Nora, nel suo inconscio, sapeva che il rito non avrebbe funzionato se solo Christine si fosse lasciata possedere. Anche lei aveva sentito le voci e visto i morti, ma tutte le volte che apriva la bocca per parlarne, una fitta lancinante le trafiggeva le testa, fino a farle pulsare l'occhio destro di un dolore insopportabile.
Era una minaccia di morte muta, di cui aveva ricevuto un' ulteriore risposta uno dei primi di settembre, quando la Voce aveva iniziato a parlarle dentro la testa. Minacciava di farla diventare pazza, di farle esplodere il cervello, mentre era in compagnia dei suoi amici, se non fosse stata zitta. Non doveva raccontare a nessuno delle sue visioni delle persone morte a scuola, a casa, per strada. Non doveva raccontare a nessuno che, al momento dell'annullamento del rito, avrebbe dovuto uccidere Christine, perchè già prima il Fato l'aveva preposta al compito. Anche lei avrebbe dovuto lasciarsi possedere, non sapeva in che modo.Quando arriverà il momento, saprai cosa fare
Queste le parole che ripeteva sempre la voce ovattata nella sua testa. Lei si era rifiutata di affrontare il problema alla radice. Sapeva che se ne avesse parlato con qualcuno il mal di testa si sarebbe fatto mano a mano più forte fino a diventare uno strumento di morte. Ci aveva provato prendendo Christopher da parte, ma era finita col vomitare l'anima, gli occhi che le uscivano dalle orbite, la testa che le pulsava dolorosamente mentre urla strazianti le trapanavano i timpani.
Christopher era forse l'uomo più intelligente che conosceva, quindi nonostante lei avesse usato la scusa del mestruazioni, era altamente sicura che l'uomo avesse sospettato comunque qualcosa di strano legato al problema soprannaturale che stavano affrontando.
Tanto tempo era passato, da quel giorno. Adesso il problema non era più solo alla radice, anzi. Il germoglio era diventato un albero dal grande fusto legnoso difficile da tagliare o sradicare, i rami avevano messo i germogli, i fiori, i frutti.Ma nel mentre l'albero era stato colpito da una malattia e i frutti erano diventati malati, velenosi.
Restava a lei decidere se far cadere i frutti, così il resto dell'albero avrebbe continuato a vivere sano, oppure far diventare malato tutto l'albero, così che la prima persona che avrebbe addentato un frutto convinta di fare la scelta giusta, sarebbe morta. A spiegarlo così salta subito all'occhio la scelta migliore. Ma quando sai che c'è solo un 25% sulla probabilità che l'annullamento del rito riesca senza danni mentali e fisici, perchè scegliere la strada che potrebbe implicare una futura pazzia o sofferenza eterna? Lei avrebbe risparmiato a Christine tutto quel dolore, e anche agli altri. Quella cosa che le parlava nella mente aveva promesso che sarebbe tornata da dov'era venuta se avesse ucciso Christine. Allora perchè non farlo?***
L'annullamento del rito si sarebbe svolto nel seminterrato di Nora. L'avevano messo ai voti, ma era stata comunque una scelta unanime. Non servivano candele aromatiche, luce soffusa, campanellini, statuette dei Santi. Non era nè un esorcismo, nè una seduta spiritica, solo un "normale" annullamento di un rito soprannaturale.
La taverna era calda e accogliente. Il pavimento e le pareti erano rivestite di legno di noce, lungo la parate destra erano allineate delle botti di birra artigianale, accanto grande tavolo con la tovaglia a quadri che occupava il centro della stanza, il giradischi diffondeva una piacevole musica anni '60. Il caminetto crepitava in un angolo, circondato da sei poltroncine in stile country su cui sedevano i sei protagonisti. Christine sedeva tra Nora e Klaus. Vicino a Klaus vi era Emily, poi Christopher e Brooke che chiudeva il cerchio. Il disco terminò di suonare il motivetto country, che risuonò a vuoto nell'aria. Il signor Denver alzò la puntina e nella stanza calò un silenzio irreale. Emily si mosse nervosa sulla poltrona, prima incrociando le gambe, poi portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, poi grattandosi un sopracciglio. Klaus tossì con una mano davanti alla bocca, la gola irritata dall'aria secca dovuta al fuoco nel caminetto. Christine era tranquilla.
- Allora Christine-
Il signor Denver si voltò verso la ragazza, massaggiandosi la barba ispida del mento con due dita, un sorriso affettuoso sulle labbra.
- Sei... -
- Pronta? Sì- rispose prontamente la giovane.
- Bene- sussurrò l'uomo.
L'atmosfera nella stanza si fece ancora più tesa.
- Uhm... Chris?-
- Che c'è Nora?-
La bruna esitò per un secondo, lo sguardo lontano, perso nei ricordi da quando era iniziato tutto.
- Buona fortuna-***
Inizialmente Christine non sentì nulla. Continuava a chiamarlo nella propria testa, a evocarlo, ma Lui non si faceva vedere. Era tutto buio nella sua testa, le proprie parole rimbombavano nella sua mente. Se ci sei dammi un segno. Sono qui e ti sto aspettando. Ma nulla. Ormai aveva perso le speranze, così aprì gli occhi. E se lo ritrovò davanti. Mutava forma in continuazione e di conseguenza faceva mutare le sensazioni e i sentimenti che provava lei di fronte a Lui. Diventava un cadavere in avanzato stato di decomposizione, pelle flaccida, carne in vista, unghie gialle, capelli unti, due buchi al posto del naso, un verme che gli divorava la guancia. Da questa visione si poteva sentire un odore nauseabondo di morte e putrefazione che a Christine fece venire i conati di vomito.
- Se ti impressioni per questo, Chris, sei già morta in partenza-
La voce che produceva da quella Cosa sembrava arrivare da tutte le parti. La ragazza si fece forza, scacciò con la mano le mosche puzzolenti che ronzavano intorno a lei e al cadavere ambulante, e si guardò intorno. Si trovava sempre nel seminterrato della casa di Nora: il fuoco crepitava nel caminetto, le poltrone, tra cui quella su cui lei si trovava ancora seduta, erano posizionate sempre in cerchio, il giradischi fermo. I suoi amici e Christopher, però, erano spariti e nonostante tutto, in quella stanza, fosse al proprio posto, si poteva percepire qualcosa di sbagliato.
- Non ho fatto nulla ai tuoi amici, anche se mi sarebbe piaciuto- disse la Cosa.
- Lo so- rispose prontamente Chris, che per un attimo giurò di aver visto l'espressione presuntuosa della Cosa tremolare a quella risposta.
- Siamo nel posto in cui si trovano le persone che sorprendi e che porti in coma - continuò imperterrita la ragazza
- ...ma il posto cambia da persona a persona. Dipende da dove ti trovi nel momento in cui vieni aggredito. Per questo, di solito, le persone vengono aggredite in posti diversi da casa propria. Per essere più vulnerabili e impressionabili già in partenza-
La creatura sorrise e nel suo sorriso Christine potè vedere un abisso profondo e senza fine in cui migliaia di anime si contorcevano nella sofferenza assoluta. Quando staccò gli occhi da quell'orrenda visione, si accorse che il morto era sparito e che il pavimento della stanza era bagnato.- Christine?-
Che c'è?
La ragazza ebbe un dejavù.
- Buona fortuna-
L'acqua sul pavimento, che prima era sembrata una semplice perdita di qualche tubo, iniziò a salire a una velocità vertiginosa.
***
Klaus scrollò ripetutamente Christine per un braccio, prima di essere sbalzato indietro da uno spintone di Brooke.
- Lasciala stare, è il normale procedimento del rito- gli disse con voce secca ma con una lieve nota di incertezza. Il ragazzo guardò l'amica distesa sulla poltrona, contorcersi in preda a delle convulsioni, gli occhi di cui si vedeva solo il bianco ribaltati all'indietro, la fronte imperlata di sudore a cui si appiccicavano i capelli della frangia. Emily lanciò uno sguardo preoccupato prima a Christine, poi al signor Denver, che non fece altro che annuire.
- E' una prova difficile... per questo o sopravvive il corpo o l'anima. Non possono entrambi-
Klaus guardò l'uomo inorridito.
- Cosa?!- urlò additandolo.
- Mi stai dicendo che le uniche due opzioni sono diventare pazzi o entrare in un coma profondo senza risveglio? Avevi detto che sarebbe sopravvissuta tutta intera- continuò a urlare il ragazzo, tirando un pugno alla poltrona.
- Klaus ha ragione- disse Brooke sotto lo sguardo imbarazzato di Christopher.
- E avevi anche detto che sarebbe entrata in un normale coma, non in questa specie di... - lanciò un rapido sguardo all'amica, che nel mentre era caduta a terra, e a Emily che cercava di rialzarla. -... di roba da "L'esorcista"-.
L'uomo non ebbe tempo di rispondere che in un angolo della stanza si sentì un tonfo. Tutti si voltarono verso quel punto e videro Nora stesa a terra, anche lei in preda alle convulsioni.
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Tiro a segno
HororCinque ragazzi, cinque storie tormentate, una cittadina apparentemente tranquilla, un uomo misterioso, dei fatti inspiegabili. Potreste essere voi, potremmo essere noi, potrebbero essere gli altri. Se iniziassero ad accadere cose degne di un film h...