Cap. 3 Il Pianoforte

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Finalmente dopo 3 giorni la RAI riaprì le sue porte per farci riaccedere e vedere i risultati dei provini. Io entrai con un'aria molto sicura ero infatti molto convinta che mi avessero preso. Tutta quell' enfasi però svanì quando appena entrata, la  biondina spuntò da un gruppo di persone e disse :"Elena Cecere presa, spilungona estetica Torneraii, a casa!!" e poi con la sua solita aria da vanitosa se ne andò. Allora infastidita gli urlai contro :"Ma vai al diavolo va, scema" e poi andai a controllare i risultati. Giunta davanti alla bacheca feci un respiro profondo ed andai a controllare :la prima lista aveva tanti nomi eppure non c'era il mio."sarà perchè mi hanno messo sulla seconda lista" pensai. Poi cercai nella seconda lista e nemmeno li vi era il mio nome. In quei secondi la mia vita stava crollando a pezzi, tutto ciò per cui mi ero sacrificata era diventata un' orribile illusione per me. Non riuscivo a darmi una spiegazione, mi ero illusa. Feci per andarmene ma passò un signora bassa con i capelli a caschetto e. Pensai che ne sapesse qualcosa e quindi le chiesi se vi era un 'altra lista ma lei, infastidita,disse di no. Spinta dalla rabbia e dalla tristezza, iniziai a camminare velocemente per l' edificio senza sapere dove andare. Poi, ad un certo punto, mi ritrovai davanti alla sala provini dove 3 giorni prima mi ero esibita e quindi entrai. Lì davanti a me vi era il pianoforte utilizzato dal pianista per eseguire i brani per i provini.Sconfortata, mi misi seduta ed inizai a suonarlo tra una lacrima ed un 'altra. Rimasi lì finché non venne un uomo, era il Guardiano della RAI, entrò e mi disse :"signorina, lei non potrebbe stare qui. Le posso concedere 10 minuti poi però deve uscire" e poi se ne andò. Dopo qualche minuto invece giunse Il  macchinista con una corda sulla spalla. Vedendomi piangere, si avvicinò a me per consolarmi chiedendomi cosa succedesse ma io gli risposi :"affari miei" cercando di essere più forte possibile. Lui però capi tutto e mi chiese :"il provino è andato male?!" ed io scoppiai in un pianto dicendo:"ci avevo messo l'anima in quella canzone, era l'occasione della mia vita e ora non mi rimane più niente, mi sono pure licenziata dal bar!" ma lui mi consolò :"puoi sempre ritentare l'anno prossimo, e se hai bisogno di un lavoro so che cercano gente in sartoria" ma io ribatté :"ma io voglio cantare!" e lui concluse :"neanche io voglio fare il macchinista, vorrei diventare cameramen ma sono entrato così e come si dice, un gradino alla volta" Quelle parole mi tirarono su di morale. Mi fecero persino sorridere capendo che non tutto era perduto. Così mi asciugai il volto, lo ringraziai e tornai a casa. Quella sera prima di andare a dormire, nella mia camera, ascoltai alla radio la canzone di cocki mazzetti "giovane" che mi fece ripensare a come sarebbe stata la mia vita senza Luigino il mio unico vero amore. La canzone "tornerai" infatti era dedicata più a lui che al suo  padre biologico. Questo però riscontrava anche un male, perché venivo considerata da tutti come una poco di buono.Comunque sia, il fatto è che quella notte mi addormentai piena di speranza e di felicità poiché finalmente qualcuno come il macchinista mi aveva compreso fino in fondo.

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