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Qualche ora dopo il telefono di Irvin prese a squillare. Quando rispose, disse solo alcuni "sì" e, chiusa la chiamata, guardò tutti.
-Domani sera a cena. Ora, se non vi dispiace, mi devo ritirare per alcuni affari- e senza aspettare una risposta uscì velocemente dalla stanza.
Giulio lo aveva seguito fino all'ascensore.
-Ci vediamo dopo.- Gli disse Irvin atono. Aveva di nuovo quello sguardo freddo e vuoto. Mentre entrava nell'ascensore si lanciarono un occhiata. Riuscivano a capirsi con mezzo sguardo. Doveva andare a fare qualche lavoro "sporco" per Alan.

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-Che cazzo ci fa LUI qui!- Irvin era furioso con Alan.
Quando era rientrato, si era trovato davanti A.J., da Alan Junior, l'unico uomo che aveva amato veramente. Ma il padre di A.J. dopo averli scoperti insieme, due giovani uomini che stavano facendo sesso, lo aveva fatto rinchiudere in un ospedale psichiatrico. Dopo anni di chissà quali torture subite, quel ragazzo di cui si era innamorato era diventato omofobo come il padre, se non peggio.
-"Lui" è mio figlio, ed è venuto a casa su mia richiesta, per la sua festa di fidanzamento. Almeno lui è tornato normale dopo il soggiorno in psichiatria. Se tuo padre avesse usato i miei modi, anche tu ora saresti normale...- Ghignò. -E poi sto valutando di lasciare il mio posto a lui. Quindi mi dovrà stare vicino, per prendere in mano le redini dell'attività di famiglia, come tu hai quelle di tuo padre... Ossia la mia marionetta!-
Irvin si ricompose e tornò al suo solito freddo ghigno.
Alan annuì soddisfatto, vedendo nella sua solita compostezza.
-Quando questa storia sarà finita, Alan, io sparirò, e lo farò veramente. Tornerò solo per vedere te e la tua famiglia annegare nella merda che ti meriti!- Sibilò con astio uscendo dal salotto e sbattendo la porta. Incrociò per un solo attimo lo sguardo di A.J., per poi proseguire ed uscire da quella casa. Entrò nella limousine che aveva a disposizione e si fece lasciare in centro. Girovagò con noncuranza per alcuni negozi, fino a fermarsi in un bar, e ordinare un gin liscio.
Lo tenne fra le mani mentre guardava verso la porta.
-Cosa c'è di tanto urgente da farmi scomodare?-
Irvin alzò lo sguardo verso l'uomo sulla cinquantina che aveva davanti. -Chi sono?- Chiese diretto, senza giri di parole.
L'altro sospirò. -Quando sei venuto da me la prima volta, per farmi nascondere le persone che dovevi far "sparire", non ti sei mai posto nemmeno una volta la domanda su chi fossi io... Ma mi chiedi chi sono loro?-
Il giovane sorrise. -Ci conosciamo da dieci anni, credi veramente che non sappia chi sei? Come avrei fatto a trovarti, altrimenti...-
L'uomo sorrise e si mise seduto. -Fanno parte di una agenzia di spionaggio che opera in tutto il mondo e lavorano sotto copertura. A capo di varie squadre in giro per l'America e nel mondo c'è un insospettabile.-
Irvin annuì, concentrato. -Ha richiamato A.J. Farà una festa per il suo fidanzamento...- Si passò una mano fra i capelli. -Credevo di potercela fare, ma in dieci anni, lui non è mai tornato. Ormai la sua mente è andata! Dovrei dimenticarlo, andare avanti, cambiare identità e sparire da Chicago... o dalla faccia della terra...-
-Quegli uomini sono qui per fermarlo! Loro sono qui per Alan...-
-Ci finirà di mezzo A.J., ed era proprio quello che non volevo...- esclamò facendo un mezzo ringhio. -Devo dire a quelli che siamo dalla stessa parte...-
-Vuoi dirgli che sei un agente dell'INTERPOL sotto copertura?-
Irvin annuì. -Sì.-
-Di solito non  riponi mai grandi speranze in quelli che arrivano vicino ad Alan, perché poi finiscono sempre nel programma di protezione... Perché hai fiducia in loro?-
-Istinto, e non so... Ho visto qualcosa in più... Sono in molti, ben organizzati. Quindi ho bisogno di loro. Per mettere la parola "fine" a questa storia!-
-Dammi un giorno, verrò con te. Prendo tutti i documenti che abbiamo raccolto fin'ora. Domani sera, dopo la cena con Alan.-
Irvin annuì, bevve d'un fiato il suo gin, e si alzò per andarsene.

Augustin *Investigation Agency 2*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora