Capitolo Ottavo

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CESARE'S POV
Non capisco realmente cosa mi stia succedendo: la mascella tesa, le mani sudate, il mal di testa improvviso quando l'ho sentita rispondere al telefono...
Ora devo tornare a casa a cena, ho invitato Sofia e mi sto imponendo di non pensare più a ciò che è successo oggi.
Metto giù la moto, mi sfilo il casco e salgo in casa. Il primo posto in cui mi dirigo è il bagno. Mi spoglio con lentezza, ancora sovrappensiero, sperando che l'acqua mi faccia scivolare via tutto. L'acqua è calda e mi scorre lungo la schiena, io mi rilasso respirando lentamente e sfregandomi il viso.
Esco dalla doccia e mi sistemo un asciugamano in vita, per poi procedere verso la mia stanza. Mentre mi vesto sento una voce dalla camera adiacente alla mia, è mio fratello.
CL:"Hey Cesu, dove sei stato oggi?"
CE:"Claudio! Oggi avevo voglia di star fuori e mi sono fatto un giro sui colli" dico mentre entro nella sua stanza
CL:"Hai una faccia distrutta"
CE:"Sono solo molto stanco, ho bisogno di riposare..."
CL:"E quindi inviti la Sofi a cena? Potevi farla venire domani"
CE:"Ma sì, non è un problema. Tu ceni con noi?"
CL:"No no,esco a cena con amici. Tra l'altro sono già in ritardo!"
CE:"Dai allora vado giù ad aspettare Sofia, così tu ti sbrighi"

Scendo al piano inferiore, apparecchio la tavola e mi butto sul divano. Poco dopo sento suonare il citofono, è lei. Le apro il portone e lascio la porta aperta mentre vado a scaldare la pentola per cuocere il pollo.

S:" Buonaseraa"

CL:"Ciao Sofi! Ti saluto di fretta perché devo uscire e sono in ritardo. Buona serata piccioncini"

Poco dopo lei entra in cucina, dopo essersi tolta la giacca, sorridendomi e cercandomi per darmi un bacio. La bacio macchinosamente, per evitare qualsiasi tipo di sospetto da parte sua. Non nota nulla di strano. Mi rimetto ai fornelli per evitare di bruciare il pollo e per cuocere alcune patate, lei nel frattempo mi cinge i fianchi da dietro e sbircia le pentole da sopra la mia spalla.

S:"Come mi vizi amore"

Accenno un sorriso forzato e cambio argomento chiedendole che aveva fatto quella domenica e se fosse andato tutto bene. Inizia a parlarmi di una discussione che aveva avuto con un'amica dell'università, discorso che mi pare così poco interessante che mi ritrovo già a pensare a cosa inventarmi riguardo la mia giornata, aspettando che mi rigiri la domanda.

S:"E tu alla fine che hai fatto?"

CE:"Nulla di particolare, ho montato video e giocato un po' a Call of Duty"

S:"Pomeriggio produttivo!" dice ironica, "Videoclip dei rovere o video di space valley da montare?"

CE:"Emh di space valley"

S:"Ma non avevi già finito di montarlo l'altro ieri?"

Mi chiedo come cazzo faccia a ricordarsi ogni minima cosa...e ora? Cosa mi invento?

CE:"Nelson mi ha detto di sistemare alcune scene e così l'ho ripreso in mano"

S:"Capito"

Ci mettiamo a mangiare, questa volta in un silenzio che io non sapevo come colmare, questa volta non avevo niente da dire, questa volta avrei voluto cenare con un'altra persona.

S:"Che c'è Cesu? Lo capisco dal tuo sguardo che non è tutto a posto"

CE:"In realtà sono solo estremamente stanco, oggi avevo bisogno di riposare un po' ma non l'ho fatto per niente"

S:"Dai allora appena finito ci mettiamo sul divano e ci guardiamo una serie tv o un film, ti va?"

CE:"Andata!"

Sparecchiamo e ci buttiamo sul divano, lei sdraiata al mio fianco con la testa sul mio petto, io con una mano sotto la testa e l'altra impegnata a smanettare con il telecomando alla ricerca di qualcosa di poco interessante da mettere come sottofondo al mio riposino.

Appena decido di far partire How I met your mother, crollo.

Parecchie ore dopo vengo risvegliato da baci sul collo da parte di Sofia, mugugno e la scosto.

CE:"Sofi non è tardi? Non devi andare a casa?"

S:"Volevo restare ancora qua con te per un po'..."

CE:"Più si fa tardi e più è pericoloso, non mi va di sapere che torni a casa da sola di notte fonda al volante, potresti addormentarti!"

S:"Va bene, mi hai convinto. Mi accompagni giù alla macchina?"

CE:"Va bene, fammi prendere la giacca" dico strofinandomi gli occhi.

Scendiamo dal mio palazzo e raggiungiamo la sua auto; ci scambiamo uno di quei soliti baci ma circondati da un'insolito freddo, la saluto con la mano mentre sfreccia via.

Torno in casa e ancora rincoglionito ho come primo istintivo gesto quello di controllare il cellulare, in cerca di qualche inaspettato messaggio. Più che improbabile siccome solo quindici minuti dopo, nel letto sotto alle lenzuola, arrivo alla conclusione che non ci siamo ancora scambiati i numeri io e quella lei.

Lascio il cellulare, mi volto dall'altro lato e crollo in un sonno profondo.



Da qui in poi ho un sacco di capitoli già praticamente pronti quindi riuscirò ad aggiornare davvero spesso e a portare avanti questa storia per bene.
Tenetemi aggiornata sulle vostre impressioni, eventuali critiche e consigli che sono sempre ben accettate/i.
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"Loro non esistevano, loro consistevano, coesistevano"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora