- Chris, cazzo, aspetta!- urlò Emily, alzandosi anche lei per raggiungere l'amica. Ma quando provò a muoversi, si accorse che Kurt le stava stringendo il braccio.
- Ha ragione. Non potete dire che non ha ragione- disse il ragazzo abbassando lo sguardo.
- In effetti...-
Brooke sospirò a disagio. Guardò Christopher. Dio, se quell'uomo assomigliava a suo padre. Anche in quel momento aveva il suo stesso sguardo. Quello sguardo paterno, leggermente malinconico, la guardava come se si fosse reso conto di aver sbagliato tutto con sua figlia, come se non avesse fatto abbastanza per farsi accettare. La stava mettendo a disagio.
- È quello che vuole- sussurrò l'uomo.
- Vuole che vi separiate, così sarà più facile uccidervi. Insieme siete forti, perchè quando si è insieme agli amici da una parte è più difficile farsi sopraffare dalla paura. Io penso che potremmo far tornare quelle entità da dove sono venute, senza un sacrificio umano. Basta combatterle quando si presentano, ma dobbiamo... dovete essere insieme-
I ragazzi lo stavano finalmente ascoltando.
- Dobbiamo- ripetè Nora.
- No, lei viene con noi. È grazie a lei se non hanno ancora posseduto Kurt al bar del palazzetto sportivo. Lei lo ha salvato perchè anche lei Vede e se ne è accorto in tempo. È grazie a lei se adesso sappiamo tutte queste cose. Lei ci serve, signor Denver-
Christopher sorrise lievemente. Il suo viso sembrava invecchiato di anni.
- Chiamatemi Christopher-***
Emily corse fuori a cercare Christine. Sapeva che probabilmente se ne era già andata, ma ci sperava ancora. La vide in fondo al parcheggio e le lanciò un urlo, correndole incontro. A metà strada sentì una fitta al braccio destro e si accorse che il taglio che s era incisa la sera prima si era aperto e stava sanguinando. La manica della felpa era leggermente macchiata.
No, non adesso
Continuò a correre e finalmente raggiunse l'amica, ferma alla fine del parcheggio, gli occhi lucidi. Emily la abbracciò. Christine rimase perplessa, pietrificata per un momento, poi ricambiò.
- Sei una cogliona-
- Lo so-
Christine si staccò e scoppiò a ridere, asciugandosi gli occhi per non far vedere che stava piangendo.
- Ma ho davvero paura di morire-
- Tutti ne abbiamo. Ma forse c'è un modo per fermare il rito. E non devi pensare che sarà impossibile perchè morire pensando di averci provato è meglio che morire rimpiangendo di non averci provato nemmeno-
Christine guardò Emily. Pensò a quante volte avevano litigato per cose stupide, ma alla fine si era risolto tutto perchè le voleva un bene dell'anima, la riteneva una delle sua amiche più care e si sentiva come una sorella maggiore per lei. Per questo doveva proteggerla. Proteggere lei e gli altri. Non aveva dato il buon esempio, dentro al fast food, ma voleva rimediare. Sì, si sarebbe sacrificata non con i suoi amici ma per i suoi amici.Vedo che stai iniziando ad accettarlo
Christine non trasalì a quella voce nella sua testa. Stava andando tutto troppo bene, qualcosa doveva pur succedere.
Cosa?
Si rispose da sola. Forse era una cosa stupida, ma se la Morte o la Paura parlava nella tua testa, perchè non risponderle e conversarci un po'?
Il fatto che morirai per i tuoi amici
In effetti potrei, che cosa me lo impedisce? Tu o voi no di certo.
Sono uno solo adesso
Beh allora, caro signor entità soprannaturale, tu vuoi che io non mi sacrifichi per i miei amici perchè in questo modo potrai ucciderli uno per uno. Sappi che invece lo farò, se necessario. Perchè il rito è annullabile con un sacrificio volontario di uno degli Scelti.
È più complicato di così
Lo so
Non riuscirai a superare le prove
Tu non mi conosci
Sei Christine Wilson
Non intendevo in quel senso...
Come fai a sapere queste cose?
Non le sapevo infatti, grazie per avermele confermate però
Christine sorrise dentro di sè. Non sapeva cosa cavolo era appena successo ma scrollò la testa e tornò a guardare Emily. Si accorse che la manica della felpa era macchiata si sangue.
- Non devi più tagliarti-
La bionda trasalì. Con un gesto scomposto della mano cercò di coprirsi la macchia di sangue, ma con scarsi risultati.
- Io non...-
- Sì che lo fai Em, lo sappiamo tutti. Potrei dirti di smetterla o che mi dispiace ma so che è già quello che ti dicono in continuazione e sono parole senza valore. Per questo ti dirò quello che penso davvero, che noi siamo qui per aiutarti e che ci saremo per sempre per te e onestamente, perderti per una brutta infezione o andare in ospedale perchè in fase di dissanguamento non è una cosa molto eroica quando potresti combattere entità soprannaturali con entrambe le braccia a posto, no?-
Emily accennò un sorriso.
- Grazie- sussurrò, e insieme rientrarono nel ristorante.***
Nora meditava sul senso della vita davanti al suo cheeseburger mezzo rosicchiato.
Christine si era scusata con tutti, aveva tenuto un bel discorso sul valore dell'amicizia, senza rinunciare al suo repertorio di "cazzo" e "sono una cogliona", e poi aveva buttato lì per lì un piano per riuscire nell'annullamento del rito.
- Sono nella mia testa... un po' di più rispetto a voi- disse sotto lo sguardo curioso di tutti.
- Prima uno di loro mi ha parlato ed è caduto nel mio tranello. Il rito si può annullare. In effetti, tutte le cose sono annullabili o si possono cambiare, in un modo o nell'altro. Per annullarlo, però, serve che uno di noi si lasci impossessare volontariamente-
Christopher la guardò e annuì comprensivo, massaggiandosi il mento. Christine si chiese se lui non lo sapesse già, ma aveva aspettato che fosse lei a parlarne. Alcune volte aveva l'impressione che quell'uomo faceva parte di troppe coincidenze. Sembrava quasi mandato dal cielo per salvare tutti da morte certa e aiutarli in quella situazione apparentemente senza uscita. Kurt bevve un lungo sorso dal suo bicchiere.
- Io non mi sacrifico. Scusate-
- Avete rotto con questa storia- sbuffò Brooke infastidita.
- Va bene essere sinceri Kurt, ma fino a quando non accettiamo la realtà non si andrà da nessuna parte-
- Ragazzi, calma, lo farò io- rispose Christine tranquillamente.
Con quelle poche parole scatenò il putiferio. Nora per poco non si soffocò con un boccone. Brooke mandò un verso stridulo dalla bocca semi aperta. Emily iniziò a dire cose come - Chris, sei pazza, e se poi muori? E se poi non riusciamo a risvegliarti? E se...- ma fu interrotta da Kurt.
- Si può sapere che diavolo ti è successo mentre eri fuori? E' apparso Batman dicendoti che devi difendere i più deboli anche a costo della vita? E' sceso un dio extraterrestre e ti ha nominato prescelta per salvare l'umanità?-
Onestamente? Nemmeno lei sapeva il perchè era così sicura di volersi farsi ammazzare. Non era solo per la conversazione avvenuta nella sua testa, no. Qualcosa dentro di lei si era sbloccato. Prima si era comportata da egoista, ma era come se non fosse stata in sè. Adesso capiva finalmente che cosa era giusto fare. Forse era già stato tutto programmato. Non ne aveva parlato con gli altri, ma dopo l'episodio della casa nel bosco aveva sentito spesso voci nella testa. All'inizio pensava di essere impazzita, poi aveva capito che era la cosa della mano che aveva visto nel giardino a parlarle. Cercava di scoraggiarla. Cercava di farla allontanare dai suoi amici, di metterla contro di loro, perchè sapeva che la sua paura più grande era rimanere da sola. Era stato difficile da sopportare all'inizio, anche perchè le voci erano accompagnate da visioni delle persone morte in città. Non aveva visto solo Robin, ma anche sua nonna e suo zio, nonostante fossero morti anni prima. Forse, però, non sapeva che se ne avesse parlato con Nora, lei avrebbe potuto capirla.

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Tiro a segno
HorrorCinque ragazzi, cinque storie tormentate, una cittadina apparentemente tranquilla, un uomo misterioso, dei fatti inspiegabili. Potreste essere voi, potremmo essere noi, potrebbero essere gli altri. Se iniziassero ad accadere cose degne di un film h...