Il giorno successivo Sydney attese Harry pazientemente. Era una giornata eccezionalmente lenta—non era entrato nessun cliente ed erano già le quattro. Le ore trascorrevano così lentamente quando si aspettava qualcosa, o qualcuno.
Nel frattempo Harry stava percorrendo il marciapiede con il suo amico ed uno dei suoi amici più stretti, Louis. Si comportavano come una coppia, chiunque avrebbe pensato che lo fossero.
"Devi vedere questa ragazza" Harry sorrise al pensiero dei suoi capelli ricci ed il suo sorriso ampio che non se ne andava mai dal suo viso. "È bellissima".
"È gnocca?" domandò Louis bruscamente.
"No" disse Harry. "È bellissima, non gnocca".
"Quindi ti piace".
Svoltarono ad un angolo, avvicinandosi di un isolato alla caffetteria.
"Credo di sì" Harry fece spallucce perché non ne era certo. Non sembrava che Sydney ricambiasse, sarebbe quindi stato uno spreco di sentimenti e di tempo pensare a lei quando molto probabilmente le piaceva un altro ragazzo.
Improvvisamente vide un flash con la coda dell'occhio; si trattava sicuramente di una macchina fotografica. Paparazzi.
"Merda" imprecò Harry. "Qualcuno ha appena scattato una foto. Dobbiamo muoverci".
Louis sospirò. "Perché te ne preoccupi tanto? Non è che usciamo insieme. Sembra che preferiresti uscire con Sydney—o come si chiama".
Harry afferrò Louis dal bicipite e lo trascinò velocemente lungo il marciapiede. "Sì, si chiama così" disse quando rallentarono. Abbassò lo sguardo sui suoi piedi, i quali erano coperti da uno strato bianco di neve.
"Sta nevicando" disse Louis, colui che ovviava sempre.
"Oh, davvero?" Harry tirò Louis nella caffetteria, facendo suonare la familiare campanella. Harry si guardò attorno, e rimase molto deluso quando vide un uomo al bancone al posto di Sydney.
"Quello è Sydney?" ridacchio Louis. "Pensavo avessi detto che Sydney è una ragazza".
"Sydney è una ragazza" lo guardò male. "E lui non è Sydney".
"Oh".
"Mi ha detto che ci sarebbe stata oggi. Avremmo parlato di ciò che era successo ieri".
Louis alzò gli occhi al cielo con un sorriso triste in viso. "Non è molto sensato dire gli affari tuoi ad una sconosciuta, si tratta della tua salute mentale. Tu sei famoso, e lei potrebbe diffondere ciò che le dici".
Harry si abbracciò il petto in cerca di calore. Aveva molto freddo, ed avrebbe gradito un buon caffè, ma non sarebbe lo stesso se non gliel'avesse preparato Sydney. C'era qualcosa nel fatto che lo preparava lei, che lo rendeva molto meglio. "Mi fido di lei" disse, al che Louis non rispose.
Raggiunsero insieme il bancone, e chiesero di Sydney. L'uomo disse loro che non si era sentita bene ed era andata a casa, il che peggiorò l'umore di Harry.
"Potremmo andare a vedere se è nel parcheggio" suggerì Louis, ma Harry era già convinto che non ci fosse.
Invece di ribattere, seguì Louis dietro la porta e nel parcheggio, dove vide esattamente ciò che Louis aveva predetto. Sydney era appoggiata ad un'Honda blu scuro, attorno a lei si trovava della bile.
Harry si affrettò al suo fianco e la abbracciò. "Stai bene, che succede?"
Sydney sorride debolmente. "Sono solo un po' sotto tono. Me la caverò, devo solo andare a casa".
"No" disse Harry. "Non sembri stare bene, non puoi guidare così".
Seguì un silenzio, poi Louis esordì.
"Devi andare dal dottore".
"Ragazzi, vi sto dicendo che sto bene!" sbottò lei, ed Harry indietreggiò di qualche passo. Era un po' ferito dalla sua risposta, ma la comprendeva.
"Sai perché stai male?"
Sydney annuì lentamente. "Ho solo bevuto un pessimo caffè, tutto qui".
"Un pessimo caffè" ripeté Harry, e poi rise. "Un pessimo caffè".
"Già" disse lei monotono, infilandosi al posto di guida.
"Ehi, non andartene" Harry sospirò. "Mi spiace, ma non stai bene e credo che tu abbiamo bisogno di cure".
"Sei una brava persona" Sydney gli sorrise debolmente. Portò la mano sulla maniglia della porta.
"Non chiudere" l'implorò Harry.
"Volevo solo parlarti, ma non mi sento bene, quindi potremmo parlare lunedì" rispose Sydney.
Udire la parola 'lunedì' invece di 'domenica' fece scattare qualcosa in lui. Era quasi come se non avesse voluto vederlo. Sydney sembrava essere l'unica ragazza, l'unica diciottenne che desiderava evitarlo.
"Perché lunedì?" domandò.
"Domani vado al collage" disse, "mi sto laureando in insegnamento".
"Oh" ribatté Harry. Non erano affari suoi, ma voleva conoscerla di più.
"Allora ci vediamo lunedì?" Sydney sospirò, e si passò una mano ossuta nei capelli. Le sue unghie erano coperte di smalto bianco.
"Sì" s'intromise Louis. Sydney gli rivolse un'occhiata e sorrise, prima di spostare l'attenzione su Harry e sorridere ancora più ampiamente. Sembrava un angelo, una dea mandata dal paradiso solo per fargli provare certi sentimenti.
"Ciao Sydney" disse Harry. "Ti scrivo, o sai—puoi scrivermi quando ti sentirai meglio".
"Certo" rispose Sydney chiudendo la portiera. Harry e Louis evitarono la chiazza di bile ed osservarono la macchina uscire dal parcheggio. Percorse la strada prima di uscire dal loro campo visivo. Si chiesero che fare.
La neve formava uno strato leggero a terra, ed il paesaggio era calmo e pacifico.
"Mi domando che cosa se ne farà quel paparazzo con la foto che ci ha scattato" espresse Harry. Louis fece spallucce, la sua tipica reazione, e rientrò nella caffetteria. Dopo un istante in cui pensò con fare sognante a Sydney, lo seguì.
Lo stesso barista stava prendendo ordini. La sua targhetta li informò che si chiamava Tom.
"Benvenuti a Starbucks, che cosa vi posso fare?" domandò con fare gentile. Ad Harry piaceva quel ragazzo, era vestito bene. Non sembrava il genere di tizio che s'intratteneva con Sydney, il che era ottimo per lui.
"Un frappè al caramello. Grande" disse Harry brevemente, ed aggiunse, "ed un biscotto alle gocce di cioccolato".
Louis alzò la mano come se fosse a scuola. "Latte alla zucca e cannella".
Tom digitò qualche tasto sul computer, poi alla cassa, e nuovamente al computer. Porse a Louis lo scontrino e si diresse alle macchine.
"Non puoi lasciare che una ragazza ti impedisca di goderti il tuo caffè" Louis diede una gomitata ad Harry, gesto che non apprezzò.
"Non è così" si difese. "È solo una ragazza".
Sfortunatamente Harry era un pessimo bugiardo. Louis fu in grado di capire la verità, e rivolse all'amico un sorriso comprensivo.
"Sei completamente cotto" fu tutto ciò che disse Louis.
Tom porse ai due i drink ed il biscotto ad Harry, disponendolo in un tovagliolo in un sacchetto marrone—non gli venne presentato bene come quando l'aveva fatto Sydney. L'immaginò in classe, al college.
Si sedette con Louis e bevve il suo caffè in silenzio, mangiando il biscotto. Non riuscì a smettere di pensare alla ragazza dai lunghi capelli ricci ed il sorriso raggiante.
Nel frattempo da qualche parte, la ragazza stava pensando all'allegro ragazzo membro della boyband che non le piaceva solo per la fama, ma come persona.

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barista |ITA|
Fanfiction| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 "Ehi tesoro, vorrei un macchiato al caramello, grande". "Okay, sono-oddio, sei Harry Styles". Lei era una barista dal salario minimo, e lui era solamente una pop star internazionale...