Riassunto dei capitoli precedenti, ormai indispensabile:
Raven è fuggita dalla torre ed è tornata anni dopo con tre ragazzi (fratelli da parte di padre): Belial, Jeremy e Lilith. I più piccoli si sono guadagnati le simpatie di Starfire e BeastBoy (che ora si fa chiamare Changeling), mentre Belial è rimasto inizialmente in disparte.
Presto si scopre la ragione del ritorno di Raven: lei, Belial, Lilith e Jeremy stanno preparando un rito per evocare Trigon, ma una volta aperto il varco che lo riporterà in questo mondo, quando i quattro fratelli dovrebbero ucciderlo e bloccarlo per sempre, Belial li tradisce per mantenere il varco aperto, pugnala Raven e dimostra di aver fatto sempre il doppio gioco con Evren, un quinto fratello.
Appurato che in questa fanfiction nata per il BBRae c'era effettivamente poco BBRae, per un po' Raven è stata morente tra le braccia del ragazzo, poi lui ha seguito Starfire e Robin all'interno del varco oltre cui Evren e Belial erano andati in cerca di Trigon. Ucciso Trigon, i due si apprestano ad assorbire il suo potere, ma Changeling ha colpito per uccidere ed Evren ha usato il corpo di Belial come scudo. E così il karma è girato e Belial c'è rimasto secco (ben gli sta) ed Evren può assorbire da solo il suo potere. E poi Evren torna verso la Terra per conquistarla.
***
«Non lasciare che esca.» disse Cyborg.
Dimenticò che fosse poco più di un bambino, sperò che con Raven avesse imparato abbastanza per proteggersi ed essere utile. Si rialzò e sorrise, quando lo vide affiancarlo praticamente all'istante.
Entrambi pestarono i piedi per terra, scavarono quasi delle impronte sulla polvere e sui piccoli frammenti della parete che erano scivolati fin lì poco prima. Jeremy, disarmato, si piegò in avanti, le ginocchia flesse quasi come quelle di un corridore che si stesse preparando ad iniziare una maratona, a Cyborg parve che la sua intenzione fosse quella di correre incontro al demone appena fosse arrivato da loro e rispingerlo dentro con la sola forza del proprio corpo corpo. Fu proprio quello che Jeremy fece, Cyborg aveva ancora il braccio sollevato, si sorreggeva il polso con l'altra mano pronto a lanciare uno dei suoi attacchi, quando il ragazzino attraversò il varco con due soli passi. Lui e il demone si scontrarono all'istante e, da quel tocco, si generò un'onda d'urto che sbalzò indietro dapprima Jeremy stesso e poi anche Cyborg, che finì contro la parete. La forza dell'impatto incrinò l'intonaco, fece cadere alcuni calcinacci sul capo del ragazzo e aprì una crepa che quasi raggiunse il soffitto. Quando riuscì a togliersi dal volto le tracce dei detriti, Cyborg scopri che il demone era già nel loro mondo.
Non c'era voluto molto perché il loro piano di tenero dall'altra parte fallisse, forse a causa dello scontro di potere che era derivato dal contatto di Jeremy e del demone, e Cyborg non poté fare a meno di voltarsi a cercare Lilith e Raven con lo sguardo, certo che sarebbero state il prossimo bersaglio.
Ma non lo furono, invece il demone restò per alcuni secondi immobile, piegato sul pavimento ancora sporco di sangue, dove Raven aveva aperto il portale. L'armatura dell'uomo, che ormai sembrava un uomo ancor meno di quanto lo fosse sembrato prima, sferragliò e si piegò contro i suoi muscoli come se non riuscisse più a trattenerli. I lacci che la tenevano premuta contro i suoi polpacci furono i primi a saltar via, dando spazio ad una crescita spaventosamente rapida dell'arto, poi toccò alle spalliere, al pettorale, alla fascia di ferro che aveva avvolta attorno alla vita. Il demone iniziò a gonfiarsi, la pelle sfrigolò e si ricoprì di una fitta rete di venature nere che percorsero tutto il corpo, tra i capelli nudi, poiché il demone non indossava alcun elmo, spuntarono due grosse corna nere e ricurve. Stava nascendo un nuovo Trigon e Cyborg non aveva ancora idea di dove fosse finito il precedente.
Rimase inerme nel vedere prendere forma la creatura che aveva davanti, nell'avvertire la profonda oscurità che essa emanava. Quell'energia, quella malvagità che gli faceva rizzare i peli sulle braccia faceva anche tremare il soffitto e il demone divenne sempre più grande, il suo peso crebbe sempre di più finché egli non lasciò le sue impronte non solo sul sangue che Raven aveva versato sul pavimento, ma sulla superficie del pavimento stesso.
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Blood
Fiksi PenggemarGarfield arrossì lievemente. Non poté evitare che il cuore gli si fermasse, nel guardarla, anche se non era la vera Raven. «Allora, cosa ti porta qui?» gli domandò lei sorridendo. Garfield dischiuse le labbra per risponderle. All'improvviso tutti i...