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il cucchiaino girava per la terza volta quella mattina nella solita tazzina sbeccata, e seungmin, che voleva soltanto essere sveglio, si ritrovò piuttosto ad essere piú stressato che mai.
spostandola goffamente nel lavello, giurando a sè stesso che l'avrebbe lavata una volta tornato- il caffè macchia, lo sapeva bene- infilò le scarpe e la felpa, pronto ad uscire.

aveva dormito tutto il pomeriggio, riducendosi a fare i compiti di notte, come suo solito.
ma seungmin non aveva degli orari normali, e non era intenzionato ad averne. dormiva quando aveva sonno, mangiava quando aveva fame- per il resto, andava avanti a caffè. e, nonostante sapesse quanto poco fosse salutare, credeva che la vista delle stelle ne valesse la pena.
a seoul non brillavano quanto avrebbero fatto fuori città, ma il ragazzo si accontentava di prenderne in prestito una e volarci tutta la notte, fra un battito di ciglia e l'ennesima lattina di birra lasciata a metá.

chiaramente, sua madre non era mai a casa. avendo delle competenze piuttosto richieste negli ultimi anni, viaggiava ogni settimana di città in città, limitandosi a passare a casa per un bacio sulla fronte di suo figlio e una valigia riempita.
in quanto a suo padre, seungmin non si scomodava neanche di augurargli il meglio: quando li aveva lasciati, lo aveva fatto senza lasciare impronte; e seungmin non era il tipo da osservare le tracce sulla neve per capire che strada prendere: piuttosto se ne inventava una nuova.

buttò giú il liquido amaro in un sorso, asciugandosi la bocca con la mano, afferrando in fretta lo zaino e chiudendo casa senza aspettare un secondo di piú; lui che ogni giorno prendeva a pugni le lancette dell'orologio senza avere il coraggio di vivere ad un ritmo diverso.

non sentí la voce che lo chiamava, e spalancò gli occhi quando un ragazzo- il ragazzo, si rese conto- gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con un gran sorriso.
seungmin non lo avrebbe mai ammesso, ma per un attimo sospettò che il sole avesse degli occhi e li avesse donati proprio a quel ragazzo dai capelli neri come i corvi; candele in una stanza buia, ombre incostanti su pareti lattee.

"ehi, ragazzo della pioggia! ti chiami seungmin, giusto? io sono hyunjin, frequentiamo lo stesso corso di storia dell'arte"
e gli scivolò accanto, sostenendo io passo del castano, sempre piú veloce. ma non voleva scappare dal corvino, no. non poteva scappare sempre.

"sai che non c'é bisogno di correre? non sei in ritardo"

"sono in ansia però" ribattè il castano, stupendosi di sè stesso. non era da lui rispondere agli altri senza farsi prendere da un incontenibile moto di timidezza.

"ah...come mai?"

"ho paura per scienze"

hyunjin fece un largo sorriso, e seungmin fu costretto ad abbassare lo
sguardo perché, onestamente, certe cose non le poteva reggere.

"mi piace moltissimo scienze! vai,  ripetimela, sarò piú che lieto di sentirti"

seungmin prese un respiro e cominciò; senza alzare mai lo sguardo per paura di incontrare quello del corvino; che sorrideva.

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"min, ti vedo strano, che è successo?" jisung si sedette- praticamente volando- a fianco del castano, rivolgendogli un'occhiata prima di tirare fuori il quaderno di fisica.

"hyung...perchè mi sei amico? ci sono un sacco di persone piú interessanti lí fuori"

"sí, ma quante ti portano il ramen a mezzanotte perchè sanno che concludi tardi gli allenamenti?"

gli mise un braccio sulle spalle.

"scherzi a parte, seungmin, è questo quello che fanno gli amici. tu sei un ottimo amico; non è la tua timidezza a fare di te il contrario"

seungmin annuí. non succedeva spesso, ma quando un amico (uno dei pochi, non che ne avesse una grande varietà) gli dimostrava affetto, o apprezzamento, il suo cuore faceva tre capriole in aria. accadeva spesso che, troppo preso dai suoi casini, si chiedesse se prestava attenzione alle persone accanto a lui. cosa che poi faceva sempre e mai.

"come mai questa domanda improvvisa? c'è una ragazza?"

no, no. nulla di tutto ciò.

ma qualcosa spinse il minore a sussurrare:
"hyung, a proposito di questo...avrei...una cosa...nel senso, non ne sono sicuro ma..."

jisung gli rivolse un sorriso incoraggiante.

"credo che...mi piacciano i ragazzi"

ti prego, non ti arrabbiare. non mi dire che è sbagliato e non mi dire che sono perverso. non ti arrabbiare se non te l'ho detto prima. ti prego...

"fantastico, quindi non ti disturberá sapere che mi sono baciato con minho-hyung prima di entrare a scuola"

cosa?

"ehi, minnie? sei scioccato o ti devo portare al pronto soccorso?"

seungmin sbattè le palpebre.

"tu...e minho? è quel ragazzo che...-"

"sí, giá. beh, è stato tutto molto improvviso, ma flirtavamo da alcuni giorni e finalmente è successo"

il minore gli rivolse un sorriso sincero.
"sono felicissimo per te".

non sentí gli occhi pizzicargli.

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seungmin se lo chiedeva spesso, perchè non potesse avere la stessa leggerezza degli altri. viveva soppesando i suoi respiri, preoccupandosi continuamente del pensiero altrui, stringendo le dita per alleviare un cappio al collo che si era messo da solo. non avrebbe voluto, no, essere appeso ad un filo di giudizio, sentirsi gli occhi di tutti addosso, pronti a scovare qualsiasi difetto tenesse recondito nell'anima.
avrebbe voluto essere come jisung, senza farsi troppi problemi, avrebbe voluto essere una foglia e volare anche il giorno della sua morte, avrebbe voluto essere una goccia d'acqua e far sbocciare fiori; avrebbe voluto essere tutto, fuorchè sè stesso.

Lo vide all'uscita, quel ragazzo con i capelli come i corvi e le dita troppo lunghe. Aveva qualcosa di diverso, mentre si fermava a raccogliere una foglia e la metteva distesa in un libro, qualcosa che aveva impedito  seungmin di distogliere lo sguardo subito.

non gli capitava spesso di interagire con altre persone, aveva sempre la mania di osservarle, ma mai di guardarle; una folata di vento incostante ed invisibile, eppure sempre presente.

e guardarlo non rientrava nei suoi piani, no.
se ne andò a passo svelto, ma non fece una strada diversa.

questo è un capitolo abbastanza lungo (piú di 1000 parole), ma non saranno tutti cosí, anzi, la maggior parte sta sulle 700 parole. in sintesi, i capitoli sono abbastanza brevi.

𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐚𝐟𝐟è ✩ 𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora