Capitolo 15

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Passano i giorni, abbiamo cercato di restare lontani dalle battaglie per un po' l'ultimo assalto aveva fatto un sacco di vittime e molti feriti, ma oggi è stato avvistato un mercantile pieno di schiavi, è stato facile assaltarlo, gli schiavi hanno esultato vedendoci arrivare e ovviamente non hanno opposto nessuna resistenza e le loro guardie hanno avuto la peggio molto velocemente, gli schiavi sono stati liberati, alcuni di loro si sono uniti a loro, altri hanno deciso di tentare di riattraversare il mare e tornare a casa, i loro aguzzini invece sono diventati nostri schiavi, verranno venduti tra qualche giorno appena arriveremo sulla terra ferma.

Finito il mio lavoro torno nella mia cabina, non mi va di vederla, ogni volta che incontro il suo sguardo lei si gira dall'altra parte e se ne va, è una sofferenza.

Le giornate scorrono tutte uguali, o quasi, battaglie, navigazione, sbarchi brevi e di nuovo navigazione.

Dopo l'ultimo assalto arriva Sam tutto agitato "Akito, grandi novità! C'è un medico sull'altra nave, si unirà a noi!"

La notizia mi colpisce in pieno petto come una fucilata, lei potrebbe decidere di liberarsi di me.

Dopo la battaglia faccio il mio lavoro, anche se la mia mente è totalmente da un'altra parte. Fino a quando il nuovo arrivato molto spavaldo viene a presentarsi "Eccoti qui, tutto preso, ma adesso puoi metterti comodo sono arrivati i rinforzi, mi chiamo Smith, sono un medico e ho lavorato tutta la vita sulle navi, e intendo navi di ogni genere, potrai imparare molto se vuoi continuare a fare questa vita"

Gli stringo la mano distrattamente, questo tipo è molto sicuro di sé e mi da sui nervi, continuo a fare il mio lavoro e lui commenta ogni mia mossa, ad un certo punto sotto "Invece di restare qui a fissarmi perché non ti sporchi un po' le mani e non ti dai da fare con il prossimo paziente?"

"oh ma non posso, non ho ancora ricevuto l'ok del comandante, ma tranquillo sta sera sarò ricevuto da lei e poi potrò sbrigarmela io qui" dice allegro.

"Come scusa?" chiedo perplesso.

"bhè dai senza offesa, ma si vede che non sei un tipo da vita di mare, se tutto va bene potrai tornare alla tua vita e prenderò io il tuo posto!"

Mi saltano i nervi solo a sentire questa frase, vorrei riempirlo di botte, ma non penso che sia esattamente una buona idea, torno concentrarmi sul mio paziente "Bhè allora fino a che non hai l'ok del comandante esci di qui mi serve spazio"

Lui se ne va tutto impettito.

Finito il mio lavoro la rabbia non è ancora sbollita, vado a fare un giro all'aria aperta, ma si rivela una pessima idea, lo vedo uscire dalla cabina del comandante, lui mi vede e mi fa un cenno "Tutto apposto, da domani inizieremo a lavorare insieme, pronto a imparare come si fa ragazzino?"

Mi sale una rabbia incontrollabile, vorrei poterlo buttare a mare, ma la cosa che mi ferisce è il fatto che lei pensi che io non sia abbastanza. Lascio che lui vada per la sua strada e mi dirigo verso la cabina del comandante. E iniziò a bussare per farmi sentire.

Lei viene ad aprire, ma la sua faccia è molto stupita nel vedermi "Che cosa ci fai qui?"

"Comandante vorrei il tuo permesso di abbandonare la ciurma!"

4 cuori uniti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora