Buio. Dentro la galleria era tutto completamente buio, troppo buio. Nonostante in lontananza si vedesse ancora l'entrata rischiarata dal sole con le due figure di Brooke e Kurt stagliate sullo sfondo, la luce pomeridiana sembrava non riuscire ad arrivare poco più distante dall'ingresso del tunnel.
- Chris, ma sei sicura che Emily sia venuta qui?- chiese Nora guardandosi intorno e tastando le pareti di pietra leggermente umida con una mano.
- È inutile che ti guardi intorno, è buio- rispose l'amica.
- E immagino di sì. Dopo che sono caduta non l'ho più vista...-
- Come hai fatto a cadere? Non sei inciampata, vero?-
Christine si inumidì le labbra, insicura sul dire la verità oppure no.
- Era come se... qualcosa mi avesse fatto cadere apposta. Per farmi perdere di vista Emily. Io non...-
- Guarda!- la interruppe una voce.
Christine sgranò gli occhi sbigottita, voltandosi verso Nora che aveva la bocca chiusa.
- Hai detto qualcosa?-
La bruna la guardò interrogativa.
- Chris, stai bene? Io non ho parlato-
Christine si appoggiò contro la parete del tunnel con il respiro affannoso. Si era immaginata tutto. Doveva calmarsi. Lei non sentiva le voci.
- Chris, sono proprio qui, davanti a te, non mi vedi? Sono Emily-
La ragazza si sentì mancare un battito. Davanti a lei non c'era nessuno a parte Nora, e quella che aveva parlato non era nè la sua voce, nè quella di Emily. Era una voce stridula e cupa allo stesso tempo, piena di divertimento e malinconia contemporaneamente.
Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Tastò la parete su cui era appoggiata, umida al tatto... quando qualcosa le afferrò la mano.
- Nora! Ma che cazzo fai?-
Christine si sentì cedere la terra sotto i piedi. Si era quasi presa un infarto. L'amica le aveva afferrato bruscamente la mano, costringendola a tenderla verso di lei.
- È sangue...-
- Cosa?-
- Christine, hai la mano sporca di sangue. La parete del tunnel è sporca di sangue e tu ci hai appoggiato la mano sopra-
Nora la guardò, gli occhi come due punti luminosi in mezzo al buio che all'improvviso si era rischiarato. Ora le pareti si potevano vedere meglio ed erano dipinte di un colore rosso scuro che odorava di ferro vecchio, in alcuni punti pezzi incrostati più scuri si staccavano e scendevano a terra.
Un risolino echeggiò nella galleria. Nora strabuzzò gli occhi: questa volta l'aveva sentito anche lei. Christine non riusciva a staccare gli occhi dalla sua mano, ricoperta di un liquido scuro che sicuramente non proveniva dal gomito sbucciato. E iniziava a puzzare di marcio. Cercò di ripulirsi la mano nella maglia, ma con scarsi risultati.
- Nora, andiamocene da qui... non so cosa stia succedendo ma ti prego andiamocene-
Christine aveva il cuore che batteva all'impazzata. Le dispiaceva per Emily. Le dispiaceva per tutto, era stata sua l'idea di correre fin lì. Ma allo stesso tempo percepiva la stessa sensazione di quel pomeriggio di fine febbraio, una situazione di terrore e di pericolo in avvicinamento e prima che delle mani cadaveriche la afferrassero dal muro per trascinarla chissà dove, avrebbero fatto meglio ad andarsene.
- Emily, dobbiamo cercare Emily. Non la possiamo lasciare qui, questa cosa non è reale, quando usciremo da qui sarà tutti finito-
Nora si portò le mani a coppa alla bocca per lanciare un urlo.
Due mani sbucarono da dietro di lei e le tapparono la bocca prima che potesse urlare il nome di Emily.
- Cristo, ditemi che state scherzando-
Christine si afflosciò sulla parete alla vista di Emily bianca in volto, gli occhi strabuzzati che continuava a dire - Non urlare Nora, non urlare. Mi sono nascosta ma se urli troverà te-.***
Christine si alzò, il cuore che ricominciava a prendere battiti: la parete su cui si era appoggiata non era più coperta di sangue e la galleria era rischiarata. Tutto era tornato normale o quasi. Nora era rimasta paralizzata lì dove Emily l'aveva bloccata prima che urlasse. Emily invece si era ripresa in fretta, aveva solo la fronte sudata e la manica destra della felpa leggermente strappata.
- Christine, mi dispiace...-
A Emily stavano venendo le lacrime agli occhi.
- Non sapevo cosa fare, a un certo punto quando ti ho vista cadere è stato come se una strana forza mi attirasse verso la galleria e ti ho lasciata lì per terra, poi... l'ho sentito, mi stava chiamando, qualcosa mi ha fatto restare paralizzata in mezzo al tunnel, al buio, mentre sentivo i suoi passi che si avvicinavano-
Si coprì la faccia con le mani in preda a un attacco di pianto.
- Poi mi sono ricordata di tutti voi e ho iniziato a correre e sapevo che mi stava seguendo ma non poteva vedermi e...-
- Emily!-
Kurt e Brooke arrivarono di corsa dove si trovavano gli altri e entrambi abbracciarono la più piccola. Kurt le accarezzò i capelli in un gesto fraterno.
- Che cos'era quella cosa che ti stava seguendo?- le chiese curioso.
- Non lo so- rispose con voce flebile la ragazza.
- Voi l'avete visto?-
Brooke si girò verso Nora e Christine con uno sguardo strano negli occhi. Le ragazze scossero la testa.
- Forse è un maniaco sessuale o un malato di mente scappato dall'ospedale psichiatrico- disse con le sopracciglia corrucciate.
- I maniaci e gli schizofrenici non hanno il tempo di sporcare con il sangue un'intera galleria per poi farla tornare normale in pochi secondi- rispose Nora tutto d'un fiato.
- Era qualcosa di diverso. Forse non era nemmeno una persona, ma qualunque cosa fosse faremo meglio a dimenticarcene... e tornare alla casa-.
Tutti annuirono simultaneamente, nonostante i numerosi interrogativi che gli passassero per la testa, soprattutto a chi non aveva visto quasi nulla.
Quando tornarono all'esterno, Nora aveva raccontato dettagliatamente ciò che lei e Christine avevano visto. Kurt si voltò per un ultima volta verso la galleria.
- Pareti zuppe di sangue? Voci nel buio? Wow, ci sarebbe da scrivere una storia-
Sorrise innocentemente, con lo sguardo ancora puntato nel buio e con la coda dell'occhio vide qualcosa muoversi da un lato, qualcosa di simile a una persona ma più piccola e con gli arti meccanici. Sembrò sorridergli calorosamente.***
Mi piacerebbe dire che tornarono alla casa indenni almeno dal punto psicologico, ma non è così, non per tutti. Brooke e Kurt, non avendo visto quasi nulla, stranamente, si dimenticarono quasi subito dell'intera faccenda. Christine aveva il marchio di quello che era successo su un gomito sbucciato, ma anche lei si era ripresa, per così dire. Emily era riuscita a calmarsi dall'attacco di panico momentaneo solo grazie a Kurt, Dio benedica quel ragazzo, e Nora... beh Nora era persa nei suoi pensieri. Di certo non dubitava di quello che aveva visto, ma continuava a domandarsi se fosse stato tutti collegato a quello che era successo qualche mese prima, quello che aveva visto a scuola.
La voce di Brooke la riscosse dai suoi pensieri.
- Che dite se ci sediamo dal porticato a giocare a carte?-
Senza aspettare una risposta, la ragazza si sedette su una sedia sotto i tralci di vite, inspirando profondamente e battendo una mano sul tavolo di legno di abete.
- Prima devo medicarmi- disse Christine con una scrollata di spalle.
- Nel mio zaino ho acqua ossigenata, cerotti, bende, garze e...-
- E pensare che era Kurt quello ipocondriaco- rise Emily.
- e quindi- continuò la più grande sorridendo - iniziate pure senza di me. Salgo al piano di sopra, in un attimo farò tutto-
- Vuoi che ti accompagni?- chiese Nora premurosa.
Christine si morse il labbro.
- Uhm no. Grazie comunque. Vinci per me-
Detto questo si incamminò su per le scale per raggiungere la camera da letto.
Non stava cercando di evitare gli altri da quando erano tornati alla casa, voleva solo passare un po' di tempo da sola a pensare e riflettere. E non lo poteva fare se aveva sempre qualcuno intorno, nonostante fosse quella che lei riteneva ormai la sua migliore amica.

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Tiro a segno
HorrorCinque ragazzi, cinque storie tormentate, una cittadina apparentemente tranquilla, un uomo misterioso, dei fatti inspiegabili. Potreste essere voi, potremmo essere noi, potrebbero essere gli altri. Se iniziassero ad accadere cose degne di un film h...