22 marzo
Non aveva chiuso occhio tutta la notte, l'allarme era partito verso le tre del mattino svegliandola di soprassalto, ma le guardie avevano intimato loro di dormire nonostante continuassero a fare avanti e indietro per i corridoi e solamente dopo la resistenza di qualche cadetta si erano decise a chiudere a chiave sistematicamente tutte le loro camere. Gli scarponi sul corridoio facevano un rumore tale da impedirle di riprendere sonno, quindi dalle tre del mattino fino all'ora in cui avevano aperto la porta della sua stanza, Natalia si era scervellata incessantemente sul come fosse riuscito a scappare... perchè ovviamente non metteva in dubbio che ci fosse riuscito, ma la conferma era giunta soltanto quando il Soldato era entrato in mensa con un labbro spaccato, continuando a sorridere sfrontato a chiunque incrociasse il suo sguardo.
Il vassoio che sbatte sul tavolo di fronte a lei all'improvviso la fa sussultare vistosamente, attirando l'attenzione delle guardie che stazionavano alle porte, ritrovandosi davanti a Marina che le sorride raggiante a trentadue denti.
-Indovina chi è tornata dalla missione sotto copertura?
Natalia le getta le braccia al collo d'istinto, la compagna era sparita da una ventina di giorni e nessuno era tenuto ad informarla, non aveva passato giorno senza preoccuparsi all'idea terrificante che fosse morta. La mora si era poi lanciata in una spiegazione dettagliata della sua missione, omettendo le parti che non poteva rivelarle per forza di cose, ma l'attenzione della rossa era scemata gradualmente, calamitata dallo sguardo color ghiaccio che la puntava ormai da cinque minuti, riscuotendosi dai propri pensieri solamente quando Marina le aveva schioccato le dita davanti al naso.
-Visto che non gli stacchi gli occhi di dosso, hai novità sul suo conto?
Natalia aveva negato scuotendo la testa, ne aveva abbastanza di debolezze svelate, non poteva permettersi di far trasparire quanto gli interessasse il Soldato, come non poteva permettersi di far intuire a Ivan le parti del discorso che aveva omesso sul tetto, nemmeno se ne parlava con Marina.
-Io invece ho qualche novità.
Natalia registra appena il movimento della guardia a qualche metro dal loro tavolo, che si gira nella loro direzione per ascoltare meglio simulando finta indifferenza, ma ciò non impedisce a Marina di dare voce ai suoi pensieri sulla faccenda.
-Sono rientrata alla base verso le quattro di mattina, stavo andando a fare rapporto quando dall'ufficio di Lukin sento Karpov discutere dei rischi della sospensione stasi. -la ragazza aveva abbassato il tono avvicinandosi di più alla rossa quando si era accorta di aver suscitato un certo interesse. -Karpov continuava a ripetere che non potevano riavviare il sistema ad ogni fuga, ci avevano provato ma non aveva funzionato, mentre Lukin ribadiva il fatto che non riescono più a contenerlo, che evade troppo spesso.
-Hanno detto se ci saranno provvedimenti?
-Non al momento, Karpov ha deciso solo che non possono più friggergli il cervello per un po'. Tu sai che significa?
A Natalia tornano in mente le ferite al volto, quelle che a un esame più attento sembravano qualcosa di peggio, quelle che Ivan aveva liquidato come una conseguenza all'insubordinazione.
"È stato un errore dal principio, provare pietà... l'amore è per i bambini"
Evidentemente se provi pietà ti friggono il cervello.
-Natalia sai qualcosa? Sai che significa? -insiste Marina analizzando il velo di consapevolezza che le scurisce lo sguardo.
-Significa che devi smetterla di porti domande di cui non vuoi sapere la risposta. -tronca il discorso bruscamente, perchè lei per prima non dovrebbe sapere nulla dell'intera faccenda.
-Sai qualcosa.
-No, non so assolutamente nulla.
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1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]
Fanfiction1956: Russia, base operativa del KGB. La nascita della leggenda di Vedova Nera e Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino. Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali...