Capitolo 5: Ignorata.
“ Ce l’hai fatta a staccarti da quei libri finalmente!”
“Non voglio più pensare ai libri per molto tempo Angi!”
Angelica era stata una delle colonne portanti della mia vita fin dai tempi delle medie, un’amica fantastica di quelle con cui proprio non riusciresti mai a litigare, quella che ti dà i consigli giusti al momento giusto ma senza imporsi. L’equilibrio perfetto fra Amalia ed Elisa. Per non parlare del vantaggio di abitare così vicine da avere i balconi comunicanti e poter uscire e parlarci quasi ad ogni ora del giorno. Solitamente, quando arrivava l’estate., dopo cena, uscivamo entrambe a chiacchierare fino a tardi ed è incredibile come anche dopo settimane riuscissimo a trovare sufficienti argomenti di conversazione da tenerci sveglie fino alle tre della notte.
Il primo giorno di quella nuova estate non potevamo di certo mancare al nostro appuntamento e alle nove e mezza eravamo entrambe fuori sul terrazzo, di solito io scavalcavo fino al suo per non avere fra di noi la rete divisoria.
Quella sera ero impaziente di raccontare ad Angelica gli avvenimenti del pomeriggio e di avere da lei un’opinione su quello strano Andrea che continuava a spiazzarmi con ogni sua azione. In particolare con quell’ultimo messaggio in cui mi aveva chiesto di uscire e a cui, fra le altre cose, io ancora non avevo dato una risposta. Non appena la vidi quindi cominciai il mio racconto dalla sera della festa con Amalia fino a quel pomeriggio e alla sua domanda di uscire insieme e aspettai impaziente il suo parere che arrivò subito quando smisi di parlare:
“ Non ti sei mai fatta tutti questi problemi per un ragazzo fin ora, quindi rispondigli di sì e non girarci molto attorno, tanto, da quanto ho capito, un interesse nei suoi confronti lo provi, quindi tanto vale toglierti questa curiosità, non hai niente da perdere!”
In realtà avevo moltissimo da perdere, ma l’avrei scoperto soltanto nei mesi successivi.
In quel momento invece mi sembrava che il suo ragionamento non facesse una piega e mi risolsi a rispondere ad Andrea non appena fossi tornata a casa. Questo perché dovevo studiare bene le parole che avrei usato in modo da non sembrare né scocciata né esaltata dalla sua proposta e non ne avevo subito il tempo perché io ed Angelica dovevamo raggiungere gli altri al solito bar dove ci incontravamo spesso. Rientrai in casa giusto il tempo di mettermi addosso un paio di pantaloncini e il primo top che erano venuti fuori dall’armadio e, in meno di dieci minuti, io ed Angelica eravamo già fuori.
Arrivate al bar mi accorsi che, nonostante ci fosse sempre la stessa gente, quella sera nell’aria c’era una strana allegria, probabilmente dovuta alla fine della scuola che tutti avevamo aspettato con ansia. Mi sedei fra Amalia e Emanuele salutando Elisa che forse ce l’aveva ancora un po’ con me per avergli nascosto la storia della festa ma non importava, le sarebbe sicuramente passata in poco tempo.
Ad un certo punto sentì qualcuno salutare da dietro di me e girandomi vidi che per l’occasione si erano uniti a noi anche Federico e Cristina. Federico era stato il mio migliore amico per molto tempo, insieme ad Emanuele, ma da quando lui aveva preferito passare tutto il tempo con la sua ragazza Cristina che con me, ignorandomi completamente, i nostri rapporti si erano molto raffreddati e ormai si limitavano a poco più del saluto. Inoltre Cristina mi odiava nonostante non mi conoscesse affatto e questo proprio non potevo sopportarlo. La serata tutto sommato passò tranquillamente ma comunque sia continuavo ad essere tormentata dal fatto che Federico non solo non mi rivolgesse la parola, ma nemmeno mi guardasse. Quando poi io cercai di parlargli e lui nemmeno mi rispose, ma si voltò dall’altra parte, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Mi alzai di scatto e dissi:
“Ragazzi io me ne torno a casa, sono parecchio stanca, ci vediamo domani, buonanotte a tutti” e feci per andarmene.
“ Vengo anche io!” subito si unì Angelica.
“Ragazze vi accompagno, tanto casa vostra è di strada per la mia!” disse Emanuele.
E così, salutati tutti, noi tre ci incamminammo. Non avevo particolarmente voglia di parlare e sia Angelica che Emanuele lo avevano capito, quindi arrivammo sotto casa nostra quasi senza scambiare una parola. Angelica salì subito dopo averci dato un bacio e la buonanotte, io invece rimasi ancora per un po’ con Emanuele che mi aveva chiesto di fargli compagnia mentre fumava una sigaretta prima di tornare a casa. Fu lui a rompere il silenzio:
“Volevo farti sapere che nemmeno noi sappiamo perché Federico si comporti in questo modo nei tuoi confronti, ma gli abbiamo detto tutti che sta sbagliando”.
A quel punto, stimolata dal fatto che fosse stato lui a cominciare la conversazione, iniziai un lungo monologo su come mi ferisse quel suo comportamento indifferente dopo anni di amicizia. E lei mie parole, in un primo momento decise e piene di rabbia, si trasformarono presto in sconnesse frasi dette fra i singhiozzi di un pianto inarrestabile. Odio piangere di fronte ai miei amici e me ne vergognai molto ma Emanuele, con tutta la naturalezza possibile e senza un briciolo di imbarazzo, mi strinse a sé e disse le uniche parole che potevano aiutarmi in quel momento:
“Io non ti abbandonerò mai, so che ultimamente ci siamo visti poco ma ti prometto che non accadrà più! Ti voglio bene!”
Feci un sorriso poco convinto, mi asciugai le lacrime e tornai a casa.
Appena mi appoggiai al letto sentì un enorme stanchezza invadermi tutto d’un tratto, feci giusto in tempo a prendere il cellulare e mandare un ultimo messaggio:
“ Per me va bene, domani decideremo i dettagli. Anche a me ha fatto piacere rivederti. Notte.”
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Not me.
RomanceMi misi seduta cercando di non svegliarlo. La prima cosa che vidi quella mattina fu il mio volto riflesso nell'enorme specchio di fronte al letto. Ma quella non ero io. I miei occhi erano gli stessi, era lo sguardo ad essere cambiato. Qualcosa in me...