2

449 19 0
                                    

Sydney tamburellò leggermente le sue dita magre sul tavolo. Era il secondo giorno in cui Harry Styles, fra tutti, era previsto come cliente allo Starbucks in cui lavorava. Brooke era ancora assente per malattia, il che era una cosa positiva e negativa allo stesso tempo. Sydney aveva bisogno che Brooke le insegnasse altri metodi, ma allo stesso tempo Brooke non avrebbe concesso a Sydney di servire Harry.

Era tanto annoiata, fino a quando la campanella tintinnò—segnalando che qualcuno era appena entrato nella caffetteria. Rivolse un'occhiata alla porta, e la sua espressione cedette quando vide che si trattava solamente di un vecchio cliente. In realtà era un cliente abituale. John, il suo vicino, frequentava il suo Starbucks a quell'ora, alle sei di sera.

La raggiunse al bancone ed appoggiò le braccia sul marmo. Il solito era qualcosa che Sydney non era molto abile nel fare, quindi era già preoccupata.

"Il solito" disse John senza alzare lo sguardo, e Sydney annuì per confermare che l'aveva sentito. Si voltò verso le attrezzature, ed il panico la pervase.

Improvvisamente suonò nuovamente la campanella. Si voltò per controllare la porta, e provò speranza quando vide Harry.

Questa volta indossava un cappotto pesante e jeans scuri aderenti. La sua cuffia nera era ricoperta di bianco, un segno che stava nevicando ed Harry aveva fatto una passeggiata. Era particolarmente bello, non c'era molta differenza dalla prima volta in cui l'aveva visto.

Sarebbe troppo chiedere ad una celebrità di aiutarmi a fare un frappè? pensò. Sydney, in quanto ragazza innocente, lo chiamò.

"Harry!" lo chiamò, ottenendo un'espressione contrariata dal suo vicino—il quale attendeva impazientemente il suo drink. "Grazie al cielo sei qui per aiutare con gli ordini".

Fortunatamente Harry comprese. Le sorrise e si spostò dietro al bancone prima di voltarsi verso John.

"Mi scusi signore" rivolse a John un sorriso con tanto di fossette. "Sydney è un'interna, è il mio compito aiutarla a migliorare la tecnica. Mi scusi per il disagio".

"Nessun problema" per la prima volta Sydney vide sorridere l'uomo di mezza età. La pelle attorno ai suoi occhi formò delle zampe di gallina, e per una volta sembrò un uomo decente.

Harry si voltò verso di lei, ed insieme si diressero verso la macchina per la macinazione dei chicchi, dando le spalle ai clienti. In qualche modo il ragazzo riuscì a farla funzionare, ogni tanto guardava Sydney.

"Ti ho salvata" disse Harry in tono infantile. "Dì 'grazie'".

"Grazie" disse Sydney con fare educato. Solitamente non impiegava molto tempo per arrendersi, specialmente quando si trattava dei comportamenti.

Harry realizzò in fretta un frappè perfetto—almeno, era ciò che sembrava. Quando Sydney lo resse le sembrava fosse caffè, ma più caldo.

Sydney lo porse con rispetto a John, e l'uomo pagò il suo ordine. Uscì dalla caffetteria, lentamente, e la campanella risuonò nuovamente.

Harry raggirò il bancone portandosi di fronte ad esso.

"Voglio un ordine diverso" disse con fare allegro. "E questa volta ho i soldi".

"Wow" disse Sydney con fare sorpreso. "Ma spero che tu sappia che io non so fare nient'altro che un macchiato al caramello".

Harry unì le mani. "Bene, perché è ciò che ordinerò. Quello ed una piccola fetta di torta al cioccolato".

"Nessun problema" Sydney inserì i prezzi al computer, ma aggiunse segretamente qualche coupon al suo ordine. "Sono cinque e ottantadue".

"Costa poco" commentò Harry, ed estrasse il portafoglio. Le porse dieci dollari.

"Ti do il resto".

"No, tienilo" le sorrise. "Lavori già con il salario minimo, e dieci dollari non è niente rispetto a ciò che guadagno".

Sydney non poté non accettare. Non gli disse che frequentava l'università per potersi permettere un lavoro migliore. Sydney non era una cacciatrice di dote o qualcosa del genere.

Gli preparò il drink come aveva fatto il giorno prima, e glielo porse. Poi raccolse una fetta di torta con un tovagliolo prima di riporla in una busta marrone di carta.

Harry l'afferrò felicemente, e le sue dita sfiorarono quelle di lei per un secondo.

"Stavo pensando che forse potremmo sederci a parlare" disse Harry con fare timido, comportamento che Sydney non pensava fosse attribuito a lui. "Dato che, sai, questo Starbucks non è molto frequentato e uhm—i ragazzi sono fuori per locali".

Sydney si tolse il grembiule e lo ripose sotto al bancone. Oltrepassò il bancone portando con sé una ciambella. "Tu non vai per locali?" domandò.

Harry la accompagnò ad un tavolo per due. Le porse la sedia e lei l'accettò, poi Harry si accomodò di fronte a lei. "No" rispose. "Una volta sono uscito con loro, e lascia che te lo dica: i dopo sbornia non sono divertenti".

Sydney fece spallucce. "Ho diciotto anni, quindi tecnicamente non posso andare per locali".

Harry le offrì un pezzo di torta al cioccolato, ma lei rifiutò educatamente e mangiò la sua ciambella.

I due conversarono per un po' su diverse cose. Passarono da argomenti come l'età per andare per locali, alle esperienze festaiole dei due ed alle superiori, poi dalle superiori alle medie alle elementari ed ai ricordi dell'infanzia.

"Adesso devo andare" disse Harry dopo aver controllato l'orologio. "Solo perché tu lo sappia Paul dice che il mio coprifuoco è esattamente alle otto".

Sydney inarcò un sopracciglio con un sorriso. "Paul? Coprifuoco?"

Harry si alzò in piedi e gettò il contenitore del dolce e del suo drink. Il negozio era così piccolo che il sussurro di Harry fu udibile. "Paul è la nostra guardia di sicurezza. E sì, abbiamo un coprifuoco".

Sydney ridacchiò. Non aveva mai immaginato che un pop star internazionale avrebbe avuto un limite di tempo in cui rientrare.

"Okay—beh, ci vediamo domani".

Harry si accigliò ed abbassò lo sguardo sui suoi stivali di pelle, come se improvvisamente fossero interessanti.

"Che c'è che non va?" domandò, pregando che Harry ritornasse da lei.

"Domani non posso" disse. "Ho un...uhm—un appuntamento dal dottore".

Sydney si alzò in piedi e getto il contenitore della ciambella. La ragazza media avrebbe provato ansia attorno ad Harry, ma lei si sentiva sé stessa.

"Non ti preoccupare, Harry" gli sorrise e lo accolse in un breve abbraccio. "Sono certa che andrà tutto bene".

"Sì" ribatté lui a bassa voce. "Vorrei che incontrassi la mia ragazza questo sabato. Tornerò sabato".

Sydney avrebbe dovuto essere felice per Harry, invece provava qualcos'altro. Avrebbe desiderato essere qualcosa di più rispetto alla barista di Harry Styles, ma dalle sue parole le era chiaro che non sarebbe stato così.

"Oh, okay" la sua voce si abbassò di qualche ottava. Harry capì che c'era qualcosa di sbagliato, e le rivolse un sorriso empatico. Niente riuscì a risollevarle l'umore, poiché era appena messa nella friend—zone da Harry Styles.

"Ci vediamo sabato" disse Harry con fare meno allegro, e Sydney annuì in risposta.

"Buon giovedì" disse, ma solamente per seguire il protocollo d'educazione.

"Anche tu" rispose Harry a voce bassa, e quando uscì dalla caffetteria e la porta trillò, Sydney dovette combattere la necessità di piangere. 

barista |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora