[Mi]

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Le prove erano iniziate già nel peggiore dei modi.
Quel dannato coniglio era in ritardo di quindici minuti e non si era degnato nemmeno di mandarmi un messaggio per avvertire! Non si trattava di gentilezza, ma di semplice educazione... A quanto pare non conosceva nemmeno quella!

Sospirando, posai i gomiti sulle ginocchia, leggendo lo spartito per la ventesima volta da quando ero entrato in quella sala.

Per quanto odiassi ammetterlo, Jungkook aveva ragione: non avevo la sua stessa capacità di comprendere al volo la melodia e la cosa mi buttava ancora più giù. Era questo il motivo per cui suonavamo benissimo insieme, uno compensava le mancanze dell'altro.
Infatti, il moro aveva questa ossessione per il tempo; non faceva altro che ascoltare il metronomo, beat dopo beat, per essere perfettamente coordinato, perdendo però così l'emozione.

Io mi concentravo più sul sentimento e lui più sulla teoria.
Una mente razionale e una impulsiva. Due opposti che, per quanto odiassi ammetterlo, funzionavano insieme ma che si respingevano a vicenda.

Proprio quando stavo per alzarmi e andarmene definitivamente, un Jungkook tutto trafelato entrò nella sala prove, con il fiatone e i capelli umidi.

«Ho fatto tardi»
Con il respiro affannato, si avvicinò al piano, portandosi una mano sul petto.

«Ho notato. Quando devi rimproverarmi per aver usato troppo la sala prove l'orologio lo guardi però»

L'ostilità che si percepiva nella mia frase fece crollare il minimo di gentilezza che il più piccolo stava provando a dimostrare.
Forse mi sentii in colpa.
Ma lui non avrebbe mai dovuto saperlo. Non meritava la mia bontà, dato che lui per primo mi aveva sbattuto la porta in faccia.

Sbuffando, si limitò a sedersi accanto a me, senza nemmeno rispondermi.
Ah ora mi ignorava anche! Quel ragazzo era incredibile!

Nonostante questo, non riuscii a non percepire un minimo di preoccupazione per la condizione dei suoi capelli... Si sarebbe preso un malanno se non se li fosse asciugati per bene, eravamo comunque a settembre.
Di sicuro, era appena uscito dalla doccia e si era precipitato al conservatorio, avendo notato l'orario. Tipico di Jungkook...

«Che cazzo fissi?»

Mi riscossi da quei pensieri, scuotendo la testa e assumendo un'espressione annoiata. Perché continuavo a preoccuparmi per lui?!
Tanto nemmeno erano apprezzate le mie attenzioni.

«Sei così cretino da non accorgerti nemmeno che hai i capelli bagnati? Cos'è, volevi farmi pena?»

Inconsciamente, il moro si portò una mano verso le ciocche umide, stringendosi poi nelle spalle.

«Non morirò mica... Anche perché ti farebbe piacere e non ti darei mai una soddisfazione del genere»

Era esasperante.
Questo era il termine esatto per indicare Jeon Jungkook.
Esasperante.

Era esasperante nei suoi modi di fare, nelle cose che diceva e perfino nel suo aspetto.
Perché era irritante il suo essere così carino. Non c'era giustizia in questo mondo se anche un essere così stronzo aveva un viso tanto angelico.

«Oh dio, basta! Iniziamo a provare prima che mi venga una crisi di nervi»

Per fortuna, non disse altro, sedendosi accanto a me.
Proprio mentre compiva quel gesto, qualcosa nel mio cervello mi disse di fermarlo, inconsciamente. Non mi piaceva quando le persone si sedevano sul mio stesso sgabello, essendo troppo privato il rapporto che avevo con il piano, ma quando mi ritrovai accanto il moro, tutto mi sembrò così naturale.

Quello era sempre stato il suo posto, per quanto odiassi ammetterlo.

Mi morsi il labbro inferiore, sopprimendo la voglia che avevo di prendermi a pugni.
Non mi sarei fatto influenzare ancora a quei ricordi.

First Love // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora