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Finiva sempre così con Jungkook: mi feriva e poi mi evitava.

Dopo ciò che era accaduto, non avevamo più suonato insieme e, quando capitava di essere insieme agli altri cinque, ci limitavamo ad ignorarci, facendo attenzione a non incrociare gli sguardi nemmeno per sbaglio.

Gli altri si erano accorti della nostra ostilità ma nessuno aveva interferito, sapendo che era una cosa che andava avanti da anni. Potevamo sembrare i migliori amici di questo mondo mentre suonavamo ma si vedeva che niente era risolto da quando avevamo dodici anni.

Lui ce l'aveva con me per chissà cosa e io ce l'avevo con lui per avermi mollato.
La ferita sarebbe sempre rimasta aperta, o almeno finché non avremmo chiarito per bene... Cosa che nessuno dei due sembrava volere.

Per il momento, la mia mente pensava solo ad una cosa: come fare per il recital.
Non volevo provare con Jungkoglione ma non potevo nemmeno tornare da Yonseo e dirle che ci stavamo comportando come due bambini, non riuscendo a mettere da parte le nostre divergenze.

Era tutto un disastro!
Forse avrei dovuto tornare a suonare Mozart... Per quanto mi facesse schifo.

Sconfitto, passai le dita sui tasti del pianoforte che avevo davanti, suonando la canzone dei tre porcellini.
Un piccolo sorriso si fece spazio sul mio viso, ricordando i bei vecchi tempi in cui mi bastava una melodia così semplice per sentirmi orgoglioso.
Dov'era finito quel Taehyung?

«Non sento questa canzone da decenni»

Mi voltai verso Yoongi, con sguardo ancora più malinconico.

«Sei stato proprio tu ad insegnarmela, o sbaglio?»
«Eri così testardo! Dopo averla sentita da me hai voluto impararla a tutti i costi. Quanto avevi? Quattro anni?»

Annuii, facendogli spazio accanto a me sullo sgabello.
Di nuovo, permettevo a qualcun altro di condividere con me quello spazio così importante ma, a differenza di Jungkook, il menta mi faceva sentire totalmente a mio agio.
Ero praticamente cresciuto al suo fianco e averlo a quella distanza mi riportava in mente solo ricordi belli.
Mi faceva bene la sua presenza.

«Hai intenzione o no di dirmi cosa ha fatto quel moccioso per renderti così depresso?»

Sbuffai, ignorando la sua domanda.
Mi limitai a stringermi nelle spalle, riprendendo a suonare la melodia precedente.
Non ne avrei parlato ancora perché avrebbe significato che mi importava e non era così.

Vedendomi così ostinato nel non rispondere, sospirò, posando a sua volta le dita sul piano, suonando con me.

Pian piano, un sorriso enorme si fece spazio sul mio viso e notai che fosse lo stesso anche per lui.
Finimmo per complicare la melodia sempre di più, ridendo come dei pazzi. Come i bambini che eravamo stati.

Yoongi non era un tipo molto espansivo ma con me era sempre stato estremamente dolce. Si meritava tutto il successo che stava avendo al conservatorio e speravo che non smettesse mai di essere mio amico.

«Yooongi! Hai visto il mio spartito per la lezione di canto?»

Ad interrompere la nostra esibizione privata ci pensò un Seokjin tutto preoccupato.
Entrò in aula, guardando in modo supplicante il più basso, che rispondeva solo con uno sguardo di rassegnazione.

Per il recital quei due erano stati scelti per formare un gruppo insieme a Namjoon e Hoseok. Quest'ultimo e Yoongi avrebbero costituito l'accompagnamento musicale, mentre Joon e Jin avrebbero cantato.
Mi aspettavo già qualcosa di stupendo.

«Maledetto Jin! Ti ho detto di fare attenzione che non abbiamo copie di quello spartito!»
«PORTA RISPETTO, SONO COMUNQUE PIÙ GRANDE DI TE!»
«MENTALMENTE NO!»
«MA SENTI IL NANO!»

First Love // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora