1956, un istinto omicida soppresso a fatica
James sa benissimo che cosa le ha detto, sui vincoli che le ha imposto e sulle tacite regole che hanno concordato, perché scappare da Mosca è un bisogno talmente vitale che non possono permettersi nemmeno uno sbaglio... ci passano sopra da mesi –le brutture, gli abusi, la violenza, i segreti mortali– e chiudere gli occhi per un altra notte soltanto non è poi la fine del mondo, perché se tutto va secondo i piani tra quarantotto ore saranno sufficientemente lontani dal Cremlino al punto che l'idea di dimenticare non sarà più solo una vana illusione decretata nel buio di una stanza, ma diventerà una realtà definita ed incamerata nel concetto nebuloso di "casa" che si regge in piedi con la sola forza dei loro corpi stretti in un abbraccio.
James sa benissimo cosa ha detto a Natalia, ma ora che la sta guardando dall'alto della graticcia impotente, con un fucile da precisione tra le mani che freme per strusciare i colpi in canna a differenza della donna che giace inerte sconvolta dal sangue che la circonda, vorrebbe solamente avere la libertà di correre giù dal punto in cui si trova e stringerla a sé con talmente forza da poter annullarla dentro di lui e nasconderla agli orrori del mondo... ma non può farlo, perché se cede all'impulso loro due si ridurranno ad altri due cadaveri da sommare ai corpi che grondano sangue riversi nella platea e tra i palchetti.
Può guardarla a distanza fingendo indifferenza, intrappolando un grido muto tra le labbra ed inghiottirlo a forza, con la speranza viscerale che si riprenda prima che qualcuno alzi il capo su di lei e capisca... non può aver un crollo ora ad un passo dal sipario infuocato che faranno calare su Mosca, bloccati entrambi sul posto con una mano tesa verso una speranza ancora irraggiungibile, desiderando con tutto se stesso di poter riderci sopra tra un paio di giorni liquidando tutti quei mesi alla stregua di un incubo infinito dal quale si era appena svegliato.
James sa benissimo che vincoli e che promesse ha strappato dalla gola di Natalia, ma ora che Ivan Petrovich1 entra nel raggio d'azione del suo mirino e la tocca –la riscuote– al suo posto con quelle mani luride, trova estremamente difficile dominarsi dal sfiorare il grilletto e far partire il colpo in canna per errore.
Ma lui non commette mai errori, e loro lo sanno.
Cerca di distoglierlo, lo sguardo... ma il profilo aguzzo di Madame B, il ghigno di Lukin ed il sorriso estatico di Karpov gli fanno desiderare di imbracciare un mitragliatore dalle cartucce già srotolate ed infinite1 –pronte all'uso per sedare la sua rabbia un proiettile alla volta– per non lasciare altro che resti irriconoscibili con una quantità di piombo a bucare loro le vene da superare i livelli di sangue in corpo... sa che è terribilmente semplice, basta la perdita di poco meno di due litri per essere certi di spedire qualcuno al Creatore – ammesso che Lui esista, dopo ciò che ha visto e subíto ne dubita fortemente.
Petrovich è riuscito a far alzare Natalia da terra e dall'espressione che ha dipinta sul volto sembra non sospettare nulla, nonostante la donna si avvii verso i camerini senza chiedere il permesso con il passo rigido di un automa... e lui scende sperando di riuscire a nascondersi tra le ombre e raggiungerla per sincerarsi sulle sue condizioni prima che qualcuno lo richiami all'ordine, ma prontamente Karpov sbraita il suo nome e si vede costretto a serrare i ranghi obbligandosi ad un saluto militare obbediente.
«Ottimo lavoro солдат, non credi?»
Tace permettendogli di prendersi gioco di lui, mordendosi la lingua fingendo di essere ancora programmato per eseguire solamente ordini, negandosi la libertà di esprimersi se non sollecitato a farlo da un ordine diretto... ha quasi commesso un errore giorni prima nel tentativo di proteggerla dalle insinuazioni di Dmitri1, l'occhiata del suo Capo era stata molto eloquente in merito, come a sfidarlo ad articolare un'altra sola sillaba senza un permesso diretto.
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1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]
Fanfiction1956: Russia, base operativa del KGB. La nascita della leggenda di Vedova Nera e Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino. Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali...