Capitolo 10: Ignara.

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Capitolo 10: Ignara. 

Mi buttò sul letto ridendo, ma si accorse subito che qualcosa sul mio viso era cambiato. Nonostante gli sforzi che stavo facendo per non farglielo notare, doveva proprio essere evidente quanto io mi sentissi fuori luogo ed in imbarazzo in quella situazione. La mia testa stava quasi per elaborare una scusa per scappare a casa quando Andrea si sedette sul letto, stando attento a non avvicinarsi troppo a me che in quel momento sembravo cerbiatto impaurito, e disse:

“Una volta anche io ho ferito la mia migliore amica, vedi quella foto sulla scrivania? Ecco, si chiama Alessia. Ci siamo conosciuti alle elementari e non ci siamo più lasciati. Fino a due anni fa almeno.” aveva sul volto uno strano sorriso malinconico “ Ad un certo punto mi ero reso conto di essermi innamorato di lei, era l’unica che mi capiva ed ero stufo di avere stupide storie di qualche giorno. Siamo stati insieme più di un anno, ma alla fine, non chiedermi perché, ho fatto l’enorme errore di tradirla. Quando gliel’ho confessato non si è nemmeno arrabbiata, semplicemente ha cominciato ad ignorarmi. Sapevo di averla ferita troppo e quindi non ho mai fatto nulla per recuperare il nostro rapporto. Ora siamo sconosciuti”.

“So che mi hai detto di non chiedertelo ma… perché l’hai tradita?”

“Te l’ho detto, non lo so, probabilmente solo per dimostrare a me stesso di essere ancora in grado di far cadere ai miei piedi qualsiasi ragazza, non lo so davvero.”

Non sapevo cosa pensare di questa nuova parte di Andrea che mi era stata rivelata in modo così inaspettato. Si capiva che aveva sofferto molto, ma la colpa di tutto infondo era stata la sua, e lui non lo nascondeva di certo. Eppure c’era qualcosa nel suo sguardo e nel suo tono di voce che mi impediva di credere che lui fosse davvero quel tipo di ragazzo Non mi sembrava possibile tradire in quel modo una persona, senza un motivo, lo conoscevo poco, è vero, ma lo reputavo molto migliore di così per ragioni che nemmeno io conoscevo.

Quel discorso fece ritornare triste anche me. Ripensai a come Federico mi aveva ignorata negli ultimi tempi, e nonostante adesso sapessi per quale motivo era successo, tuttavia ripensarci mi faceva ancora inconsciamente del male. Andrea si rese conto anche di questo ed inaspettatamente mi abbracciò facendomi poggiare la testa su di lui. Cercai solo per un attimo di non pensare a niente, di non vedermi di fronte l’immagine del mio migliore amico chiuso da solo in un centro di recupero. Mi sentivo in colpa anche solo per il fatto che in quel momento io non potevo essere con lui. Ma non potevo continuare a colpevolizzarmi per qualcosa a cui non avrei potuto porre alcun rimedio.

“Perché mi hai raccontato di Alessia?” chiesi sottovoce, ma subito mi pentì di averlo fatto, perché, in quel modo, avevo rovinato l’atmosfera che si era creata.

“Da quel momento ho deciso che non mi sarei più legato in quel modo a qualcuno, e prima che le cose fra di noi vadano oltre volevo dirtelo”

Rimasi in silenzio. E così finalmente avevo scoperto cosa c’era di tanto misterioso in quel ragazzo. Assolutamente nulla. Poteva essere annoverato fra i migliaia di ragazzi che, nascondendosi dietro una relazione finita male, giustificavano il modo orribile in cui trattavano le altre ragazze. Adesso mi sarei sciolta dal suo abbraccio e mi sarei fatta riaccompagnare a casa immediatamente.

Ma lui per lo meno era stato sincero, aveva voluto dirmi come stavano le cose sin dall’inizio. Non poteva essere un modo per ingannarmi quello. E poi infondo quel’era il problema? Lui non voleva legarsi a una ragazza in quel momento, e a pensarci bene non lo volevo nemmeno io. Non avrei mai potuto pensare di avere una relazione con tutto quello che stava passando Federico. Nella mia testa non ci sarebbe stato posto anche per quello.

Decisi di non andarmene. Semplicemente rimasi li, in silenzio. Non sapevo se quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Andrea e nemmeno mi interessava. Ci avrei pensato successivamente. Ora volevo soltanto godermi quella serata proprio come avevo fatto durante il pomeriggio. Evitando di pensare troppo. Gli ultimi tempi erano stati difficili e poi ormai era molto tempo che nessun ragazzo riusciva a farmi sentire desiderata nel modo in cui ci era riuscito Andrea. Una piccola distrazione di certo non mi avrebbe danneggiata in alcun modo. Alzai la testa e, per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti, fui io a baciarlo per primo. Un bacio poi un altro e un altro ancora. La situazione stava andando oltre un limite che non avevo mai superato prima ma me ne curavo poco. L'imbarazzo che avevo provato entrando in quella camera era scomparso di colpo come per magia. 

Forse potrà sembrare triste, ma quella sera fu la mia prima volta. Con un ragazzo che conoscevo poco e che sapevo non voler avere con me una relazione. Ma in quel momento il mio cervello mi diceva che quella era la cosa giusta da fare, e che se anche non era la cosa giusta era comunque quello che io volevo fare ed era sufficiente come giustificazione. Anzi, non mi serviva affatto una giustificazione. Mi illusi di poter mettere un freno a tutte le sofferenze passate attraverso quel gesto. Volevo soltanto distrarmi da tutto. Andrea era stata la miglior distrazione che potessi trovare.

Nonostante le circostanze fu comunque bellissimo, fece male, ma fu bellissimo, per lo meno per me. Ricordo tutto come se stesse succedendo adesso, ricordo il letto, la geometria delle coperte, il caldo soffocante di quella sera estiva. Ricordo i suoi occhi che mi fissavano, e la paura che avevo. Ricordo il significato che quello sguardo aveva avuto per me, e so ora quale nuovo significato abbia acquistato con il tempo.  Ma purtroppo non mi ero ancora resa conto di non essere abbastanza forte da poter tenere separati i miei sentimenti da quella situazione. Anzi, dopo tutto questo tempo credo che quella sera i miei sentimenti per Andrea fossero già nati e che quello che successe ne fu soltanto la conseguenza.

Tornai a casa e feci una lunga doccia. Non riuscivo a pensare ad altro che a quello che era appena successo con Andrea. Poggiai la testa sul cuscino e fissai il soffitto per ore, cercando di immaginare cosa sarebbe accaduto nei giorni successivi. Ma di certo non avrei potuto prevedere nulla di tutto ciò che poi avvenne.

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