La Belva

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Astuta, la Belva sapeva bene come cavarsela in quel posto, avendolo memorizzato completamente.

Noncurante di chi aveva intorno avanzava spietata per compiere il proprio lavoro, con o senza vittime non faceva differenza.

Lei andava avanti pronta a distruggere qualunque ostacolo, ma con divertimento guardava le vittime che cadevano anche solo per errore nelle sue grinfie: le piaceva vederle contorcersi dal dolore mentre cercavano di stroncare sul nascere le proprie imprecazioni.

Malefica, un semplice comando le era stato dato: annientare.

Uno dopo l'altro, come se fossero tasselli di un domino messi in fila li faceva cadere per completare la sinistra immagine di distruzione che la composizione andava a formare.

Per intrattenimento, però.

Finito il suo compito e la sua strage tornava contenta indietro, mentre doloranti le sue vittime erano stese a terra.

Si sedeva comoda sul suo trono e senza rimpianti annunciava solenne: 

"Work complete, back to charging"













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La Belva.

Facepalm da questa parte, prego.

Robe disagiate di una scemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora