Capitolo 1 - Made for us

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Sto affrontando uno dei peggior nemici ed incubi dell'umanità e scommetto che sarete d'accordo con me. Affrontare la sveglia ogni mattina è una battaglia che mi lascia sempre morente. Combatto ormai per anni contro di lei, ne esce sempre parzialmente vincitrice. La mia sveglia delle sette era appena suonata e ci vogliono minimo venti o trenta minuti per riprendermi dall'avvincente battaglia. Sbuffai al pensiero di dovermi alzare, mi dovevo preparare per poi andare alla mia lezione di programmazione delle nove. Mi alzai dal letto sbadigliando e stirandomi con un grande lamento. Ero un amante del sonno, potevo dormire anche per diciotto ore di seguito, sono un campione in quello. Aprii la porta della mia stanza e trovai il mio caro amico nonché coinquilino Blitzen. Speravo avesse preparato la colazione, invece stava usando il banco della cucina come scrivania, buttandoci sopra tutte le sue cianfrusaglie.

«Perché non è pronta la colazione?» Chiesi con una nota di delusione.

«Da quando io devo fare la colazione?» rispose Blitz gesticolando.

Era fascinoso come sempre, vestito bene ma assolutamente stravagante, con colori sgargianti come il magenta, con panciotti stile vittoriani. Barba curata e dei capelli ispidi neri, con la carnagione scura.

«Perché se faccio io la colazione finiamo tutti in ospedale per intossicazione alimentare» commentai io a tono.

Lui sbuffò e mi squadrò dalla testa fino ai piedi e fece schioccare la lingua in segno di disapprovazione.

«Non ci siamo con questi vestiti!» commentò lui mettendosi a braccia conserte.

«È un pigiama, non di certo vado a lezione in canottiera e pantaloncini, che ti salta in mente?» risposi accigliandomi.

Andai verso la credenza per prendere dei cereali ed una ciotola on gran rammarico, Blitz faceva dei pancake da paura, invece mi tocca mangiare latte e cereali, vi sembro capriccioso? Non potete giudicarmi, non li avete mai assaggiati.

«Dovresti comprarti dei pigiami decenti al posto di usare dei pantaloncini e una canottiera» spiegò Blitz mentre lo spostavo per andare verso il frigorifero per prendere il latte.

«Devo dormirci, mica farci le sfilate, dannazione.» commentai mettendo una tovaglietta sul bancone della cucina mentre mi sedevo sullo sgabello alto da bar.

«Comunque non hai impegni per oggi pomeriggio, giusto?» chiese sistemando la cucina da tutte le sue cose.

«Ho una bellissima lezione dalle tre alle cinque, non ci sto.» risposi mangiando con calma.

La colazione era un rito sacro, lo era ancor di più con i pancake di blitz, oppure con il silenzio. Blitzen di mattina era particolarmente loquace, si svegliava per le sei e le cinque di mattina per fare qualcosa che solo Dio poteva sapere. Era sempre attivo e svelto, anche appena sveglio. Io sono goffo e imbranato di natura, la mattina divento uno zombie ma pian piano mi riprendo.

«Non ci andrai, ti devo presentare degli amici» disse lui facendomi gelare il sangue.

«Senti, non voglio sminuire le tue amicizie, ma ogni volta che metti in mezzo me e me li presenti va a finire sempre male, preferisco andare a lezione, non fa niente» risposi continuando a mangiare.

«Non è vero!» commentò infantilmente lui.

«Ti ricordi quattro mesi fa? Mi hai presentato al tuo gruppo di amici che si sono rivelati dei monaci benedettini» affermai sbattendo i pugni sul bancone della cucina «Monaci benedettini, IN AMERICA! E mi hanno considerato figlio del demonio perché sono pansessuale.»

«Sei tu che glielo hai detto, evitavi di rivelarlo!» si difese lui.

«Passando sopra al fatto del motivo e del come ti sei conosciuto con questi monaci, sei stato tu a dire loro che sono pansessuale!» risposi accigliandomi.

Ho dato uno scopo alla mia vita: l'amore (Fierrochase)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora