[Prelude]

4.5K 320 139
                                    

Il punto d'inizio di tutto è sempre difficile da identificare, soprattutto se si tratta di un misero particolare che riesce a dare vita ad una reazione a catena inarrestabile.

Se mi sforzavo, però, riuscivo quasi a percepire il giorno in cui tutto aveva preso una svolta diversa. Il giorno in cui uno strano foglio solcato da cinque righi e quattro spazi mi aveva impressionato a tal punto da causarmi un frenetico batticuore.

Ero a casa di mio nonno e avevo quattro anni.
Allora non sapevo ancora bene cosa stava succedendo, ma nel momento in cui una folata di vento fece scivolare dal leggio del suo vecchio piano, uno spartito, portandolo sulla mia strada, ne rimasi affascinato.

Di solito i fogli con cui avevo avuto sempre a che fare erano tutti bianchi, in modo che avessi potuto disegnarci sopra ma quello... Quello sembra aver già preso vita di suo.
Vedevo quei pallini neri che sembravano tutti uguali ma, allo stesso tempo, terribilmente significativi.

«Ti piace, Taehyungie?»

Avevo annuito freneticamente alla domanda di mio nonno, chiedendogli di spiegarmi di cosa si trattasse.
E da lì, la mia vita venne irrimediabilmente colpita dalla musica.
Non ero stato io a scegliere il pianoforte ma era stato lui a scegliere me.

A distanza di tanti anni, continuai a considerarlo un segno del destino e così, compiuti sette anni, chiesi a mia madre di iscrivermi ad una scuola di musica. Volevo essere il nuovo Mozart... Ironia del destino volle che finii per detestare questo musicista.

Da quando la musica mi aveva ammaliato, pensai che fosse quello il mio punto di partenza ma mi sbagliavo.
Ci fu un solo importantissimo particolare che me ne fece rendere conto: un paio di occhioni grandi e scuri.

«Ciao! Io sono Kookie! La maestra mi ha detto che avremmo fatto lezione insieme da oggi. Tu come ti chiami?»

Kookie.
La mia rovina e la mia ancora di salvezza.

Quel giorno i suoi occhi mi erano sembrati così dolci che non ci avevo pensato due volte prima di presentarmi e sorridergli.

Era da lì che era iniziato tutto?
Dal momento in cui avevo messo piede all'accademia di musica?
O forse... Forse dal momento in cui, per pura curiosità, ci eravamo ritrovati a suonare un pezzo a quattro mani?

La sintonia tra me e quel bambino tanto espansivo si era palesata subito.
Non solo andavamo d'amore e d'accordo come amici ma anche durante le nostre lezioni di piano, sembravamo sempre costantemente coordinati.

La sorpresa sul volto della maestra Lee era stata evidente.
Era rarissimo che due bambini della nostra età riuscissero a mantenere lo stesso ritmo. Proprio per questo, si arrivò al vero punto di inizio.

Ci iniziarono ad assegnare brani a quattro mani.

Seduti sullo stesso sgabello, uno accanto all'altro, io e Kookie non riuscivamo a contenere l'entusiasmo.
Il poter suonare insieme, davanti lo stesso piano e la stessa canzone, sembrava il regalo migliore che potessero farci.

Allora avevamo solo otto anni.

Dovevo ammettere che lui, anche da solo, era un meraviglioso pianista ma la musica che creavamo in due sembrava così completa... Suonare insieme era la cosa in cui eravamo più bravi.

All'accademia di musica, pian piano, iniziammo ad essere chiamati "i bambini prodigio".

Quando avevo chiesto a mia madre cosa significasse, nella mia innocenza di allora, mi aveva risposto che era un complimento perché riuscivamo a fare cose che altri bambini non erano capaci.
È da allora che iniziai a sentirmi come un supereroe e tutto grazie a Kookie.

First Love // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora