Capitolo Quinto

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I giorni passano e io prendo pian piano l’abitudine di andare in giro a piedi. Vado in palestra altre due volte ma di Cesare neanche l’ombra. Mi alleno e mi sento ogni volta meglio.

La domenica sarei dovuta partire con il treno per andare da mio padre e la sua fidanzata a pranzo ma hanno avuto un contrattempo, Giulia era partita per andare a trovare i suoi sui colli bolognesi e mi ritrovo di conseguenza in casa da sola. Mi vesto bene, con una gonna a campana corta e una canottierina, ai piedi delle espadrillas perché avevo deciso che sarei andata a leggermi un libro in un parco al sole con una merenda. Poi mi viene il lampo di genio, siccome era ancora presto sarei potuta andare in palestra, lavarmi lì e andare subito dopo al parco. 

Prendo il cambio ed esco.

Arrivo in palestra e mi cambio. Inizio a fare esercizi e ad un certo punto proprio facendo gli squat noto passare Cesare che si dirige verso lo spogliatoio degli uomini, prima di entrare si guarda intorno e scorgendomi mi rivolge un sorriso. 

Io finisco la serie di squat e salgo sul tapis-roulant. Scelgo le impostazioni e comincio a correre. Qualche minuto dopo sale sul tapis-roulant anche lui, io sento il mio corpo scaldarsi, gli sorrido.

C:”Non ci vediamo da qualche giorno, com’è finita con il motorino, non l’ho visto fuori...”

F:”Ho preso sia il filtro nuovo che la candela ma solo dopo mi sono resa conto che da sola avrei tirato su un disastro”

Lui ride, io divento rossissima...

C:”Ma chi ti ha dato quella vespa a te?? Ahaha. Se vuoi ti do’ una mano anche per quello, ci dovrebbe volere poco tempo, a me è successo parecchie volte...”

F:”La vespa però l’ho mollata a casa mia”

C:”E che problema c’è? Io sono in moto, andiamo da te con quella”

F:”Va bene capo. Posso offrirle un pranzo per sdebitarmi?”

C:”Secondo me si può fare”

Mi sorride un’altra volta e si allontana per fare i pesi.

Finisco di allenarmi prima di lui quindi corro a farmi una doccia negli spogliatoi. Mi preparo e mi asciugo i capelli e quando esco lo vedo lì in piedi ad aspettarmi.

Mi chiede di seguirlo e mi porta alla sua moto, una yamaha XJ6.La ammiro, è meravigliosa, faccio un giro intorno osservando ogni dettaglio e quando rialzo lo sguardo lo vedo sorridere sotto i baffi...

C:”Qualcosa mi fa pensare che ti piaccia...ahah”
F

:"A me?!?! Assolutamente no!” dico ironicamente
F:”In realtà è da quando sono piccola che vorrei una moto seria per girare, ma a causa dellla paura di fare incidenti che mia madre mi ha trasmesso, alla fine mi sono sempre tirata indietro optando poi per la mia giallissima vespa”
C:”Posso capire, effettivamente è pericolosissimo... Ma...pensavo, hai impegni dopo pranzo?” mi dice con la faccia da furbo
F:”Non ho ancora organizzato niente. Che hai in mente?”
C:”Vorresti farti un giro in moto no? E se dopo aver sistemato lo scooter e dopo aver pranzato, andassimo in giro per i colli bolognesi? So che è un panorama che probabilmente conosci molto bene ma non abbiamo il tempo a disposizione per andare troppo lontano; ti prometto che ti porto in un punto spettacolare!”
F:” Beh, in realtà io mi sono trasferita da un mesetto a Bologna quindi i colli bolognesi non gli ho proprio mai visti...”
C:” Allora ancora meglio!” mi dice porgendomi il casco
Lo infilo, aspetto che lui salga sulla moto e quando mi dice che è pronto salgo anche io. Gli spiego la strada da fare per arrivare sotto casa mia e poi lui mette in moto.
C:”Mi sa che ti conviene tenerti forte, voglio farti divertire”
Non ci penso su due volte e cingo la sua vita con le braccia. Partiamo e man mano che aumenta la velocità, io mi sento più viva. Sensazione che sfortunatamente dura troppo poco, cinque minuti e siamo al cancello di casa mia. Grazie al cielo dopo pranzo salirò un’altra volta qui sopra.

Dopo aver aperto il cancello gli faccio cenno di portare dentro al cortiletto la moto, così da non lasciarla fuori.
F:”Cesare ti va di entrare un attimo? Se hai sete ti posso dare un bicchiere d’acqua mentre prendo la candela, il filtro e le chiavi del motorino”
C:”Certo!”
F:”Ah no, mi daresti un secondo che controllo se c’è disordine?” dico diventando paonazza
C:”Che c’è? Ti vergogni? Ahah Per me non è un problema!”
F:”Dammi un secondino, e ti prego, non andare” gli rispondo spuntando appena da dietro la porta di casa per poi chiuderla.
F:”Beh eccoci! Benvenutoooo!” gli dico spalancando la porta poco dopo
Lo sento ridere forte, entrando nella villetta.
C:”C’è da dire che è davvero carina questa casa, ma vivi qui dentro tutta sola?”
F:”No, ho una coinquilina che al momento è dai genitori”
C:”Ah che bello” dice, lasciandomi confusa da questa risposta...
F:”Ecco l’acqua. Come ci organizziamo per la vespa? Come ti posso dare una mano, esperto?”
C:”Tu non ti preoccupare, ci penso io, tu intanto pensa al pranzo che sono super affamato”
F:”ahaha allora verrò solamente ad avvisarti quando sarà pronto. Pollo alla piastra, insalata e qualche frutto di bosco?”
C:”Ottimo per questi frequentatori assidui di palestra”
Gli lascio le chiavi e il resto in mano e lo porto al motorino.
F:”Pensaci tu, mio salvatore” gli dico sarcasticamente
C:”Se mi prendi in giro te la concio peggio di com’è adesso ahahah” la sua risata mi contagia e mi mette il sorriso.

Ed eccoli davvero insieme.
Come andrà avanti questo pomeriggio insieme? Siete curiosi?

"Loro non esistevano, loro consistevano, coesistevano"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora