CAPITOLO 1 - PARTE 1 - L'INIZIO DELLA STORIA

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SANEM

Guardo il riflesso di me stessa nei vetri della porta della bottega di famiglia, qualche istante prima di aprire e iniziare una nuova giornata. Mi accorgo che la mia solita t-shirt sgualcita e i jeans di sempre hanno preso il posto della gonna a quadri rossi e del top in pizzo bianco che, evidentemente, stavo solo sognando di indossare. Accidenti, anche oggi sono in ritardo!

Mi affretto ad aprire: i primi clienti non tarderanno ad arrivare. La drogheria del mio papà è piccola ma i miei genitori l'hanno messa su con grande sacrificio e, dopo la laurea, è diventata il mio rifugio e la mia seconda casa.

Il negozio mi dà l'occasione di dare una mano a mio padre e di stare a contatto con la gente, ma la verità è che qui posso trascorrere il tempo a scrivere le mie novelle mangiando dei deliziosi simit!

Ho due grandi sogni da sempre: il primo è diventare una scrittrice di successo e il secondo è andare a vivere alle Galapagos. Lo so che può sembrare strano, ma che c'è di male a sognare e a viaggiare con la mente verso luoghi lontani? Mi aiuta ad evadere dalla realtà.

A proposito di realtà... Vedo da lontano arrivare Muzaffer, quel gran rompiscatole! Gli voglio bene, ma si è messo in testa strane idee su noi due. Non è il mio tipo, non so come farglielo capire. Io sogno un principe selvaggio e dolce, che mi prenda nelle sue braccia forti e mi porti in giro per il mondo, un po' come quei grandi uccelli delle Galapagos, gli albatros. Ecco, come un albatros forte e vigoroso, il mio principe deve spiegare le sue ali e farmi volare con lui sui grandi oceani e sui deserti e sui...

Il tocco di Muzaffer alla porta mi fa sobbalzare. Perché accidenti deve passare per questa bottega tutti i santi giorni?!

– Sanem! Cosa fai di bello?

Sorride e mi mostra tutti suoi denti. Sembra più allegro del solito. Odio quella faccia, con quel suo sorriso, metà sornione metà pesce lesso. Odio ritrovarmela davanti ogni mattina.

-Scrivo il mio romanzo, Zebercet.

-Il mio nome è Muzaffer! Quando la smetterai di chiamarmi Zebercet? Si avvicina curioso e si siede sul ripiano della cassa. E... dimmi: ci sono anche io in questo romanzo? Mi chiede, compiaciuto.

-Certo che no Zebercet, sto scrivendo dei miei sogni!

-Beh, faresti bene a far apparire il mio nome nella tua storia, visto che da oggi in poi ne farò parte per davvero.

Continua a sorridermi. Giuro che gli darei un pugno su quei denti! Sto veramente perdendo la pazienza. Non so se voglio ucciderlo e farlo a pezzi o prenderlo a sberle e farlo scappare. In fondo è un mio amico, me le sue idee strampalate su noi due mi irritano.

-Non dire sciocchezze Muzaffer!

Non ne dico affatto, Sanem! Sono passato giusto ad informarti che domani sera siamo invitati a casa tua io e la mamma, per il nostro fidanzamento ufficiale. Volevamo passare oggi in verità, ma Mevkibeh ha preferito domani. Sanem... ci sposiamo!

Cosa???? Ma che diavolo di stupidaggine colossale è questa? Ma tu guarda cosa mi tocca sentire! Zebercet, adesso stai esagerando! Sarà una delle sue ridicole trovate o i miei genitori sono impazziti! Ho un urgente bisogno di parlare con loro. Devo togliermi questo dubbio. Questa faccenda va risolta subito.

-Aspetta qui Muzaffer! Stai attento alla bottega!

Esco dal negozio di corsa e mi fiondo in casa, che per fortuna è dall'altro lato della strada. Mi trovo davanti Leyla, la mia cara sorellina che ultimamente sembra il riflesso della mamma. Non fa che strillarmi. Sanem, non fare questo, Sanem, non fare quello! Non ne posso più!

L'albatros e la fenice - Fan Fiction Erkenci KusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora