La mia depressione era migliorata? No, era bensì peggiorata. Adesso andavo a lezione, studiavo e andavo in palestra con ancora più tristezza facendo finta che tutto andava bene. Ero alla mensa e guardai intorno le persone che parlavano felice ed io che mi ritrovavo da solo al mio tavolo a mangiare la mia solita sbobba. Elettra stava via per stare dalla sua famiglia quindi mi ritrovavo solo come un cane che in fin fine non mi dispiaceva. Ho passato tutta la mia vita con la solita compagnia di Hearth e Blitz non ho mai cercato di farmi degli amici o dei compagni tanto per sentirmi realizzato in una società che di base non mi capirà. Ho sempre avuto soltanto loro due, sono contento, mi capiscono ed io capisco loro. Ciononostante sentivo la mancanza di una persona da amare. Una persona a cui potevo esprimere tutto me stesso, poterla abbracciare, baciare, fare dei regali, dimostrare amore. Non avevo mai riflettuto su ciò, ero molto titubante a riguardo, perché fondamentalmente sono sempre stato una persona che non cerca queste cose eppure mi ritrovo a bramare qualcosa in cui ho tentato e tentato per poi finire di sbatterci il muso plurime volte e questa è l'ennesima volta che succede. Feci crollare le spalle e sospirai sonoramente passandomi una mano sulla fronte. Molte persone si chiedono perché sono tanto osservate, forse perché sono strambi oppure eccentrici eppure a me la totale indifferenza non dispiace. Essere anonimo per me è sempre stato un pregio che un difetto. Nessuna persona mi ha mai messo in mezzo ai guai... A parte Blitz ma è la conseguenza di aver un grande amico dopotutto. L'indifferenza è sottovalutata, basta avere quelle poche persone di cui sai tutto e sai che ti ci puoi aprire e confidare, non serve avere altre persone o tanti amici, a parer mio quello incentiva la solitudine. Decisi di alzarmi e ripulire il mio posto come fanno tutte le persone civili che ovviamente non si trovavano nel mio stesso luogo. Presi la borsa e andai fuori dal campus, quella mattina ero andato a piedi, prendere la macchina non mi andava, tantomeno pagarne la benzina. Sospirai al pensiero di Alex, mi faceva arrabbiare. Il mio comportamento di quel famoso giorno è stato il mio peccato originale. Camminavo a testa bassa e con le mani in tasca sentendo i rumori della città. Tante persone anonime che camminavano per il mio stesso marciapiede. Che mi passavano affianco e che probabilmente erano troppo assorte dai loro pensieri per badare alla mia misera esistenza. Tornai sotto al mio appartamento ed entrai strascicando per terra, proprio come non piace ad Hearth. Dice che se potesse sentire sarebbe stato un rumore fastidioso per lui. Stavano entrambi sulla poltrona, Blitz guardava la tv, Hearth leggeva un libro. Andai in cucina posando la borsa vicino alla porta di camera mia.
«C'è rimasto qualcosa per il pranzo?» Chiesi sospirando.
«Non hai mangiato in università?» Mi chiese lui accigliandosi dal divano.
«Oh, avrei mangiato alla mensa se fosse stata quella dell'accademia delle belle arti, sottovaluti la tua categoria» commentai togliendomi la giacca.
«C'è rimasta della frittata!» Disse stravaccandosi meglio
Presi quello che c'era rimasto ed iniziai a mangiare. Blitz ogni tanto si girava a guardarmi come per accettarsi che fossi ancora vivo e vigile. Incollai lo sguardo su di lui come per chiedergli cosa volesse e lui sbuffò picchiettando sulla spalla di Hearth per attirare la sua attenzione. Gesticolarono qualcosa che non avevo compreso e poi Blitz venne verso di me. Lo guardai perplesso.
«Ti aiuterò io con Alex» disse Blitz sorridendo.
Si girò Hearth verso di noi e fece schioccare diverse volte le dita per attirare l'attenzione di Blitz, lui si girò guardandolo.
«Che c'è?» Chiese Blitz spazientito
«Non è una buona idea, te l'ho detto anche prima!» Gesticolò lui ricevendo un segno di silenzio da Blitz.
Lui roteò gli occhi e tornò a leggere. Blitz si mise seduto di fronte a me mentre mangiavo. Indossava una camicia viola scuro con una cravatta nera a pois bianchi, un soprabito leggero nero ardesia, dei pantaloni color bianco sporco. Oggi era più glamour del solito.
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Ho dato uno scopo alla mia vita: l'amore (Fierrochase)
FanfictionAU (collegata universalmente alla mia storia "La cura di ogni mio tormento, solangelo"). Dove Magnus è un universitario stressato che si affaccia al mondo degli affetti e vive una profonda amicizia che non aveva mai provato e trovato, e si affaccerà...