[Si♭]

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Yoongi

Fin da quando, per la prima volta, misi piede in Accademia, i miei occhi si concentrarono solo su una figura in particolare.

Minuto, con i capelli rosa e le guanciotte paffute, Park Jimin era l'essere più adorabile che avessi mai visto e per me era un enorme complimento, quello.

Inizialmente, le uniche volte in cui potevo incontrarlo, essendo più grande di lui di un paio d'anni, era quando aspettava fuori dalla struttura che il padre uscisse, per tornare a casa.

Rimaneva sempre lì, appoggiato al muretto, giocherellando con la zip della felpa e lo sguardo basso.

Mi chiedevo sempre che tipo di voce avesse, se il suo sorriso fosse bello come lui, se gli piacesse la musica, se fosse timido o estroverso ma nemmeno una volta ero riuscito a trovare il coraggio di parlargli.

Davanti agli altri mi ero sempre mostrato indifferente a qualsiasi tipo di situazione ma quella, che mi era completamente estranea, mi spaventava.

All'epoca, il mio unico amico era Namjoon, dato che condividevamo molti corsi ma avevamo legato da troppo poco per poter essere il mio confidente, di conseguenza, quei due anni passarono sempre allo stesso modo: io che guardavo Jimin da lontano e lui che, ignaro di tutto, mi migliorava la giornata con la sua sola presenza.

E poi accadde.

Taehyung e Jungkook riuscirono a superare il test d'ammissione al conservatorio e io non potevo esserne più fiero; erano i miei fratellini e, avendoli più vicino fisicamente, sarei stato in grado di controllarli e proteggerli.

Non ero stupido, sapevo che Jungkook fosse innamorato del corvino.
Anche da bambini, quel ragazzo aveva un attaccamento al maggiore che non avevo mai visto. Gli brillavano gli occhi quando lo vedeva.
E, quando Tae mi disse che Kook aveva deciso di allontanarsi da lui, mi fu tutto più chiaro.

Lo stava allontanando per paura di uscirne ferito.
Eppure, nonostante avessi la consapevolezza ormai da anni che quei due sarebbero finiti insieme, la gelosia prese il sopravvento.

Così come i miei due amici finirono tra le sette note, ugualmente ci fu Jimin.

Ricordo ancora il mio stupore quando il direttore ci comunicò tutti i membri del gruppo, includendo anche suo figlio.
Fu allora che sentii per la prima volta la sua voce.

«Sono Jimin e spero di essere alla vostra altezza, nonostante sia solo al primo anno»

Si era inchinato e aveva rivolto un sorriso a tutti e sei.
Non mi sbagliavo, il suo sorriso era davvero bellissimo come lui.

Pian piano, tutti e sette ci avvicinammo ma si vedeva che il rosa e il corvino avevano un tipo di amicizia più intimo.
E da lì iniziai a sentirmi in colpa.

Come potevo essere geloso del mio fratellino?
Taehyung non poteva sapere che provavo qualcosa per il suo migliore amico, quindi non era sua intenzione averlo tutto per sé.

Eppure, ad un certo punto, ero esploso e avevo finito per trattare male Jimin.
Avrei voluto abbattere la mia stupida parte timida e dirgli sinceramente che mi piaceva da anni e che volevo solo potermi avvicinare a lui.
Ma non ci riuscivo.

Proprio quando pensavo di voler mettere fine a tutto, chiedendogli se gli piacesse Tae, lui alimentò le mie speranze.

«Non mi piace in quel senso. Siamo migliori amici ma non potrei mai guardarlo da un punto di vista romantico» mi confessò, con le guance rosse e lo sguardo che non osava posarsi su di me.

E il mio umore iniziò a migliorare ogni giorno di più; certo, la gelosia non era andata via del tutto ma il rosa cercava di avvicinarsi a me sempre di più, fino a quando non arrivò il pigiama party a casa di Hobi.

First Love // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora