Capitolo 16: Ferita.
Per una volta sentivo che stava andando tutto per il meglio. Anche luglio era passato. Da quando io ed Emanuele avevamo sistemato anche le ultime questioni legate ad Andrea la mia vita sembrava essersi liberata di ogni problema. Nonostante lui avesse riprovato a contattarmi sta volta ero stata molto più ostinata nel non rispondergli e, dopo circa una settimana, mi aveva finalmente lasciata in pace. Le giornate si susseguivano fra pomeriggi in spiaggia e serate in centro o al solito bar. Al nostro gruppo si erano anche aggiunti un paio di amici di Emanuele e, in particolare uno di loro, Filippo che sembrava particolarmente interessato ad Amalia ormai era presente ad ogni nostra uscita. Era davvero simpatico e carino. Alto abbastanza da superare di qualche centimetro Amalia, moro come piaceva a lei, nessuna sorpresa che anche da parte sua ci fosse un certo interesse. Solo Elisa, sempre un po’ ritrosa e timida, aveva avuto inizialmente qualche remora nell’accettarlo ma poi anche lei aveva dovuto ammettere che quel ragazzo era davvero perfetto per tutti noi, riusciva ad andare d’accordo con tutti, stava mettendo a posto la testa di Amalia, e trovava sempre il modo di farci ridere.
Ovviamente quando, appena iniziato Agosto, mentre eravamo tutti a passeggiare in centro, ci ritrovammo davanti Federico, lui non fu molto contento di vederci con Filippo. Non solo perché in qualche modo si sentì rimpiazzato, ma anche perché Filippo era stato, in passato, insieme a Cristina. Non sapevo quale rapporto avessero ora Federico e quell’orribile ragazza, rimane il fatto che Filippo l’aveva lasciata nel momento in cui lei aveva cominciato ad esagerare nelle sue bravate con la droga e, per lo meno all’inizio, Federico per Cristina non era stato altro che un rimpiazzo di Filippo, e lui lo sapeva bene.
Federico ricomparve così. Senza una telefonata, un messaggio. Nemmeno a me, l’ultima persona che aveva visto prima di andarsene in riabilitazione. Stava passeggiando da solo fumando una sigaretta quando sbucò all’ improvviso da un vicolo laterale della strada che anche noi stavamo percorrendo a piedi. All’inizio io non mi accorsi nemmeno della sua presenza, anche perché di certo non potevo immaginare che fosse tornato sena farci sapere niente. Mi resi conto di chi avevo davanti solo quando Emanuele mi strattonò la mano che mi stava tenendo e, guardando avanti a lui disse:
“Federico… ma sei tu?” con espressione sorpresa.
Appena misi a fuoco il suo volto mi ritrovai faccia a faccia con una terza versione del ragazzo che ormai mi rendevo conto di non conoscere affatto. C’era stato il mio Federico, e poi il Federico prima della riabilitazione e adesso davanti a me si parava questo terzo, nuovo, Federico, che facevo fatica a definire. Un volto scavato testimoniava quello che per lui doveva essere stato il periodo più difficile della sua vita, i suoi occhi avevano perso tutta la loro luce e sembravano particolarmente incavati a causa delle nere occhiaie che gli segnavano il viso. Ogni volta che avevo pensato al suo ritorno mi ero immaginata di rivedere il mio amico di sempre, quello sorridente e spensierato. Credevo che la riabilitazione avrebbe avuto la funzione di un colpo di spugna sugli ultimi mesi della sua vita. Ma evidentemente non era stato così. Anzi, sembrava stesse peggio ora di quando se ne era andato e, considerato il poco tempo che era stato via e il suo aspetto, ebbi subito dei forti dubbi che fosse davvero stato recuperato.
Nel frattempo lui ci guardò con aria intontita. Prima fisso il suo sguardo sulle mani mie e di Emanuele ancora intrecciate, evidentemente sorpreso dalla novità. Immediatamente però la sua attenzione fu catturata da Filippo e dal braccio che teneva intorno alle spalle di Amalia che, come Angelica ed Elisa erano rimaste sbigottite nel momento stesso in cui l’avevano visto. Vedere Filippo lì con noi lo irritò parecchio, sembrava sconvolto.
“Sì, sono io, ma sono di fretta. Ciao ragazzi, ci si vede in giro” e, superandoci a grandi passi, scomparve dietro di noi.
Dopo quello strano incontro eravamo tutti un po’ scossi, in particolar modo dalla sua freddezza. E’ vero che anche noi non gli avevamo dato un’accoglienza calorosissima, ma infondo nemmeno ci aveva informato del suo ritorno, poteva concederci un momento di sorpresa. Decidemmo di andare tutti a casa di Emanuele, un po’ perché fuori faceva troppo caldo, un po’ perché era la più vicina e un po’ perché vedere Federico ci aveva tolto la voglia di andare a divertirci in spiaggia.
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Not me.
RomanceMi misi seduta cercando di non svegliarlo. La prima cosa che vidi quella mattina fu il mio volto riflesso nell'enorme specchio di fronte al letto. Ma quella non ero io. I miei occhi erano gli stessi, era lo sguardo ad essere cambiato. Qualcosa in me...