Capitolo 10

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Il resto della settimana fu piuttosto piatto. Non ebbi nessun quiz o test per cui prepararmi, non avevo nulla da aspettare e Mr. Duncan aveva posticipato la data della consegna del progetto, quindi io ed Hayden non ci avevamo nemmeno lavorato troppo.

Nemmeno questa settimana avevo impegni. Prima ero seduta in salotto con mio padre a guardare una partita di football, quando Bruce ed Angel erano entrati trotterellando nella stanza con il guinzaglio tra i denti.

Capii subito l'antifona e salii al piano superiore per vestirmi, dal momento che indossavo ancora il mio bellissimo pigiama, e li portai a fare una passeggiata al parco.

"Okay, riporto!" dissi a Bruce, tirandogli la sua pallina da tennis da qualche metro di distanza, nel verde del parco.

La parte migliore di vivere in periferia era che c'erano parchi ovunque. Ce n'era uno a pochi minuti a piedi da casa ed era perfetto per Angel e Bruce quando volvano correre e divertirsi. Consisteva in un piccolo laghetto ed un campo sterminato che occupavamo solo in tre, e poi una grande aria giochi di lato.

Il laghetto era stranamente chiaro e aveva una bellissima fontana giusto nel mezzo. Aveva anche una sorta di piccolo molo per le persone che volevano pescare e una piccola rampa per le piccole barche o le canoe e kayak. Il campo era grande quasi quanto uno da football e si trovava giusto di fronte al laghetto, con alle spalle la foresta che circondava alcune parti dell'Indiana. Il parco giochi era gigante, aveva una moltitudine di altalene su ambo i lati e le vere e proprie strutture ricreative per i bambini erano loro stesse enormi e a tema di castello, dal momento che il nostro quartiere si chiamava 'Kings court'.

Bruce mi gettò la pallina ai piedi, quasi senza fiato, ma iniziò di nuovo a correre, aspettando che gliela tirassi. Feci una smorfia per la bava che ricopriva la pallina, ormami distrutta, e la misi nell'aggeggio che usavo per lanciarla. Era costato solo dieci dollari da Walmart e si erano dimostrati i dieci dollari meglio spesi della mia vita.

Lanciava la palla molto più lontano di quanto riuscissi a fare io e faceva in modo che non dovessi sporcarmi tutte le mani di bava ogni volta che dovevo lanciarla. Era assolutamente disgustoso sentire la bava viscida tra le dita quando stringevo la pallina....

"Okay, piccolino, lascia prendere questa ad Angel!" esclamai e lei abbaiò verso di lui, così da impedirgli di prendere la palla, ma lui non se ne importò molto e si adoperò per impedirle di prenderla.

Gemette poi le portò la palla e lei come risposta gli fece un sorrisetto canino prima di abbassare la testa per prendere la pallina. Trotterellò verso di me a testa alta, fiera, e me la mise delicatamente ai piedi prima di correre verso Bruce.

"Tirerò lontano, ragazzi. Pronti!" esclamai e le loro code iniziarono a muoversi.

Premetti l'aggeggio con la pallina e quello la lanciò, costringendo i due a correre a tutta velocità.

"Hai ragione, era proprio un tiro lontano."

Mi voltai, immediatamente, basita e quasi feci testa e testa con Hayden.

Si era tirato indietro all'ultimo momento e quasi caddi all'indietro con il sedere a terra, cercando di evitare lo scontro tra le nostre teste. L'unica cosa che mi fermò dal cadere furono le mani di Hayden sui miei fianchi.

Lo guardai profondamente con la bocca un po' dischiusa, sorpresa, e lui mi sorrise. I suoi occhi brillavano al sole. Da una così piccola distanza, riuscivo a vedere che non c'era nemmeno una piccola imperfezione nei suoi occhi, erano un blu scuro profondo. Aveva una piccola cicatrice vicino al sopracciglio destro, era lunga giusto un paio di centimetri , e aveva una fossetta carinissima sulla guancia sinistra. La fossetta metteva a dura prova la sua aria da cattivo ragazzo e dava nuova luce alla sua personalità.

Love,  Anonymous (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora