Capitolo 9 - We are bulletproof: the eternal

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«Non lo so... A me pare ancora poco probabile» ammisi grattandomi la testa.

«Non possiamo escluderlo» replicò Blitz con un'espressione fin troppo preoccupata.

«Ma dai! Hearth uno spacciatore, ma non so se sia possibile, vorrei crederti amico» risposi ragionevolmente.

«Abbassa la voce!» Mi rimproverò Blitz mettendosi un dito sulle labbra 

«Hearth è sordo! Anche se urlassi non mi potrebbe capire o sentire» ribattei confuso.

«I vicini cosa penseranno che Hearth è spacciatore?» replicò lui abbassando la voce.

«È più probabile che siano loro spacciatori che Hearth, Blitz!» Esclamai alzando i palmi al cielo.

«Dobbiamo seguirlo e vedere quello che fa durante la giornata, non può permettersi l'affitto senza fare niente, io mi spacco il culo per pagare. E non ho un padre scomparso che mi paga l'università» Spiegò lui sospirando

«Grazie, Blitz per ricordarmi che ho un padre scomparso che mi paga l'università.» replicai stufo «Va bene, seguiremo Hearth, mi sta preoccupando più del dovuto questa faccenda, tu sei tremendamente serio.»

«Io voglio salvarlo dalla brutta strada! Ci tengo a lui!» annunciò sedendosi sulla sedia.

«Lo so, amico» 

«Tipo adesso dov'è? Non mi ha detto nulla! Potrebbe essere nei guai!» Ammise lui preoccupato.

«Sai che torna sempre, aspettiamo» cercai di rassicurarlo andandomi a sedere sul divano.

Presi nuovamente il telefono e Alex non ancora rispondeva. Stavo iniziando ad avere dei grandi dubbi a riguardo, al fatto che mi rispondesse da ormai due giorni. Forse l'avevo fatta arrabbiare per qualche motivo. Era una tipa bislacca, tutto poteva esser accaduto. Era arrabbiata perché non avevo dato segno che mi fosse piaciuto o cosa? Sarebbe una contraddizione visto che io dimostravo in realtà di amarla? Stavo fondendo piano piano e Blitz paranoico a causa di Hearth non migliorava le cose. Sbuffai per poi sospirare e mi allungai meglio sulla poltrona sbadigliando. La sessione doveva iniziare a momenti e non avevo aperto libro, minimamente. 

 «Blitz» lo chiamai dal divano.

«Dimmi» disse guardandomi dal bancone della cucina.

«Avrei qualcosa da dirvi, appena torna Hearth , lo dico ad entrambi» affermai mettendomi una mano sulla fronte.

«Giusto, un argomento normale potrebbe non far trapelare i nostri veri intenti» aggiunse Blitz.

«Legge nella mente?» Dichiarai nervoso.

«Non sottovalutare Hearth, Magnus» replicò lui.

«D'accordo»

Ero piuttosto sicuro di essere un disastro in tutto ultimamente, avevo fatto soffrire mia madre, avevo fatto soffrire Elettra, stavo lasciando un sacco di feriti per la strada. Ah, contiamo anche la litigata tra Malcolm e l'ex tra i feriti, per quanto almeno un po' mi sono divertito a vederlo impazzire. Presi il piccolo cuscino e lo strinsi tra le mie braccia amareggiato e sospirando. Forse ci sto pensando troppo, forse è solo impegnata, ed io stavo facendo il paranoico ma qualcosa dentro di me diceva esattamente il contrario, sembrava tutto così strano. Fui distratto dalla porta di casa che si apriva, era tornato Hearth, più in ritardo del solito. Posai il cuscino e mi alzai per raggiungere Blitz al tavolo, quest'ultimo era parecchio corrucciato, sicuramente Hearth non sospettava nulla a questo punto. Guardò prima me e poi lui con un'espressione confusa.

«È tutto okay?» Chiese alzando un sopracciglio 

«Si, è tutto okay, perché sembra altro?» Aggiunse con un sorriso bianco facendomi roteare gli occhi.

Ho dato uno scopo alla mia vita: l'amore (Fierrochase)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora