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la moka borbottava mentre il ragazzo affondava pigramente le mani nel folto pelo del gatto, indugiando con lo sguardo sui compiti lasciati sul tavolo, il thè affianco.

aggrottò le sopracciglia quando sentí un voce familiare chiamare- no, urlare- il suo nome. possibile che fosse...stava forse diventando pazzo?

no, non lo era, constatò affacciandosi; e spalancò gli occhi per la sorpresa, gioia mista a paura, emozioni contrastanti in mulinelli nel suo cervello.

perché, nel suo cuore, sapeva esattamente cosa fare.

"aprimi, c'è il sole!" hyunjin era lí sotto, agitando la mano con quel sorriso sfrontato ma mai indiscreto.

"io...sí-ecco!''

seungmin era a dir poco terrorizzato. se un attimo prima vederlo lo aveva riempito di tutto quello che in quei giorni gli era mancato, adesso che lo aspettava alla porta non sapeva comportarsi. diamine, hyunjin lo aveva baciato.
poteva forse definirlo amico, quando ogni volta che sentiva il suono della sua voce si incantava e  ogni volta che lo sfiorava dentro di sè si agitavano foglie e farfalle?

"ti ho portato la torta, sai, odori sempre di caffè e mia madre ha detto che questa ci sta particolarmente bene"

seungmin afferrò la busta che gli tendeva.
"io, ehm...grazie..."

"e poi- hyunjin entrò non appena seungmin lo lasciò passare- volevo passare del tempo con te"

queste parole, dette con una tale semplicità, ebbero l'effetto di un blackout totale nella testa del castano, mentre si voltava facendo strada al corvino, le guance in fiamme.

"posso sapere come...hai fatto a sapere che questa è casa mia?"

"mh, beh'' hyunjin si accomodò al tavolo "potrei averti notato, un giorno. stavi sul balcone e fuori pioveva...non avevo dubbi che fossi tu" ridacchiò leggermente, il cuore di seungmin sciolto e calpestato da ogni sorriso del corvino.

diamine, sono un tale disastro. di tutti, proprio di questo sprovveduto mi dovevo innamorare? poteva prendersi l'influenza.

la moka regí al posto suo, salvandolo dal dire qualcosa di molto imbarazzante. tipo che lo trovo bellissimo.
oh no. se lo avesse detto, quello sí che sarebbe stata la fine del mondo.

"vuoi?"

hyunjin annuì.

"prenditi anche la torta. mi puoi passare un coltello?"

seungmin versò il caffè nelle tazzine di ceramica,
"vuoi lo zucchero?"

"avresti del miele? se no va benissimo lo zucchero, non c'è problema"

seungmin arrossí. ancora. si era ricordato di come le sue labbra sapessero di miele, di come, per la prima volta, aveva desiderato il dolce.

glielo porse.
che bello che era. hyunjin, capelli neri alzati leggermente sul fronte che ricadevano morbidi sulle tempie, enorme maglione di un marrone scolorito e svariate catenine al collo, simili ai lunghi orecchini pendenti; seungmin sarebbe potuto morire per una bellezza simile.
e mi ha baciato!

"a proposito, minnie, lo sai che sei bellissimo?"

...eh?

doveva aver capito male. doveva essersi fatto troppi caffè e troppe passeggiate fra le stelle, era giá la seconda volta in pochi minuti che cadeva dalle nuvole.

quel ragazzo lo mandava in confusione.

dalla bocca gli usci un flebile "cosa?"

hyunjin rise.

"scommetto che non credi ad un complimento di tutti quelli che ricevi. te lo dico io, sei davvero davvero bello, kim seungmin. e lo saresti anche se non avessi quest'aspetto."

"adesso basta" riuscí a borbottare il castano, cercando di coprirsi con la tazzina, bevendo tutto d'un sorso il caffè bollente e cercando la torta con la mano.

"lo sai che di te so davvero poco? ed è un peccato, perchè tu di me sai molto"

"ma, io ti...ti ho raccontato tutto, quella sera, cioé quel giorno...insomma, quella volta"

hyunjin scosse la testa, un sorriso dipinto sul volto.

"sí, è vero, mi hai raccontato molte cose. ma non so come le vivi, tu"

stelle in collisione nei pensieri del ragazzo, e margherite appassite sotto i suoi piedi. tutto ciò non era accettabile.

"mi hai detto che le ombre non esistono senza il sole su qualcuno" riprese hyunjin "ma io onestamente non credo tu sia un'ombra. perchè, se no, ti ho notato proprio nella tua solitudine?"

forse aveva ragione, hyunjin. diavolo, era maledettamente convincente. come poteva fargli crollare tutte le consapevolezze stabilite da una vita?

"buona la torta" bofonchiò invece a bocca piena.

il corvino scoppiò in una risata.
"lo sapevo io che ti sarebbe piaciuta! dimmi, quanti caffè ti prendi al giorno?"

al giorno? mh, seungmim non andava a giorni, andava piú a...momenti. notti. pomeriggi. ma giorni?

"forse...4-5? onestamente ho uno strano concetto di giorni, io"

"ho notato" ridacchiò hyunjin "hai risposto subito quella volta, quando ti ho chiamato alle  di notte. sai, una persona normale si sarebbe svegliata prima"

seungmin alzò gli occhi al cielo, continuando a mangiare la torta.

"comunque non mi avevi detto di avere un gatto, è adorabile"

"tanto adorabile quanto pestifero, ce l'ho da una settimana e giá mi ha fatto cadere tre volte!" disse gesticolando animatamente con le mani "tre volte disteso sul pavimento e vomitruzzo che mi chiedeva i croccantini!" aveva gli occhi spalancati, seungmin odiava giá quel gatto.

"aspetta, vomitruzzo? cioé, tu l'hai chiamato vomitruzzo?"

"sí!" seungmin era esasperato "la prima cosa che ha fatto appena mi ha visto è stata vomitare. e allora ero indeciso se chiamarlo Messer Vomitoso, ma poi minho ha detto- fece gesticolando velocemente- che non potevo chiamare cosí uno dei suoi bimbi! e quindi l'ho chiamato vomitruzzo, cosí da includere anche il padrone nel nome. ex padrone, purtroppo"

perso nel suo racconto non si era accorto che hyunjin aveva comimciato a ridere, e tutti i muri di seungmin caddero all'improvviso, facendolo scoppiare in una risata liberatoria.

𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐚𝐟𝐟è ✩ 𝐬𝐞𝐮𝐧𝐠𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora