1.5

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jeongin aveva provato tante volte ad essere razionale, ma c'era qualcosa, lí, che glielo impediva.

aveva fatto un errore, ma se avesse avuto una seconda possibilità, sarebbe davvero riuscito a cambiare decisione?

no, per nulla. lo sapeva e al tempo stesso si dannava arrabbiandosi con sè stesso, perchè seungmin era una persona tanto buona, e avergli spezzato il cuore frantumava le briciole del suo.

e poi, hyunjin. hyunjin la mattina appena sveglio, hyunjin che tutte le sere, ormai, era puntualmente a casa. si rendeva conto di come ci fosse qualcosa che non andava, di come avesse brutalmente interrotto qualcosa destinato a compiersi. hyunjin credeva nel destino, lui no, ma voleva provarci.
perchè, appunto, in certe situazioni rimanere razionali era qualcosa di infinitamente complicato.

si era raccontato cosí tante bugie e ora galleggiava in quella realtá  ingannatrice, come in un sogno, una bolla di sapone, e mentre voleva scordarsi del corvino, si era invece dimenticato di tutto ciò che non lo riguardava.
ma l'amore non faceva per lui, questo lo aveva capito. avrebbe provato per sempre a rincorrere il ragazzo tentando di afferrare i suoi lineamenti di fumo, ma lo avrebbe sempre ricondotto a casa, quello dove ogni notte prendeva il caffè sotto le stelle e ogni pomeriggio dormiva sfiorandosi la mano con seungmin.

ma c'era un'altra veritá, ed era talmente nuova e talmente proibita che a stento riusciva a riconoscerla. si era crogiolato cosí tanto nella sua tristezza che non aveva voluto guardare ad un fatto evidente, l'unico che, probabilmente, lo aveva fatto desistere nella sua rincorsa di hyunjin. perchè non avvertiva piú quella scossa profonda che lo agitava quando sapeva che non sarebbe potuto esser suo?

mangiava solo e pensava, oramai le due di notte le faceva anche lui. ma non aveva importanza, no, quando stava per risolvere quell'equazione che per anni si era portato appresso, senza neanche voler cercare il risultato, avendo paura di una veritá che avrebbe stravolto drasticamente  le sue abitudini.

perchè era facile pensare che la tua persona fosse accanto a te e le servissero soltanto dei segnali, quando hai uno spirito introverso e poco incline al cambiamento.

jeongin non aveva mai pensato che hyunjin non potesse essere la sua persona, ma piú la mente elaborava quelle informazioni, piú si rendeva conto, che, semplicemente, non erano fatti per stare insieme. erano troppo uniti e troppo fratelli per conoscersi in quel modo, di momenti romantici con lui ce ne sarebbero stati ben pochi, ma di momenti in cui si sarebbero aiutati per la semplice abitudine, tantissimi.

abitudine.

hyunjin era la sua abitudine, e cosí il proprio pensiero. aveva creduto di amarlo quando era una semplice infatuazione, era la semplice amicizia profonda che lo spingeva in quella direzione.

aprí una confezione di noodle.

jeongin non era mai stato capace di offrire a hyunjin un supporto che non fosse di tipo amichevole. eppure, fra loro non si era mai rotto nulla, nonostante in quei giorni il corvino fosse svuotato e preparasse caffè dimenticandosi di berlo. le risposte erano molteplici, ma conducevano tutte sull'unica soluzione.

e quindi, alla fine, l'equazione era risolta.

lasciò i noodle a metá mentre velocemente prese il giacchetto e la sciarpa di lana pesante, allacciandosi le scarpe in maniera approssimativa e correndo giú per le scale, verso la casa di seungmin.

non sapeva neanche lui perchè corresse, non c'era alcuna fretta. eppure correva e correva, spinto da una nuova euforia, una rivelazione celata a sè stesso per troppo tempo.

per la prima volta dopo tanto tempo, jeongin era felice.

.・。.・゜✭・.・✫・゜・。.

seungmin era, naturalmente, sveglio. quello che non capiva, però, era chi diavolo bussasse cosí forte alla porta, e con cosí tanto entusiasmo.

borbottò qualche maledizione (hyunjin avrebbe detto che sembrava suo nonno, ma prefeirva non pensare al corvino) e si affrettò ad aprire la porta.

anche perchè, la scena che si trovò davanti era completamente inaspettata.

"jeongin, che succede?"

il ragazzo aveva gli occhi stralunati e sorrideva felice, i capelli scompigliati e il maglione messo al contrario.

"seungmin, mi dispiace... argh, mi ero preparato un tale discorso! ma non me lo ricordo piú, perciò improvviserò. volevo solo dire che...ho sbagliato. io e hyunjin non siamo fatti per stare insieme, siamo praticamente fratelli, e ho sbagliato, sbagliato, sbagliato a credere che fosse il contrario, sono stato soltanto un pigro sciocco che si è aggrappato alla prima causa della sua infelicitá. ma non è cosí, seungmin, e sono cosí maledettamente triste di averti sottratto la gioia, a te e a hyunjin, ma tu sei stato cosí gentile con me, e ho creduto di avere una possibilità. un mese non è poi tanto, no? ma ti prego, seungmin: perdonami".

ma il castano, scioccato, non fece in tempo a rispondergli: si era appena avvicinata un'altra ombra dietro jeongin; si confondeva nella notte, ma seungmin non lo avrebbe fatto neanche se avesse voluto.

"seungmin, jeongin, che succede?"






probabilmente il capitolo piú brutto della storia, ma non importa. ho deciso che per l'ultimo mi prenderò un po' piú di tempo per scriverlo quantomeno decentemente, quindi lo pubblicherò i primi di marzo, suppongo. anche perchè sarebbe tipo il mio preferito.
la smetto, la smetto!
bye
lu 🌬

𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐚𝐟𝐟è ✩ 𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora