Salimmo in macchina io e Mallory. Dovevo accompagnarla allo stadio dei Red Sox, non la facevo una tifosa, oppure si, beh, non sono bravo con le persone in generale. Se le persone comuni rispecchiassero anche Alex Fierro sapevo il motivo del mio essere imbranato ma Alex non faceva parte delle persone normali. La sensazione della morsa nello stomaco non era ancora del tutto scomparsa, era lì a ricordarmi che ero un folle complessato. Notato il mio nervosismo spiccicò parola Mallory.
«Okay, sei veramente in mezzo ai guai traducendo la tua espressione» Disse lei quasi ridendo.
«Si nota così tanto?» chiesi sospirando.
«Ti do una mano data dall'esperienza che ho dato che ci vivo insieme ormai da un po'» iniziò mettendosi meglio sul sedile «Allora immagina che il tuo... interesse amoroso deve scontare una cosa importantissima con la propria famiglia e questa persona ti chieda direttamente di farti i fatti tuoi, tu cosa fai attingendo alla tua razionalità?»
«Ti stai veramente sforzando di non trapelare identità di genere vedo» commentai con una risatina.
«Rispondi...» incentivò lei con nervosismo.
«Questa la so!» affermai speranzoso «Se devo attingere alla mia relazionalità ed esperienza lascerei a questa persona i propri spazi e la propria privacy sopratutto perché stiamo insieme da tipo dieci minuti, non mi sembra opportuno immischiarmi nei suoi affari, insomma» risposi sinceramente alla sua domanda.
«Ecco, prendi questa tua razionalità ed esperienza e buttala nel cestino» replicò lei.
«Ah...» affermai confuso.
«Con Alex non funziona con il flusso normale delle cose, fai sempre il contrario di quello che vorresti fare!» Spiegò lei gesticolando.
«E funziona sempre con il gioco dei contrari?» Chiesi turbato.
«No, perché sarebbe troppo razionale, non trovi?» rispose lei con una viso blando.
«Giusto» dissi titubante.
«Istintivo come un animale!» Affermò lei sorridendo.
«Non è proprio la mia vocazione ma ci posso comunque provare» replicai affranto.
«Adesso vai al negozio di Amir, e ti farai valere!» Disse Mallory stringendo il pugno.
L'ultima cosa che volevo era un motivatore alquanto pericoloso. Arrivai allo stadio dei Red Sox e la salutai con un sorriso.
«Mi raccomando!» Affermò facendomi il pollice in su.
Ero abbastanza interdetto e confuso per cosa dovevo fare ma infondo non sarebbe stato tutto in discesa soltanto perché Alex aveva parzialmente accettato la nostra relazione, a parer mio in realtà sarà soltanto tutto il salita, un'avventura che farei nuovamente ogni volta, infondo combattere per amore è sempre stato un mio difetto... Perché non è considerata una qualità? Tutte le battaglie globali si affrontano per soldi e fama, cosa c'è di male a combattere invece per amore? Stavo sicuramente pensando troppo e Mallory aveva ribadito che pensare troppo non era una cosa da fare quando si parla di Alex. Sospirai con il vuoto allo stomaco, ovviamente avevo paura di rovinare tutto ma come disse Mallory con Alex è un cinquanta e cinquanta, non volevo vivere la mia vita come una scommessa soltanto per lei, credo che bastasse soltanto prenderla, capire come la pensa per quanto difficile sia. Arrivato al negozio restai per parecchio tempo interdetto se entrare o meno. Dovevo buttarmi, dovevo farlo, buttare la mia razionalità e smettere di pensare. Entrai e trovai effettivamente Alex, Samirah e Amir seduti ad un tavolo. Tutti e tre si girarono verso di me con aria interrogativa, io stavo decidendo se sotterrarmi oppure scappare.
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Ho dato uno scopo alla mia vita: l'amore (Fierrochase)
FanficAU (collegata universalmente alla mia storia "La cura di ogni mio tormento, solangelo"). Dove Magnus è un universitario stressato che si affaccia al mondo degli affetti e vive una profonda amicizia che non aveva mai provato e trovato, e si affaccerà...