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kim seungmim era nato in un giorno di pioggia.
non era cosí strano, sebbene fosse ancora estate; in quel periodo l'acqua abbondava e settembre era proprio a ridosso di quello che sarebbe stato uno degli autunni piú piovosi di quegli anni.
seungmin si perdeva spesso nella pioggia; gli sembrava d'esser fatto di materia liquida e senza forma come se si dovesse adattare costantemente alla sua vita, cosa che poi di fatto non accadeva mai.
eppure a guardare quelle gocce che riflettevano la luce di un sole ormai estinto, e a sentire i lievi brividi che gli procuravano ogni qualvolta s'infiltravano tra il tessuto e la sua pelle, scivolandogli addosso come lacrime; gli sembravano dita che, invisibili, tracciavano la mappa di un percorso dimenticato da tempo.
aveva smesso di usare l'ombrello da tanto, a meno che non fosse davvero violenta, perchè sentiva di poter, in qualche modo, prendere in mano quei fili sottili come una tela di ragno che lo ancoravano al mondo, e avere il coraggio di tagliarli uno ad uno. ma poi la pioggia cessava e cosí anche la sua sicurezza, e tornava sempre nella sua casa aspettando il ragno che, con giudizio e crudeltà, prima o poi lo avrebbe reclamato.

non pensava a questo però, quella mattina, appena entrato in classe dopo la consueta camminata sotto la pioggia: c'era un ragazzo in classe, e occupava tutti i suoi pensieri.

fu un lampo in una giornata estiva, la consapevolezza di non essere stato il primo a prendere posto. e seungmin restò lí, immobile, nella testa era calato l'inverno e crollata ogni possibilità di ragionare.

fu il ragazzo che se ne accorse, volgendogli uno sguardo preoccupato- evidentemente perchè lo aveva visto fermarsi di botto e paralizzarsi per qualche secondo buono.

"ehm-, tutto bene?" le sopracciglia scure si incrinarono leggermente, ma seungmin non fece caso a nulla di ciò. riuscì però a muoversi, quanto bastava per far capire che era vivo.

"quello è il mio banco" bisbigliò quasi,  muovendo impercettibilmente le labbra, e la bocca del corvino assunse la forma di una piccola "o" quando si accorse di ciò che stava dicendo l'altro.

"scusami, non me ne ero accorto. ecco, mi sposto" fece tranquillo, e seungmin per un attimo desiderò avere quella calma per soffocare le proprie emozioni, che mai lo lasciavano in pace, specialmente quando turbato.

turbato, ecco cos'era. non solo non era stato il primo ad arrivare in classe, ma un altro ragazzo si era seduto su quel banco. un banco ignorato da tutti perché accanto alla finestra rotta, dove entrava sempre la pioggia e con essa tutti i sogni del castano.

fece per aprire la bocca proprio quando gli altri studenti entrarono in classe, e non disse nient'altro.

.・。.・゜✭・.・✫・゜・。.

la pioggia era cessata per circa due ore, poi era ripresa a scendere. alla fine delle lezioni, una massa di ombrelli variopinti si spingeva verso la strada principale per prendere l'autobus.
hyunjin comunque stava ancora fuori scuola. la sua attenzione era stata catturata da un ragazzo senza ombrello che andava quasi controcorrente, spingendosi in una via quasi fantasma, visto quanto poco era frequentata- e a ragione, constatò hyunjin seguendolo, poichè i palazzi cadevano davvero a pezzi.
ma fu il suo istinto a farlo avvicinare, e sempre il suo istinto ad offrirgli l'ombrello.

"vuoi?"

il ragazzo- seungmin, gli pareva si chiamasse, ma non ne era sicuro poiché condividevano solo storia dell'arte e lui era molto silenzioso, gli rivolse un'occhiata fugace, senza neanche permettere all'altro di memorizzare i suoi lineamenti; e scosse la testa.

"no, grazie"

"non ti piacciono gli ombrelli o ti piace la pioggia?"

hyunjin era ad un tratto curioso. forse era l'istinto d'artista che congiungeva quel ragazzo agli alberi di fuoco e i muri scrostati, come fosse piú parte del paesaggio che parte di sè stesso; ma impresse quella scena nella mente con la stessa fiamma del colore degli alberi. sperava soltanto di essere abbastanza capace da ricrearla con la tempera.

seungmin si morse il labbro inferiore.

"credo entrambi"

hyunjin annuì.
quante cose non apprezziamo perchè ci tolgono qualcosa che amiamo?

c'era silenzio fra quei due.
era una sorta di intimità ben diversa da quello che hyunjin era abituato a sperimentare; quella di camminare soli sotto la pioggia, due persone che pur non conoscendosi condividevano la bellezza della rabbia dell'autunno.

erano arrivati alla fine, la via adesso si allargava sfociando in un bivio.

seungmin si voltò, mostrandosi finalmente a hyunjin.

"io...io vado di qua. grazie per...l'ombrello"

mi ringrazi, eppure non l'hai accettato.

"di niente, figurati. ti dispiacerebbe se passassi qui anche domani? mi serve per una cosa" fece con un sorriso, riferendosi al quadro da iniziare.

le labbra di seungmin si arricciarono in un segno d'assenso mentre correva via; e hyunjin gli rivolse un'ultima occhiata prima di prendere la strada opposta alla sua.

ehm, allora, ciao. non so cosa ne uscirà da questa storia, anche perchè sará abbastanza breve, ma spero che esca perlomeno decente.
e se cosí non dovesse essere, apprezzate almeno lo sforzo :')

(ps. grazie a Neko_Aliena che mi supporta sempre, sei un tesoro. fighting ♡)


𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐚𝐟𝐟è ✩ 𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora