Sotto la polvere

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Raven non riusciva a mettere a fuoco il volto di Cyborg, ma a lei non importava. L'unica cosa che riusciva a percepire più della stanchezza e del dolore era l'eco del tocco di Changeling, persistente anche dopo che lui si era allontanato. Sapeva che era solo una sua impressione, che ora lui non era lì, ma sapere che era accorso per lei ed il ricordo delle sue parole le faceva sperare che non fosse tutto perduto.

Sapeva che Cyborg stava tentando di fermare l'emorragia, ma anche che nessuno avrebbe potuto aiutarla se non fosse stata la prima a fare di tutto per curarsi. Eppure non riusciva a dare il via a quella scintilla che avrebbe risvegliato il suo potere sanativo, impegnata com'era a preoccuparsi di quello che sarebbe successo se Belial ed Evren avessero assorbito i poteri di Trigon. Si chiese che cosa ne sarebbe stato dei suoi amici, dei suoi fratelli e tutta la gente che abitava quel magnifico pianeta, se ci fossero riusciti.

Cyborg continuava parlarle, ma Raven non riusciva a sentirlo; le sue parole si perdevano da qualche parte tra l'orecchio ed il suo cervello e lei non ne comprendeva il significato.

Sentì due piccole mani che le si poggiavano sulle tempie, Lilith invase il suo spazio visivo, le sue lacrime le bagnarono il volto, avrebbe voluto dirle di stare tranquilla, poterle promettere che sarebbe andato tutto bene e sarebbe potuta tornare ad essere felice, ma non voleva e non poteva mentirle. Si sforzò di tenere gli occhi aperti, ma Lilith la stava trascinando contro la sua volontà in un sogno e presto, debole com'era, non riuscì a resisterle.

Il dolore sparì, mentre osservava il parco di Jump City prendere forma davanti a lei; la sua coscienza venne conquistata dall'immagine di una tovaglia a quadri posata sull'erba, mentre i suoi amici ridevano tutto attorno a lei.

«Dimmi, Raven» disse Garfield sorridendole. «Sai qual è il colmo per un gatto?»

Inclinò il capo, pensare a quale potesse essere la risposta divenne un riflesso in volontario, ma non l'avrebbe mai ammesso. Presto dimenticò che si trattava di un sogno e si crogiolò della dolcezza di quella falsa, idilliaca realtà.

Changeling vide Belial cadere in ginocchio, la sua pelle iniziare a sgretolarsi divenendo cenere e perdersi nell'aria tutto attorno a loro. Presto del demone rimase una carcassa annerita che sarebbe potuta sembrare quella di un semplice essere umano bruciato vivo, con le labbra dischiuse in una smorfia di dolore ed un enorme squarcio nel petto là dove la coda di Changeling l'aveva trapassato.

Quando il ragazzo si riscosse e sollevò lo sguardo, Evren aveva avvicinato la sfera al proprio petto e l'aveva appoggiata all'armatura sporca di sangue. Non fece in tempo ad impedirgli di iniziare ad assorbire tutto quel potere, il suo scatto in avanti fu interrotto da una sorta di barriera invisibile che gli provocò centinaia di piccole fitte in tutto il corpo. Quando la barriera si dissolse, la sfera si era smembrata e l'energia oscura stava scorrendo in rivoli addosso ad Evren.

Uno dei Birdarang di Robin sfrecciò accanto a Changeling e colpì il demone, esplodendo in numerose piccole scintille che lo fecero rimbalzare leggermente indietro. Changelig pensò di aver solo immaginato che arretrasse, poiché con tutta quell'energia avrebbe dovuto essere così potente da essere invincibile. Lo squadrò, osservando il modo in cui anche gli starbolt di Starfire andavano a segno; Evren non si sforzava di evitarli ed ognuno di loro lo faceva arretrare, le impronte dei suoi piedi avevano lasciato delle piccole scie di sabbia smossa e solchi tra i ciottoli, l'energia scura ancora gli vorticava attorno. Allora capì, perché le scie di oscurità percorrevano il demone e scivolavano su ogni parte di lui come se lo stessero studiando, infilandosi sotto l'armatura, facendosi largo tra le dita, scompigliandogli i capelli e, solo di tanto in tanto, scivolando dentro di lui attraverso gli occhi, le narici e le orecchie. Quell'energia non aveva familiarità con il nuovo corpo e voleva prima conoscerlo, solo dopo decideva se lasciarsi assorbire per poter diventare parte di lui. Lanciò un'occhiata alle sue spalle, dove trovò Robin che lo fissava a sua volta, capì che anche lui aveva intuito come funzionava. Annuì, pronto a spalleggiarlo per fare qualunque cosa gli avrebbe detto di fare.

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