3 giugno 1956

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3 giugno


Si era calata giù dal tetto e si era mossa tra le ombre come James le aveva insegnato, raggiungendolo al motel, lontani dall'ombra inquietante del Cremlino.
Respirò a pieni polmoni l'aria tersa, rilassandosi contro la sedia e gettando il capo all'indietro, i piedi sopra il tavolino mentre osservava il cielo notturno.
In quella terrazza, in quella stanza, in quel motel, Natalia poteva essere Natalia. Poteva chiudere gli occhi e ignorare che ventiquattro ore prima si trovava in missione, poteva fingere di non aver fatto acrobazie tra le lenzuola, poteva mostrare il moto di repulsione al solo ricordo.
Poteva avere dei sentimenti, in quella terrazza, da dove il Cremlino era solo un puntino luminoso in lontananza. Poteva avere dei sentimenti destabilizzanti e di dubbia entità che si manifestavano ogni volta che posava lo sguardo sugli occhi color ghiaccio di James.
-Sigaretta? –chiese l'uomo mentre le porgeva il pacchetto, ne aveva nascosto una stecca nell'armadio già dalla prima volta che si erano nascosti al motel.
Natalia aveva scosso la testa, si era limitata ad afferrare il pacchetto di fiammiferi e accendergliela al posto suo, una gentilezza disinteressata mentre osservava il suo profilo emettere nuvole di fumo. L'odore del tabacco la rilassava, mentre lo ascoltava decantare i pregi del bourbon rispetto alla vodka, per poi parlare di un pub a Londra e di una ragazza con un vestito rosso.
Si era scoperta gelosa di una donna persa nello spazio e nel tempo, un ricordo offuscato imprigionato dentro alla mente labirintica di James, che quando fumava ricordava tanto e troppo in fretta, lasciandosi sfuggire lo stesso i nomi e i volti ma non le sensazioni.
Natalia osservava pensierosa l'uomo mentre spegneva il mozzicone sul posacenere, la vampata del fiammifero che illuminava le dita di metallo, mentre ne accendeva un'altra e cambiava discorso.
-Non c'eri all'allenamento ieri.
-Ero in missione. –distolse lo sguardo, la voce tradì una nota di disgusto.
-Informazioni?
-Si... certe volte odio mantenere la copertura.
-Hai dovuto...? –la domanda cadde nel vuoto.
-Ho dovuto. –confermò, per niente fiera del suo operato, mentre lo sguardo di James si incupiva e lo distoglieva da lei.
Il gesto non era passato inosservato, Natalia aveva captato qualcosa in fondo alle iridi color ghiaccio... probabilmente lo stesso sentimento che aveva provato lei quando l'aveva sentito parlare della donna con il vestito rosso.
L'uomo si ostinava ad osservare il Cremlino in lontananza, non si accorse dei movimenti di Natalia fino a quando non gli sfilò la sigaretta dalla bocca, per poi intrecciargli le dita dietro la nuca.
-Non provocarmi Natalia.
La ragazza sorrise maliziosa mentre James si alzava in piedi cercando di prendere le distanze da lei, lo sguardo che lo tradiva di nuovo.
-Tu mi desideri.
-Non devi venderti con me. –le aveva afferrato i polsi, gli occhi sembravano un mare in tempesta, i desideri dell'uomo in contrasto con gli ordini del Soldato.
-E se lo volessi, James? Vorrei conoscerla la differenza... –il viso sempre più vicino al suo.
Poi la frase era stata stroncata a metà... il braccio di metallo l'aveva sollevava da terra, i vestiti si erano sparsi sul pavimento e i respiri concitati erano stati interrotti dai baci.
Essere desiderati era una bella sensazione.

1956 // We always live in the castle [Black Widow Origin Story _ WinterWidow]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora