3 marzo 1956

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3 marzo




Quando  erano rientrati alla base il Soldato d'Inverno si era dileguato senza  darle alcuna spiegazione, non le aveva nemmeno chiesto il perché o da  quanto lo stesse pedinando... se ne era sorpreso non l'aveva dato a  vedere, mentre Natalia si era diretta a passo spedito verso gli alloggi  dei Capi con la bambina ancora avvinghiata al collo.

Aveva  aspettato diligentemente alla porta di Madame B, sforzandosi di restare  impassibile di fronte alla donna alta e dal cipiglio severo che si era  affacciata alla soglia, ascoltando le sue ragioni mentre studiava la  bambina.

-Sei consapevole che sarebbe dovuta morire insieme al padre nel vicolo, vero?

-Può esserci utile. –ribatte con una risposta pragmatica, sforzandosi di non abbassare lo sguardo.

-È  pietà Natalia? -chiede Madame B soppesando il suo verdetto, studiandola  senza esprimere il proprio giudizio al riguardo, instillandole una  punta di dubbio che la ragazza si impone di non far trasparire.

A  quella domanda aveva distolto lo sguardo pur di non ammettere ad alta  voce quella debolezza, limitandosi ad accompagnare Madame B nei  dormitori, dove aveva ammanettato la bimba alla testiera del letto come  le altre ragazzine, girando i tacchi memore degli ordini di Ivan ed  incurante del fatto che fosse notte fonda, Natalia si era dileguata  dirigendosi a fare rapporto.

-Rapporto  missione, Soldato. -la voce del Generale Karpov l'aveva bloccata sul  corridoio quando era passata davanti alla porta del suo ufficio lasciata  incautamente socchiusa, ascoltando impensierita la voce del Soldato  d'Inverno in risposta che filtrava attraverso l'uscio raccontando  un'altra versione dei fatti.

-Target deceduto... ma...

-Non ci dovevano essere "ma" Soldato.

-La  bambina. -mormora con una nota di rammarico ben udibile nella voce, e  Natalia non sa spiegarsi perché riesce benissimo ad immaginarselo mentre  leva lo sguardo colorato di rimpianto verso Karpov, ritrovandosi  inconsciamente a trattenere il fiato perchè ormai dopo anni di servizio  nella Stanza Rossa conosceva perfettamente quali erano le conseguenze se  dai sottoposti si levava un tono del genere.

-L'hai uccisa?

-Dovevo sapere della bambina. -insiste con voce leggermente più salda, ma non abbastanza.

-No, non faceva alcuna differenza.

-Si invece... mi ricordava qualcuno [1], ho deciso di risparmiarla.

Natalia  aveva trattenuto nuovamente il fiato perchè quella di risparmiare la  bambina era stata una sua decisione, il Soldato l'aveva semplicemente  assecondata... aveva detto che lui non si sarebbe preso nessuna  responsabilità, non capiva perché ora si assumesse pienamente la colpa.

-È pietà Soldato?

Lo  schiaffo era arrivato così forte che Natalia l'aveva sentito nonostante  la porta socchiusa, il Soldato d'Inverno era rimasto in silenzio mentre  lo picchiavano a sangue, mentre Natalia ascoltava immobile,  interrogandosi sul perchè un uomo che non le doveva niente, si fosse  fatto carico delle sue debolezze... identificando la motivazione nel  rispecchiarsi in esse.

Natalia  si era defilata correndo dal patrigno mentre all'interno della stanza  Karpov discuteva con Lukin di reset cerebrale... imparando indirettamente  la lezione più importante di tutte: la pietà non era contemplata in  Russia, era solamente l'ennesima debolezza da eliminare.










Note:

   

[1] Riferimento  a Rebecca Barnes, la sorella minore di James. Sono dell'opinione che  con l'inizio del riaffiorare della sfera emotiva ritornino anche i primi  ricordi, in questo caso in particolare visto che esteticamente le due  bambine sono molto simili.

1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora