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le stelle quella sera brillavano di piú, ma riflettevano soltanto le lacrime negli occhi del rosso.
perchè era cosí, vero? perdere un sogno nel vuoto, svegliarsi la mattina con la certezza di non essere destinato alla felicitá.
brillava nella notte l'ultima speranza di jeongin, e come una stella sarebbe scomparsa non appena sarebbe sopraggiunto il giorno.
ma il ragazzo continuava ad aggrapparsi a flebili speranze che andavano sparendo come un soffio di fumo di un caffè appena preparato; la consapevolezza di aver fatto troppo tardi.
forse era il suo destino, come piaceva definire a hyunjin, e magari avrebbe trovato qualcun altro, qualcuno di migliore; ma dov'era quando le lacrime amare bagnavano le sue guance dissetandolo come una linfa vitale?
jeongin era solo mentre racimolava pezzi del suo cuore e scarti del suo amore, la meraviglia di sogni distrutti e illusioni mal riposte.
hyunjin avrebbe saputo dipingerle fino a risaltarle, avrebbe dedicato un pennello a ciascuna di loro e avrebbe passato notti insonni pur di dar loro la vita di cui erano state private; ma jeongin non era come lui, non lo era mai stato. e forse era un bene che il corvino avesse qualcuno che condividesse i suoi silenzi, perchè jeongin non ne era capace; i battiti del cuore erano un'orchestra di emozioni, ed il maestro era sempre stato hyunjin.

se lo aveva capito, non voleva accettarlo. ci sono vari processi, nella psiche di una persona, che ci permettono di accorgersi di una situazione, prenderne consapevolezza, darle un nome e infine accettarla; e lui era deciso a stroncarli tutti.

non la voleva accettare, eppure lo aveva giá fatto. se ne era accorto, eppure troppo tardi.

non è quello che mi merito; ma forse era destinato ad altro.

ti ho amato con tutto me stesso, perchè non hai ricambiato?
ma jeongin non aveva fatto nulla di sbagliato.

appoggiò la schiena al muro dietro di sè, leccandosi le labbra, ormai intrise di lacrime.
si era ripromesso di non piangere, ma come poteva, se la stessa persona a cui aveva dato tutto sè stesso, adesso dava sè stesso ad un altro?

jeongin era nato con il cuore calpestato. ad ogni urlo, ad ogni bottiglia rotta, ad ogni scheggia di vetro che le sue paffute mani da bambino trovavano a terra, il suo cuore si rigava un po' di piú.

e poi aveva scoperto hyunjin. hyujin, il suo fratello maggiore, il suo hyung, l'unica persona che lo consolava e lo accoglieva a braccia aperte, pronto ad ascoltarlo, ad aiutarlo. hyunjin, hyunjin. quella parola scorreva sulle labbra del ragazzo insieme alle sue lacrime e correva giú, giú, oh hyunjin, perchè non sei qui, hyunjin, non mi avevi detto forse di dovermi sempre fidare di te?

hyunjin e le sue mani, hyunjin e i suoi sorrisi; hyunjin gli aveva riparato il cuore con un solo pennello e tanta pittura rossa. hyunjin si era disegnato il proprio amore da solo, e lo aveva abbandonato sotto la pioggia notturna.

d'altronde si sa, che quando la pittura si secca, tende a sgretolarsi; e il rosso non aveva mai imparato a tenere un pennello.

e quindi rivolgeva il suo sguardo alla luna opaca e alla notte fredda, un angolo patinato in un incubo di sospiri, e aspettava, pazientemente, che quel filo di vento portasse con sè gli ultimi frantumi del suo cuore.



ehilá! mi spiace se sto pubblicando in maniera completamente discontinua, da' molto fastidio anche a me; dato che per l'altra storia avevo giorni e orari precisi in cui farlo. mi impegnerò a pubblicare un capitolo a settimana, tanto non è che manchi molto alla fine. nel frattempo, spero che questo sia stato di vostro gradimento 🌬

𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐚𝐟𝐟è ✩ 𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora