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Irvin portò la tazza di caffè alle labbra, mentre A.J., continuava a passeggiare avanti e indietro.

Dopo che gli aveva detto cio che sapeva, non aveva più emesso fiato.

Gli aveva spiegato che quelli non erano i veri colombiani, ma agenti antidroga, che stavano facendo un lavoro internazionale, collaborando con lo stato colombiano.

-Hai... mai pensato a me e te, se non ci avessero scoperto?- A.J. guardava fuori dalla finestra, aveva parlato così piano che l'altro non era sicuro che lo avesse detto sul serio.

Irvin emise un sospiro frustrato. -Il passato è passato... ormai tu sei diventato un "etero" e odi i "degenerati" come me...- Il tono di voce era forse più acido di come si aspettasse.

A.J. si voltò di scatto guardandolo infastidito. -Essere etero o fingersi tale, sono due cose differenti!-

Irvin si era alzato quando l'altro aveva alzato il tono di voce. -Almeno io non sono fidanzato, e non scopo con le donne!-

-Però fai la puttana con qualsiasi gay respiri!-

Le voci erano sempre piu tese ed entrambi erano furenti.

Irvin fece alcuni passi verso di A.J. prendendolo per le spalle e sbattendolo sul muro.

Si fissarono furiosi per alcuni momenti.

Irvin si trovò le labbra dell'altro sulle sue, rimase sorpreso e, poco dopo, si lasciò andare a quel bacio.

Un bacio pieno di sentimenti repressi.

C'era di tutto: dal vecchio amore, alla rabbia, alla gelosia, e la voglia di riscoprirsi.

Non servivano parole, fra di loro avevano solo bisogno di ritrovarsi, di riconoscersi e riprendersi.

I baci si allungavano, le mani percorrevano percorsi sconosciuti sul corpo dell'altro, maturati entrambi in quegli anni.

Non c'erano parole, non servivano, quegli anni erano stati duri per entrambi, mentalmente e fisicamente. Avevano fatto cose sbagliate, ma erano anche riusciti a sopravvivere.

Si trovarono nudi, cercandosi con le mani con le bocche e le labbra.

-Irvin... io non ho...- A.J. tentava di spiegargli, ma il compagno gli chiuse la bocca con la propria e continuarono quel contatto.

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Sean guardò Jo che guidava veloce e spericolato.

-Lo sai che rapendomi, non risolverai nulla...?-

Jo fece una risata sarcastica. -Sono spariti, tutti svaniti nel nulla. Questo vuol dire che lo hai detto a qualcuno, e sparendo loro, devi sparire anche tu, con me però...-

-Ci ritriveranno.- "Almeno lo spero..." Pensò, immaginò i suoi genitori, e Raphael.

Non si era aspettato di trovare Jo davanti al suo appartamento di Chicago, con una pistola e molto fuori di testa.

Non era riuscito a lanciare nessun allarme. E ora erano diretti verso il confine, in uno di quelli minuscoli, che la gente sceglieva per passare inosservati, con poche telecamere. Sarebbe stato difficile che li individuassero almeno per una decina di ore.

Quindi Jo comunque sarebbe riuscito a sparire, e avrebbe fatto sparire anche lui.

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Gabriel guardò Derek preoccupato. -C'è qualcosa che non va... Sean non risponde al telefono...-

Entrambi sapevano che non era da lui. Quando chiamavano era sempre pronto a rispondere, anche nel mezzo di qualche riunione.

-Chiama Drew!- Gli disse il compagno. -Io prenoto il jet per partire.-

Dopo alcuni minuti avevano messo in moto alcune persone che sarebbero andate all'appartamento di Sean.

Gabriel fissava il telefono attendendo una chiamata.

Suonò quello di Derek.

-Sono Raph... abbiamo sfindato la porta, non è in casa, ma ha lasciato tutto qui, telefono e documenti...-

Augustin *Investigation Agency 2*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora