10 aprile 1956

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10 aprile


Ivan le aveva messo un fermo da una settimana. Le avevano proibito tutti gli allenamenti confinandola a letto, poteva muoversi solo sotto supervisione per assistere agli allenamenti delle bambine.
Dopo averle viste per sette giorni di fila sputare sangue sul ring, spezzarsi le dita dei piedi sulle punte e ripetere per l'ennesima volta l'intera pellicola di Biancaneve in inglese era ad un passo da un esaurimento di nervi [1]... solo perché aveva recitato troppo bene la sua parte.
Il siero della Vedova Nera non faceva miracoli, avrebbe dovuto dare retta al Soldato e arrendersi prima che le spezzasse le costole... ora rischiava di perforarsi un polmone ad ogni movimento brusco.
Non le avevano dato cure mediche, aveva avuto diritto al riposo il tempo necessario per essere dichiarata fuori pericolo e, nel mentre, le era severamente vietato di avvicinarsi al Soldato d'Inverno.
Aveva decisamente recitato troppo bene a sua parte ma le sembrava di impazzire, segregata nella sua stanza e controllata costantemente, le mancavano le briciole di libertà che si era guadagnata negli anni.
Principalmente per quel motivo ora si ritrovava ad arrancare in corridoio, muovendosi sui punti cechi, nel tentativo di raggiungere il tetto. Era riuscita a non far cigolare i cardini, ma il rumore infernale era stato sostituito dal rumore distinto di una mano che armava il grilletto.
-Se lo volessi sul serio avresti già sparato.
Il Soldato d'Inverno se ne stava seduto sul pezzo di cornicione che non veniva ripreso dalla telecamera, stava abbassando la pistola con un mezzo sorriso sul volto.
-Non abbasso mai la guardia.
-Lo so.
Natalia non sapeva quale parte del suo cervello era riuscita a convincerla, ma aveva chiuso la porta alle spalle e l'aveva raggiunto sul cornicione sedendosi al suo fianco.
-Mi dispiace per le costole.
Aveva tentato di non fare smorfie mentre si sedeva ma era stato un tentativo inutile.
-Credo tu sia la prima persona a scusarsi per un paio di costole.
-Credo tu sia la prima, dopo anni, a definirmi persona. –la sincerità disarmante e il tono con cui aveva proferito quella frase la spiazzava completamente.
-Non sei una macchina, avevi più di una buona occasione per uccidermi e non l'hai fatto, perché?
Nessuno sapeva che erano lì, era la prima volta che avevano l'opportunità di parlare senza avere ripercussioni. Lui le aveva chiesto il perché gli avesse permesso di ridurla in quello stato e lei si era ritrovata a spiegargli cosa aveva scoperto sul suo conto... fino ad arrivare a quella domanda a bruciapelo, le era sfuggita spontaneamente, ma aveva dovuto aspettare un bel po' per ricevere una risposta.
-Perchè non cedi al panico Natalia... anche quando stai per morire. Le altre hanno il terrore di dimenticare le loro origini, mentre tu non ricordi di aver mai conosciuto una realtà diversa da questa... sopravvivi. Non sei poi così diversa da me, per questo sei la mia preferita.
Aveva parlato fissando un punto indefinito all'orizzonte, solo nell'ultima frase le aveva rivolto quello sguardo di ghiaccio infuocato che lo caratterizzava, come se volesse dire qualcosa che non riusciva a trasmettere a parole ma sapeva che lei avrebbe capito lo stesso. Natalia aveva capito, aveva avuto la conferma che erano entrambi animali in gabbia e la certezza che potevano salvarsi a vicenda. Non li lasciavamo mai soli nella stessa stanza per quel motivo, c'era il rischio che si scannassero, o peggio, c'era il rischio che parlassero come in quel momento.
-Grazie, qualunque sia il tuo nome.
L'aveva detto senza pensarci, il suo cervello era diviso tra il decretare il colore dei suoi occhi e il registrare il tono di voce con cui aveva proferito la frase più lunga che gli aveva sentito dire.
-James –il tono di voce sorpreso, quello con cui si riscopre qualcosa andato perso nel tempo.
-Come?
-Mi chiamo James.



Note:
[1] l'allenamento delle bambine è preso in toto da Agent Carter.
Le cadette vengono addestrate alla danza e al combattimento fisico. Vengono sottoposte anche a lavaggi del cervello, infatti i ricordi dei due allenamenti fisici si sovrappongono, e viene insegnato loro diverse lingue per renderle agenti operativi efficienti al 100%, il metodo più semplice per imparare la lingua è attraverso i cartoni animati (Biancaneve nel caso, come mostrato in Agent Carter).

1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora