HERO.

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Passarono due giorni dall’impresa che dovetti affrontare dopo averla aspettata per anni.

Ogni tanto quando restavo in sovrappensiero chiedendomi se feci  bene o no,qualcuno veniva e mi consolava facendomi ricordare il motivo per il quale feci quella scelta.

Di questo accaduto non ne parlai subito a mia mamma e mia sorella che ormai sentivo una volta ogni mille mai,o meglio mai,cosa che mi fece sentire molto in colpa.

Da quando Liam ritornò da me,mi accorsi che ero diventata una persona orribile,una tipica persona che io stessa avrei evitato e questo mi fece apprezzare sempre di più i miei amici che nonostante tutto mi hanno sempre aiutato.

Perciò mancavano altri due giorni alla partenza e saremmo dovuti tornare in Inghilterra e fare dei concerti all’ O2.

Avrei lasciato volentieri quella città anche se chiunque sarebbe subito voluto tornare non appena partito.

Erano le tre del pomeriggio ed eravamo tutti in hotel,avevamo un giorno di riposo prima dell’ultimo concerto.

In stanza con me c’era Liam che in quell’esatto momento stava riposando.

Io ero nel letto accanto a lui,poggiata nella spalliera,pian piano scivolai dalle sue braccia,mi sedetti al bordo del letto e presi il cellulare per chiamare mia madre.

Onestamente? Avevo paura.

Si avevo paura di un rifiuto,avevo paura di un “non mi hai cercata per più di una settimana,ti ripudio come figlia.”

Ma le paure si affrontano.

Il cellulare squillava,agli ultimi squilli stavo per chiudere quando una voce rotta mi rispose.

“Pronto?” era lei,la sua voce.

“Mamma.”

“Sisy,come stai?” iniziavamo bene,era molto fredda.

“Bene,tu?” le risposi.

“Benissimo.” Certo,senza di me.

“Perché sei così fredda?” mi azzardai a chiederle.

“Sai,sei davvero immatura,me lo chiedi pure?” le mie paure mi stavano sfidando,già riuscivo a sentire quelle parole.

“ Scusa.” Riuscii a dire.

“Scusa un cazzo – la cosa era grave,lei non diceva mai parolacce.- ho dovuto vivere questo mese come un inferno,non sapevo se mia figlia fosse viva o morta,se stava avendo successo,se aveva fallito,se non si stava scopando mezza Parigi.”

Cosa? Cosa aveva detto?

“Si hai capito bene,ho scoperto tutto,tutto. Sei vergognosa, nascondere tutto questo alla mamma? Ma come si fa? – era colma di rabbia e tratteneva le lacrime,si sentiva.- Alex,un bravissimo ragazzo eh? Cosa pensavi di ottenere non dicendomelo?” continuava ad urlare.

L’avevo ridotta io così.

Mi sentivo una persona schifosa,orribile,non degna di essere nata,perché credetemi non c’è cosa più brutta di sentirsi dire queste parole dalla propria madre.

E la cosa più brutta era che aveva ragione.

Non potevo risponderle facendole sentire il mio pianto,così allontanai il cellulare dall’orecchio,mi assicurai che Liam stesse ancora dormendo e sempre ai piedi del letto,scivolai nel pavimento abbracciando le mie stesse ginocchia.

Respirai e riavvicinai il cellulare.

“Mamma,ho incontrato papà.”  Dissi quasi sottovoce.

"To be or not be."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora