La freccia vola per pochi secondi prima di piantarsi nel bersaglio con un tonfo."Quello è uno zero?"
"Una M"
Aggrotto le sopracciglia.
"M, Missed" dice Peter sorridendo "Uno zero, sì"
Faccio una smorfia, appoggiando il flettente inferiore dell'arco sul mio piede, come il ragazzo mi ha detto di fare, la testa sull'altro ed emettendo uno sbuffo.
"Direi che non fa per me" borbotto.
"Vedo proprio il fuoco della determinazione che arde in te" commenta Peter divertito.
"Non fare battute sul fuoco con me" lo ammonisco "E poi, a mio parere sei tu che sbagli ad insegnare, hai fatto soltanto un anno di questo sport, non sei proprio classificato"
Lui fa una finta faccia scandalizzata, sollevando due dita. "Ho fatto due anni di tiro con l'arco, e non ti permetto di sminuirlo"
"Comunque il tuo problema è semplice" continua, standomi di fronte ed indicando la corda tesa dell'arco "Quando rilasci la freccia la tua mano schizza via, mentre invece dovrebbe rimanere attaccata al mento... Guarda, così"
Mi afferra con delicatezza il polso, provocandomi un brivido, e portando la mia mano sotto il mento, poi la sposta indietro, a lato del collo, facendo però aderire sempre le dita alla mia pelle. Annuisco per evidenziare che ho capito, così Peter mi lascia provare un'altra freccia.
A quanto dice lui sto tirando con un arco scuola, che praticamente è un arco olimpico ma soltanto col mirino e senza stabilizzazione completa - non ho idea di cosa sia -, è un'arma semplice, di legno, che abbiamo recuperato da una cassapanca nel salotto-area caffè, dove ho scoperto tengono quasi tutte le armi da gittata.
Incocco la freccia e la posiziono sul suo sostegno - chiamasi rest a quanto pare -, sollevando l'arco ed esercitando la trazione. Una volta che devo rilasciare cerco di fare come ha detto.
La freccia si pianta nel centro preciso del bersaglio.
Peccato che io abbia colto un guizzo sospetto al margine del mio campo visivo.
Abbasso l'arco puntando un dito contro Peter. "Sei stato tu!" esclamo indignata.
Lui in riposta ride. Errore. Una folata d'aria lo spinge, costringendolo a fare dei passi all'indietro per non rovinare a terra.
Errore mio. Una forza invisibile mi stringe il torace sollevandomi e trasportandomi indietro di alcuni metri, l'arco mi sfugge di mano ma non sembra subire particolari danni. Peter mi deposita a terra con forza e stavolta e il mio turno di annaspare per non cadere.
Il ragazzo mi guarda soddisfatto ma ha il respiro accelerato, segno che ancora si stanca velocemente ad usare i suoi poteri. Un punto a mio favore.
Alzo le mani, facendogli segno di farsi avanti, un sorriso di sfida stampato in faccia.
Prima che abbia tempo di fare qualsiasi mossa il mio telefono vibra di nuovo nella tasca.
Julian!
Alzo una mano per interrompere lo scontro mai iniziato e estraggo il cellulare dalla tasca.
-Perciò, riguardo a prima, quando possiamo vederci? (scusa se non ho risposto prima, mia sorella aveva bisogno di una cosa) -
Per poco non lascio cadere il telefono. Rileggo i messaggi precedenti per accertarmi di non star sognando. Un ragazzo molto bello ha davvero accettato di vederci?
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The Gift
FantasiÈ strano come appoggiare la mano su un fornello acceso senza farsi un graffio possa cambiare tutto il tuo mondo. Di come possa svelare pericoli che nella tua città non credevi esistessero. Allison manifesta dei poteri che stravolgono la sua realtà...