Capitolo Quattordicesimo

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La mattina mi sveglio troppo tardi per andare in università, allora faccio colazione con calma, faccio lavatrici, lavastoviglie e pulisco un po' casa. Finito di prendermi cura della casa mi prendo cura di me. Mi faccio una doccia calda con la musica a volume alto di sottofondo. Ero di buon umore, ammetto.

Scendo di sotto ancora avvolta nell'asciugamano...

F:"Giu, hai lezione oggi pomeriggio giusto?"

G:"Esatto"

F:"Quindi sushino per pranzo e poi ti accompagno?"

G:"Ma sei speciale!"

F:"I know, I know"

Ci vestiamo comode, io con dei jeans skinny, stivali con un po' di tacco e felpa dei rovere. Recuperiamo la mia vespa e ci dirigiamo a mangiare.

Durante il pranzo racconto a Giulia di tutta la serata, filo per segno.

G:"Non è forse possibile che tu gli interessi? D'altronde insieme vi trovate così bene!"

F:"Non so, dubito giu... Oltre ad essere fidanzato, anche la reazione al semi-bacio di ieri sera mi ha fatto pensare che gli fosse scivolato addosso come se non gli fosse importato"

G:"Boh...un amico solitamente non ti coccola sul divano mentre guardate un film..." mi dice sorridendo con uno sguardo malizioso

F:"Giulia io non posso pensare queste cose! Ho in mente solo la sua fidanzata, mi sento già colpevole"

G:"Pensi a lei anche quando sei sola con Cesare? Sei sicura? E comunque non hai nulla di cui sentirti in colpa per ora"

F:"Forse quando sono sola con lui un po' me lo scordo, ed è per questo che mi sento in colpa"

G:"Finché non succede niente di serio non allarmarti"

F:"Forse hai ragione tu..."

Finiamo di pranzare e la accompagno in università. Successivamente torno a casa, mi preparo per andare a lavoro e mi porto direttamente il borsone per andare in palestra.

Esco da lavoro per le 17 e solo 20 minuti dopo sono in sala pesi a fare gli squat. Quando ho finito l'esercizio e cambio stanza per salire sul tapis roulant noto Cesare che sta facendo degli esercizi con il bilanciere. Abbiamo entrambi le cuffie quindi lui mi fa un occhiolino e io gli rivolgo solo un sorriso. Assorta nei miei pensieri e con uno specchio enorme di fronte a me, noto di star fissando la schiena di Cesare che si contrae e rilassa a ogni ripetizione. Era una visione paradisiaca. Ero così concentrata ad ammirarlo che improvvisamente mi cade il cellulare dalla tasca che parte come un proiettile contro il muro della parete opposta della sala.

Volevo sotterrarmi in quel momento, ero dannatamente imbarazzata. Spengo il tapis roulant e a occhi bassi vado a recuperare il telefono miracolosamente integro. Quando sollevo il viso lo vedo ridere piegato in due e non posso fare a meno di ridere anche io, contagiata da lui.

C:"Telefono ancora funzionante?" mi dice con un sorriso sotto i baffi

F:"Stranamente"

C:"Se ti offro un caffé mi prometti che mi fai ridere come hai fatto adesso?"

F:"Guarda che bastardo! Potrei farti ridere anche di più, Cantelli!"

C:"Io ho quasi finito, fra 20 minuti tu ce la fai?"

F:"Si si può fare"

Usciamo insieme e decidiamo di fermarci in un piccolo bar sotto i portici, chiacchierando e bevendo due caffé. Tutto sembrava tornato come prima e ne ero contenta.

C:"Cosa fai venerdì sera? Potrei farti conoscere degli amici così non continui a pressare me..."

F:"Ti diverti eh? Guarda che se mi presenti qualcun altro ci vuole poco tempo a far si che preferisca frequentare quelle persone piuttosto che te!"

C:"Ma se sono di una simpatia inaudita!"

F:"Vorresti! Comunque proprio questo venerdì ho il concerto dei rovere" mi scappa una risata realizzando di star parlando con Cesare del concerto di Nelson e la sua band composta anche da Frank.

C:"Ah è vero che si esibiscono qua a Bologna!! Cazzo anche io sono stato invitato insieme agli altri!! Me lo stavo completamente dimenticando, menomale che me l'hai ricordato! Quindi nulla, becchiamoci lì direttamente che te li presento dopo il concerto"

F:"Emh...che ansia questa cosa..." dico nuovamente in imbarazzo "però si può fare"

C:"Ci conto eh! Ci vediamo venerdì allora. Ora devo scappare allo studio, abbiamo una riunione e sono già in ritardo"

Mi schiocca un bacio sulla guancia, paga per entrambi e scappa via tra la gente.

☆☆☆

"Loro non esistevano, loro consistevano, coesistevano"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora