3 marzo
Quando erano rientrati alla base il Soldato d'Inverno si era dileguato senza darle alcuna spiegazione, non le aveva nemmeno chiesto il perché o da quanto lo stesse pedinando... se ne era sorpreso non l'aveva dato a vedere, mentre Natalia si era diretta a passo spedito verso gli alloggi dei Capi con la bambina ancora avvinghiata al collo.
Aveva aspettato diligentemente alla porta di Madame B, sforzandosi di restare impassibile di fronte alla donna alta e dal cipiglio severo che si era affacciata alla soglia, ascoltando le sue ragioni mentre studiava la bambina.
-Sei consapevole che sarebbe dovuta morire insieme al padre nel vicolo, vero?
-Può esserci utile. –ribatte con una risposta pragmatica, sforzandosi di non abbassare lo sguardo.
-È pietà Natalia? -chiede Madame B soppesando il suo verdetto, studiandola senza esprimere il proprio giudizio al riguardo, instillandole una punta di dubbio che la ragazza si impone di non far trasparire.
A quella domanda aveva distolto lo sguardo pur di non ammettere ad alta voce quella debolezza, limitandosi ad accompagnare Madame B nei dormitori, dove aveva ammanettato la bimba alla testiera del letto come le altre ragazzine, girando i tacchi memore degli ordini di Ivan ed incurante del fatto che fosse notte fonda, Natalia si era dileguata dirigendosi a fare rapporto.
-Rapporto missione, Soldato. -la voce del Generale Karpov l'aveva bloccata sul corridoio quando era passata davanti alla porta del suo ufficio lasciata incautamente socchiusa, ascoltando impensierita la voce del Soldato d'Inverno in risposta che filtrava attraverso l'uscio raccontando un'altra versione dei fatti.
-Target deceduto... ma...
-Non ci dovevano essere "ma" Soldato.
-La bambina. -mormora con una nota di rammarico ben udibile nella voce, e Natalia non sa spiegarsi perché riesce benissimo ad immaginarselo mentre leva lo sguardo colorato di rimpianto verso Karpov, ritrovandosi inconsciamente a trattenere il fiato perchè ormai dopo anni di servizio nella Stanza Rossa conosceva perfettamente quali erano le conseguenze se dai sottoposti si levava un tono del genere.
-L'hai uccisa?
-Dovevo sapere della bambina. -insiste con voce leggermente più salda, ma non abbastanza.
-No, non faceva alcuna differenza.
-Si invece... mi ricordava qualcuno [1], ho deciso di risparmiarla.
Natalia aveva trattenuto nuovamente il fiato perchè quella di risparmiare la bambina era stata una sua decisione, il Soldato l'aveva semplicemente assecondata... aveva detto che lui non si sarebbe preso nessuna responsabilità, non capiva perché ora si assumesse pienamente la colpa.
-È pietà Soldato?
Lo schiaffo era arrivato così forte che Natalia l'aveva sentito nonostante la porta socchiusa, il Soldato d'Inverno era rimasto in silenzio mentre lo picchiavano a sangue, mentre Natalia ascoltava immobile, interrogandosi sul perchè un uomo che non le doveva niente, si fosse fatto carico delle sue debolezze... identificando la motivazione nel rispecchiarsi in esse.
Natalia si era defilata correndo dal patrigno mentre all'interno della stanza Karpov discuteva con Lukin di reset cerebrale... imparando indirettamente la lezione più importante di tutte: la pietà non era contemplata in Russia, era solamente l'ennesima debolezza da eliminare.
Note:
[1] Riferimento a Rebecca Barnes, la sorella minore di James. Sono dell'opinione che con l'inizio del riaffiorare della sfera emotiva ritornino anche i primi ricordi, in questo caso in particolare visto che esteticamente le due bambine sono molto simili.
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1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]
Fanfiction1956: Russia, base operativa del KGB. La nascita della leggenda di Vedova Nera e Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino. Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali...