in un attimo, il tempo per un fuoco d'artificio di deflagrarein infinite piccole scintille; e continuava a non trovare risposta.



Care lettrici, cari lettori,

Questa settimana ho postato il capitolo con un po' di ritardo. Purtroppo è uno dei capitoli più brevi che ho scritto... è stato molto difficile passare dal rapporto amorevole di Axelle e Emmanuel a un rapporto freddo e distaccato.

Vi avverto che forse la settimana prossima salterà il nostro appuntamento con il capitolo successivo.

Non volevo lasciarvi con la suspence del capitolo tredici, quindi ho cercato in tutti i modi di postare almeno il capitolo quattordici.

Come avete potuto leggere non siamo ad un bel momento della storia, ma sento che se avessi fatto procedere la vicenda in altra maniera sarebbe stato tutto sbagliato... e troppo affrettato. Vi chiedo di pazientare, così come tocca aspettare anche a me (vorrei poter chiudere la storia qui e ora ma so per certo che sarebbe molto deludente).

Un amore impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora