3.

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Dopo aver bevuto un amarissimo caffè d'ortica, fu proprio Harry ad accompagnare Louis e Niall a visitare i bambini malati.

Fortunatamente nessuno di loro aveva qualcosa di grave, ma solo lievi raffreddature e disturbi intestinali.

Louis lasciò loro alcuni farmaci da prendere e elargì alle madri dei consigli su come prevenire altre malattie, poi ritornò verso la sua macchina, sentendo sulla pelle lo sguardo bruciante di Harry che lo seguiva a pochi passi.

Niall salì subito sulla vettura non appena ne ebbe la possibilità, mentre Louis si voltò a salutare il giovane zingaro.

"Ciao, Harry" disse con tono impacciato "mi ha fatto piacere conoscerti!"

Harry sorrise in modo enigmatico, gli si avvicinò camminando sensualmente e gli prese una mano voltando il palmo verso di lui.

"Vediamo..." mormorò pensieroso " una linea della vita molto lunga, un carattere forte e determinato, un animo dolce e romantico....vedo che aspetti con ansia il grande amore, vero?"

Louis arrossì vistosamente sulle guance, dimostrando che lo zingaro aveva colto nel segno, cercò di liberare la mano, ma non ci riuscì, dando così a Harry la possibilità di ricominciare a parlare.

"Il tuo monte di Venere è insolito per un uomo della tua età" mormorò il riccio stando attento a non farsi sentire da Niall. " Quanti anni hai? Trenta? Strano che tu sia ancora vergine....
Del resto, però, nel tuo mondo borghese e chiuso non è facile ammettere che ti piacciono gli uomini..."

Louis ritirò la mano di scatto, si voltò e si affrettò verso la macchina, come se fosse inseguito da una mandria di bufali inferociti.

Mise in moto e partì a tutta velocità, cercando di non fare caso alla risata argentina di Harry che gli arrivava da lontano.

Quel ragazzo aveva colto nel segno e guardando solo una mano era riuscito a fare di lui un ritratto perfetto e veritiero.

Osservò con la coda dell'occhio Niall seduto accanto a lui e notò con sollievo che era sereno e rilassato, segno che non aveva ascoltato nulla del loro discorso.

Prese un respiro profondo e si concentrò sulla guida, ripromettendosi di non mettere più piede nell'accampamento degli zingari, se non per stretta necessità.

Non appena fu in vista della porta del suo ambulatorio, si sentì subito rinfrancato e non si preoccupò assolutamente dei tanti pazienti che erano già fuori ad aspettarlo.

Visitò tutti con il sorriso sulle labbra, ma non riuscì a togliersi dalla testa, per tutto il giorno, gli occhi verdi di Harry e il suo viso angelico e tentatore.

Il medico e lo zingaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora