Sydney aveva diciotto anni e lavorava da Starbucks. Salario minimo, riusciva a malapena a pagare l'affitto—era l'adolescente nella media che faceva fatica nella vita di tutti i giorni, e che era troppo cresciuta per vivere ancora con i suoi genitori. Non che avesse un'altra opzione, poiché entrambi i suoi genitori morirono un mese prima che lei iniziò a lavorare lì.
Il compito di Sydney era semplice. Tutto ciò che faceva era macinare i chicchi, aggiungere il gusto ed era fatta. Beh, era tutto ciò che sapeva all'epoca (ma stava migliorando). Era difficile per lei capire, perché non era abituata a realizzare bibite per gli altri, solitamente era lei la cliente.
Brooke, la sua responsabile, era molto scettica nei confronti delle abilità di Sydney. Non si fidava, e la sorvegliava tutto il tempo. Brooke non capiva che cosa succedeva dietro le porte chiuse. Nonostante fosse colpa sua se Sydney era monitorata costantemente, Brooke era una ragazza a posto.
Quel giorno rappresentò però un'eccezione.
Brooke era assente causa malattia, aveva la febbre. La manager si fidava di Sydney, per quanto strano potesse sembrare.
Potreste pensare che Sydney era stupida o avesse qualche deficit dell'apprendimento. Non era così.
Era solo negata a fare il caffè.
E non le si poteva fare una colpa, con tutte quelle strane attrezzature ed i diversi gusti da mescolare. Era tutto troppo per il suo fragile cervello.
"Il prossimo" esordì la sua flebile voce, c'era solamente una persona in fila. Sydney mantenne lo sguardo basso, scribacchiando distrattamente sul suo quaderno. Disegnava spirali, cuori, archi e frecce, cose a caso.
"Ehi, tesoro" disse la voce. Sembrava melodica ma profonda allo stesso momento, e Sydney si domandò a chi appartenesse. "Vorrei un macchiato al caramello, grande".
Sorrise a sé stessa quando posò il quaderno. Fortunatamente era la sola bibita che sapeva preparare. Si diresse all'attrezzatura e lo preparò quasi perfettamente, passo a passo. I suoi capelli ricci acconciati in una coda di cavallo alta, ondeggiavano con ogni suo movimento. Erano marroni scuri con sfumature chiare sulle punte, e le stavano bene.
Una volta finito, porse il bicchiere al cliente senza guardarlo.
"Nome?" domandò, pronta a digitare al computer in modo che apparisse sullo scontrino.
"H.S" rispose la voce. Non si porse domande, digitò quanto suggerito e premette il comando 'stampa'. "Sono le mie iniziali, comunque".
Annuì nuovamente senza alzare lo sguardo. Dentro di sé voleva sapere che tipo di persona potesse avere una voce così bella, ma la sua mancanza di sicurezza le impedì di scoprirlo. Stampò lo scontrino e glielo porse. Non poté non alzare lo sguardo, e rimase molto sorpresa quando vide chi si trovava dall'altra parte del bancone.
"Okay, sono—oddio, sei Harry Styles".
Furono le sole parole che le vennero in mente quando vide il suo volto. I riccioli color nocciola perfettamente acconciati che gli penzolavano sulla fronte, indossava una cuffia scura. Sembrava la personificazione dell'inverno.
"Esatto" disse nella sua tipica voce profonda, quella che gli si addiceva perfettamente ora che Sydney sapeva di chi si trattava.
"Frontman degli One Direction" sorrise. "Ero una fan".
Harry inarcò un sopracciglio con un piccolo sorriso. Sembrava sinceramente gentile. "Eri? Come mai non la sei più?" allungò una mano in tasca.
Sydney fece spallucce quando gli porse la bevanda. Il ragazzo lo prese con la mano libera. "Mi è passata la fissa".
"Oh, beh..." temporeggiò, e la sua espressione si fece travagliata.
"C'è qualche problema?" domandò con un sorriso, ammirando i suoi tratti che erano ancora più graziosi in persona.
"Oh, è solo che—non trovo i soldi" sospirò con fare frustrato. Harry agitò ulteriormente la mano in tasca prima di estrarla.
"Non ti preoccupare" Sydney le rivolse un sorriso. "Offro io".
Lui le sorrise grato. "Grazie...Sydney" lesse la targhetta con il suo nome, e la ragazza sorrise in risposta alla sua attitudine gentile.
"Nessun problema, Harry. Forse tornerà ad ascoltare la tua musica".
Lui ricambiò la sua espressione amichevole. "Louisville è un bel posto, sai".
Sydney non si lamentò che un cliente stesse facendo conversazione con lei, poiché di questo cliente non c'era da preoccuparsi. Era Harry Styles, cantante di una delle boy band più famose al mondo. "Sì" rispose lei. "Adoro Louisville. Sono cresciuta qui".
"Resteremo qui per un po'" disse Harry. "Tutta la band. Forse verrò qui tutti i giorni fino a quando ce ne andremo, è un bel bar".
"È uno degli Starbucks migliori in città" mentì Sydney. Quasi nessuno voleva venire qui a causa di quanto lei faceva male il caffè, ma Harry non doveva per forza saperlo. Inoltre se avesse sempre ordinato il macchiato al caramello, non l'avrebbe mai saputo.
Harry prese un sorso del suo caffè. "Sono d'accordo". Ne prese un altro e poi commentò, "fai del buon caffè".
"Grazie".
Seguì una lunga pausa. Improvvisamente Harry controllò il suo orologio da polso e raccolse le sue cose.
"Beh, devo andare" disse lentamente con il suo forte accento britannico. "Ci vediamo domani?"
"Domani" ripeté Sydney, e si sentì come se improvvisamente avesse una buona ragione per lavorare sul salario minimo. Lo guardò dirigersi verso la porta, ed Harry si voltò e le fece l'occhiolino, poi uscì dal bar. La porta emise il suono di un campanello, ed appena dopo venne riportata al silenzio di un normale giorno di lavoro.
Solo una cosa era diversa, la sua mente era concentrata su un ragazzo, uno che Sydney riteneva non l'avrebbe mai guardata.
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barista |ITA|
Fanfiction| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 "Ehi tesoro, vorrei un macchiato al caramello, grande". "Okay, sono-oddio, sei Harry Styles". Lei era una barista dal salario minimo, e lui era solamente una pop star internazionale...